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Comune preunitario di Narni

  • Fondo
  • Estremi cronologici: 1371 luglio 17 - 1861 dicembre 28
  • Consistenza: 743
  • Storia archivistica:
    L'anno 1527, "annus horribilis" per la città di Narni, semidistrutta e saccheggiata dal passaggio dei Lanzichenecchi, segna una cesura profonda nella storia dell'archivio comunale, che in quella circostanza subì un drastico depauperamento: ad eccezione dello statuto trecentesco e del fondo pergamenaceo, conservati probabilmente a parte per l'importanza che rivestivano, la quasi totalità della documentazione prodotta e raccolta dalle magistrature comunali prima di quell'anno è andata distrutta o dispersa, forse in modo irrimediabile.
    Le conseguenze di questo drammatico evento si ripercossero, in qualche misura, anche nelle modalità con cui da allora in poi venne selezionata, conservata e organizzata la documentazione archivistica. Infatti, in base alle non molte notizie disponibili e a un primo esame delle stesse carte, sembra di capire che almeno due furono storicamente le sezioni, per così dire, nelle quali venne sistemato e gestito l'antico archivio comunale: la prima era costituita dagli statuti, dalle pergamene, dai registri delle riformanze e dal cosiddetto "Archivio segreto" (a lungo riposto in una speciale cassettiera di legno), la seconda conteneva la restante produzione documentaria del Comune. Mentre gli atti afferenti al primo gruppo - quelli che potevano garantire pubblicamente la sussistenza, reale o presunta, di "iura" e "privilegia" inerenti la collettività o singole magistrature - hanno goduto in genere di maggiori attenzioni da parte degli amministratori e dei ricercatori, tanto da essere collocati e utilizzati dopo il 1860 nei locali della biblioteca comunale, per avere qualche circostanziata notizia sulle altre serie archivistiche (carteggio amministrativo, atti contabili, catasti ecc.) bisogna attendere gli anni Cinquanta del secolo XIX.
    I primi dati sulla effettiva consistenza dell'archivio sono contenuti in un questionario del 1878 fatto compilare dalla Regia Sovrintendenza agli archivi delle Province di Ancona, Ascoli, Macerata, Perugia, Pesaro e Roma nell'ambito di un importante censimento degli archivi municipali esistenti nei territori dell'ex Stato pontificio. Nella scheda riguardante Narni, datata 10 maggio 1878, il sindaco riferiva di un archivio ripartito in sei diverse "classi", elencate in questo ordine: "Riformanze o deliberazioni consigliari", "Bollettari, registri di contabilità, e congregazioni economiche", "Corrispondenza e registri relativi", "Atti e contratti", "Cause civili trattate innanzi i Priori della città" e "Pergamene e copie delle medesime per più facile lettura". La documentazione, così organizzata, datava dal 1144 (anno della pergamena più antica tra quelle conservate) alla fine del secolo XVIII, per un totale di 462 "volumi" e tre "pacchi" di pergamene, mentre l'archivio corrente (1801-1877) era costituito da 410 "volumi" (CN= fondo postunitario non inventariato del Comune di Narni, "Carteggio amministrativo", busta 8, fasc. 1/7/1).
    In quel periodo alcune carte preunitarie vennero sottoposte ad un nuovo condizionamento; il consiglio comunale dell'8 gennaio 1875 deliberò, infatti, un opportuno "ordinamento" del carteggio amministrativo degli anni 1861-1874 (CN, "Carteggio amministrativo", busta anno 1875, fasc. 1/7/2) e in quella occasione, molto probabilmente, si decise di rifascicolare e di ricondizionare anche il residuale e già piuttosto disordinato carteggio amministrativo prodotto negli ultimi decenni del governo pontificio. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che il carteggio comunale degli anni 1821-1860 - classificato peraltro in base ad un titolario che, nella sua ultima redazione del 1849, rimase ancora valido dopo l'Unità - nonché le carte prodotte dal locale Consorzio idraulico (1835-1870) e dall'Amministrazione scolastica dei padri Scolopi (1618-1820), prima del presente intervento erano precariamente conservati in particolari faldoni di cartone del tutto identici a quelli utilizzati nel 1875 per la sistemazione del carteggio amministrativo comunale del primo quindicennio postunitario; persino le targhette cartacee incollate sui dorsi dei faldoni presentavano diciture simili ("Miscellanea" e "Carteggio, anni vari"), compilate con la medesima grafia.
    Qualche anno dopo, in una lettera dell'11 settembre 1882 inviata alla Sottoprefettura di Terni, ancora il sindaco di Narni riferiva che l'archivio comunale era "bene ordinato", che l'atto più antico tra quelli conservati risaliva al 1144 e che dal 1527 in avanti la documentazione non era mai stata sottoposta a operazioni di scarto, motivo per cui si ravvisava la necessità di trasferire quanto prima l'archivio "in un locale più ampio" (CN,"Carteggio amministrativo", busta anno 1882, fasc. 1/7/2). In effetti uno spostamento dell'archivio, forse anche quello preunitario, potrebbe essere stato condotto dopo il 1885, anno in cui l'amministrazione comunale appaltò alcuni "lavori di riduzione di due vani del palazzo di residenza municipale per uso di archivio" (CN, "Carteggio amministrativo", busta anno 1885, fasc. 1/7/2).
    Un elenco di consistenza dell'antico archivio comunale narnese venne pubblicato dal ternano Giuseppe Terrenzi nel 1896 e dall'eugubino Giuseppe Mazzatinti nel 1904; in realtà il primo si limitò a regestare alcune pergamene dei secoli XII- XIII, mentre il secondo, oltre a proporre regesti simili, trascrisse le rubriche dello statuto narnese del 1371 e, quanto al resto della documentazione, riferì soltanto che questa giaceva accatastata "in una camera scarsamente illuminata, tra la polvere e i ragnateli (sic), in disordine deplorevole" (Mazzatinti 1904, p. 196).
    Le non buone condizioni in cui dunque si trovava da tempo almeno una parte dell'archivio preunitario continuarono a sussistere anche nei primi decenni del Novecento, come lascia intendere una lettera inviata il 29 agosto 1931 dall'economo comunale al podestà di Narni, nella quale si riferiva che, in seguito a lavori di sistemazione di un non meglio specificato "magazzino", era saltata fuori "una importante quantità di carta, formata da antiche pratiche d'ufficio, parte del Governo Pontificio e dei primi anni del Regno d'Italia", purtroppo in un pessimo stato di conservazione (CN, "Carteggio amministrativo", busta anno 1931, fasc. 1/2/1). Da carteggi del 1932 e del 1933 risulta che questo cospicuo materiale, rimasto evidentemente dimenticato fino ad allora e per il quale lo stesso economo propose un'oculata selezione ai fini conservativi, venne poi ceduto alla Croce Rossa Italiana (CN, "Carteggio amministrativo", busta anno 1933, fasc. 1/2/1), ma la questione meriterebbe di essere approfondita in quanto, tra l'altro, non è stato reperito il relativo verbale di consegna. Dispersioni, frammentazioni e, forse, manipolazioni indebite della documentazione sono in qualche modo testimoniate anche da una lettera del 22 luglio 1913 firmata dal prof. Enrico Wuscher Becchi, che in quegli anni si stava occupando del riordinamento del fondo antico della biblioteca comunale: in quella missiva lo studioso riferì infatti di avere trovato dietro le scansie della biblioteca "pregevoli e importantissimi documenti storici, trasfugate (sic) dal archivio", poi da questi riconsegnati ufficialmente al segretario comunale (CN, "Carteggio amministrativo", busta anno 1914, fasc. 9/8); si trattava probabilmente di alcune pergamene del "Diplomatico" o di carte afferenti all'"Archivio segreto", due delle serie archivistiche comunali ai quali, come si diceva, più facilmente attingevano gli eruditi e i cultori di storia locale a cavallo tra Ottocento e Novecento, come Enrico Narducci, il già citato Giuseppe Terrenzi e soprattutto Edoardo Martinori, autore di una celebre e ancora oggi fondamentale Cronistoria narnese (1927).
    Nuove ricognizioni dell'archivio da parte di funzionari dell'amministrazione archivistica statale vennero effettuate nel 1950 da Ottorino Montenovesi, che in una breve relazione raccomandava il riordino dei 468 pezzi dell'archivio, allora "in completo disordine" (Archivio della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, Perugia), e sette anni più tardi da Elio Lodolini; questi pubblicò un elenco di consistenza tuttora valido per orientarsi nella documentazione archivistica narnese, rilevando l'esistenza di oltre 600 pezzi, tra registri, volumi, pergamene e "documenti sciolti", quasi tutti assegnati correttamente, e per la prima volta, a serie omogenee dell'archivio comunale preunitario (Lodolini 1957, pp. 125-126). Vale la pena ricordare che in quegli anni i fondi archivistici narnesi dovevano confluire in una progettata Sottosezione di Archivio di Stato, resa possibile dalla legge archivistica del 22 dicembre 1939 e mai istituita.
    Tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta del secolo scorso si sono susseguite dettagliate relazioni ispettive compilate ancora da funzionari dell'amministrazione archivistica statale (Ermanno Ciocca, Clara Cutini, Mario Squadroni, Elisabetta Bogini ecc.) e conservate agli atti della Soprintendenza archivistica per l'Umbria: tutte hanno evidenziato, in particolare, la necessità di sistemare l'archivio storico comunale in locali adeguati, per essere poi riordinato e inventariato.
    Prima del 2003, le carte dell'archivio comunale preunitario erano collocate nei locali della ex biblioteca (centro culturale di San Domenico) in base ad una parziale e fondamentalmente corretta distinzione per serie e partizioni, sulle quali negli anni scorsi era stato avviato un lavoro di ricognizione e di schedatura.
    A questo riguardo si fa notare che il fondo preunitario è pervenuto abbastanza integro e, in larga parte, in buone o discrete condizioni di conservazione, tenendo conto anche delle gravi dispersioni da esso subite nel 1527, alle quali si è già fatto cenno. Purtroppo si deve registrare una marcata e, almeno per ora, insanabile lacuna documentaria relativa al periodo 1820-1860, che, per così dire, interessa trasversalmente quasi tutte le serie archivistiche: ad eccezione dei registri dei verbali dei consigli, dei protocolli della corrispondenza e di un esiguo carteggio amministrativo (generale e "riservato"), ben poco rimane in archivio delle carte prodotte dai vari uffici dell'amministrazione comunale narnese succedutisi negli ultimi decenni del governo pontificio, come già notato da Lodolini nel 1957.
    Il fondo preunitario è stato ordinato e inventariato nel 2004, nell'ambito dello stage applicativo di due partecipanti al corso di specializzazione post-laurea "Specialisti nei servizi integrati per il trattamento e la disseminazione di informazioni e immagini nei documenti di archivio", organizzato tra il 2003 e 2004, in seguito all'accordo di Programma Quadro in materia di Beni e attività culturali tra il Ministero per i beni e el attività culturali e la Regione Umbria, in collaborazione con la Soprintendenza archivistica per l'Umbria, l'Archivio di Stato di Perugia e la Fondazione per la conservazione ed il restauro dei Beni Librari di Spoleto. L'inventariazione è stata fatta utilizzando il software Sesamo 4.1 con il coordinamento scientifico della Soprintendenza archivistica per l'Umbria. L'intervento non ha compreso le serie "Diplomatico" e "Archivio segreto", oggetto di precedenti e specifici interventi che hanno prodotto i relativi strumenti di corredo. La documentazione che compone l'"Archivio segreto"è stata infatti sistemata da Dalia Pernini con il coordinamento di Carla Mariani ed è stata descritta in uno strumento di ricerca dattiloscritto. Per il "Diplomatico" esiste un inventario pubblicato nel 1986 realizzato sempre da Pernini e Mariani, (1) relativo alla sola documentazione prodotta dalla cancelleria comunale. Tutto il materiale del "Diplomatico", compreso anche quello prodotto dalla cancellerie imperiale e pontificia non regestato nel 1986, è stato riprodotto digitalmente nel 2000-2001, a seguito di un progetto finanziato dalla Regione Umbria e dal Comune di Narni. Nella banca dati ottenuta dalla digitalizzazione, per ogni unità, si è espressa la data topica, cronica, nome del mittente e nome del destinatario.

    (1) Il fondo diplomatico dell'Archivio storico comunale di Narni, inventario, regesti, note storiche, indici, a cura di A. DIAMANTI, C. MARIANI, Terni, Tipolitografia Visconti, 1986
  • Contenuto:
    Il fondo si compone complessivamente di 743 unità, di cui 525 registri, 129 volumi, 71 buste, 14 quaderni, 3 filze e un fascicolo, cronologicamente comprese dal 1371 al 1861. Comprende statuti, atti deliberativi, atti della varie congregazioni, ricordanze dei priori, editti, bandi, notificazioni, atti di nomine e sindacato degli ufficiali, capitoli, locazioni e appalti, atti giudiziari, protocolli, carteggio amministrativo, copialettere, "istrumenti", documentazione catastale, atti riferiti alla gestione contabile, all'annona, visite economiche, atti delle depositarie, atti legati al passaggo di truppe, guardia civica, censimenti, miscellanea. Presenti inoltre atti dell'amministrazione dell'Ospedale della Santissima Trinità, esercitata dal Comune dal 1574, materiale relavo alla costruzione e amministrazione, da parte del Comune, della chiesa di Santa Maria di Quercia e all'amministrazione della scuola pubblica, avviata per iniziativa del Comune nel 1618 con una convenzione con la Congregazione dei Padri Paolini (detti poi Scolopi).
  • Criteri di ordinamento:
    Dopo una preliminare e necessaria separazione del materiale in atti precedenti e in atti posteriori al 1860 - anno che la fine dello Stato pontificio identifica come sostanziale linea di demarcazione tra antico regime ed epoca moderna per quanto riguarda l'assetto statale, la produzione documentaria e la stessa organizzazione di uffici e magistrature - si è proceduto alla schedatura di tutte le unità archivistiche, individuando fondi, uffici, serie e documenti di varia natura e provenienza, in modo tale da poter restituire il più fedelmente possibile all'archivio narnese la sua antica fisionomia o perlomeno la sua struttura di base, così come si è venuta evolvendo nel corso dei secoli XVI-XIX.
    La schedatura di ogni singolo pezzo e alcune ricerche condotte nella bibliografia archivistica e storica locale hanno permesso, poi, di comprendere e di analizzare più a fondo, ai fini della redazione dell'inventario, gli organi giurisdizionali, i singoli ufficiali e gli istituti locali, distinti per competenze e poteri, che si sono avvicendati a Narni nel periodo suddetto. Questo lavoro non ha comportato particolari difficoltà, se non in ordine alle seguenti operazioni: la ricognizione e la selezione di un cospicuo nucleo di carte pervenute in una trentina di scatoloni, ove era confluito materiale pertinente anche all'archivio storico comunale postunitario, all'archivio notarile e all'archivio del governatore di Narni; l'analisi di alcuni registri che presentavano scarni elementi identificativi; la ricostituzione e la descrizione dei fascicoli originari, ancorché lacunosi, del carteggio amministrativo prodotto tra il 1821 e il 1860.
    Il fondo archivistico preunitario si articola in 33 serie, alcune delle quali individuate nel corso dell'intervento di ordinamento e inventariazione del 2004. All'interno di alcune serie, sono state individuate, per una descrizione più dettagliata dei vari livelli di attività dell'Ente, delle sottoserie. Le singole unità archivistiche sono state ricondotte alle rispettive serie e sottoserie di appartenenza e, all'interno di esse, sono state disposte in ordine cronologico, o secondo la tipologia dell'unità, disponendo prima i registri e poi le buste e ordinando poi sempre cronologicamente. Dove rinvenute, sono state riportate le antiche segnature. Per il carteggio amministrativo generale, la documentazione è stata sistemata nel rispetto dei tre sistemi di classificazione adottati dal 1821 in poi, riportati nella descrizione dei criteri di ordinamento della relativa serie. La numerazione del fondo riprende da 1 ad ogni livello descrittivo.
  • Redazione e revisione:
    Felicetti Stefano, 01/03/2004, ordinamento e inventariazione / Carmi Cristiano, 01/03/2004, ordinamento e inventariazione