Comune di Montefalco, Montefalco, (Perugia), 1860 -
Ente
Estremi cronologici: 1860 - 1965
Intestazioni:
Comune di Montefalco, Montefalco, (Perugia), 1860 -
Altre denominazioni:
Comune di Montefalco
La storia politica e amministrativa del comune di Montefalco dall'Unità ai primi anni Sessanta è, come ovvio, una storia simile a tutti i comuni, appartenenti ai vari stati preunitari, al momento dell'annessione al Regno del Piemonte. Un'annessione avvenuta, per quanto riguarda Umbria e Marche, non con una stipula di contratti internazionali, come per gli altri stati, ma attraverso l'indizione di plebisciti nei giorni 4 e 5 novembre ai quali seguirono i decreti di annessione il 17 dicembre 1860.
Con l'applicazione della legge 2 marzo 1865, n. 2248 sull'unificazione amministrativa si andava a cancellare, sulla carta, un proliferare antico di particolarismi e a livellare, con un colpo di mano accentratore, le molteplici diversità esistenti tra i comuni d'Italia. L'antecedente normativo preunitario è costituito dalla legge 23 ottobre 1859, n. 3702, nota come legge Rattazzi. Una legge emanata direttamente dal governo del regno sardo-piemontese, alla vigilia delle annessioni che dovevano portare all'unità d'Italia, che si ispirava al modello organizzativo napoleonico e che costituisce il precedente ricalcato dalla legge del 1865 con aggiustamenti minimi.
Questa legge prevedeva, tra le altre cose, la divisione del territorio in province, circondari, mandamenti e comuni di cui solo le province e i comuni costituiscono gli enti territoriali, mentre al circondario, sede di sottoprefettura, si riservava lo svolgimento di funzioni amministrative e politiche e al mandamento, quello di funzioni giudiziarie (1) oltre al ruolo di circoscrizione elettorale per l'elezione dei consiglieri provinciali. Gli organi del comune (senza considerazione alcuna di popolazione o estensione territoriale) vengono indicati nel consiglio comunale eletto su base censitaria e la giunta municipale (2) eletta a maggioranza dal consiglio con funzioni esecutive insieme al sindaco. Spettava alla giunta formare i bilanci, i ruoli delle imposte, le liste elettorali, i regolamenti, sottoporli all'approvazione del consiglio e "vegliare sul regolare andamento dei servizi municipali" (3).
Il sindaco veniva eletto con decreto reale, su proposta del prefetto delegato del ministero dell'interno. Era a capo dell'amministrazione comunale ma ricopriva anche le vesti di ufficiale del governo. Era poi ufficiale di pubblica sicurezza, ufficiale sanitario e il responsabile della formazione dei ruoli per la leva militare e della tenuta delle liste elettorali. Infine, con il r.d. 15 novembre 1865, n. 2602 istitutivo del servizio di Stato civile, il sindaco era ufficiale di Stato civile.
Alla legge del 1865 seguirono altre normative, ma possiamo dire che essa rappresenti il cardine principale dell'assetto comunale dall'unità agli anni Novanta.
La legge del 1888, confluita nel t.u. dell'anno successivo (4) istituì la giunta provinciale amministrativa, mantenne il diritto di voto su base censitaria, ma abbassò notevolmente il tetto del censo, rese pubbliche le sedute del consiglio, regolamentò la figura del segretario comunale, già introdotta nel 1865( 5), fu stabilita l'elettività da parte del consiglio comunale dei sindaci ai comuni maggiori (6), il sistema maggioritario di assegnazione dei seggi fu sostituito con quello a "voto limitato" (e cioè solo i 4/5 dei seggi andavano alla lista vincitrice, per garantirne 1/5 alle minoranze).
Nel 1894 si hanno nuove riforme (7): la lista elettorale politica e amministrativa fu unificata, fu estesa l'elettività del sindaco anche ai comuni minori e costituita una speciale commissione comunale per la revisione delle liste elettorali. La legge elettorale promulgata il 30 giugno 1912 introdusse il suffragio universale maschile a tutti maschi che avessero compiuto i 21 anni e che sapessero leggere e scrivere e agli analfabeti che avessero compiuto il servizio militare e che avessero compiuto 30 anni. Col t.u. 26 giugno 1913, n. 821 la legge estese il diritto di voto a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto i 21 anni.
Con la l. 4 febbraio 1915 n. 148 che, tra l'altro, fissò a 4 anni la durata dei consigli comunali si può considerare concluso l'assetto del comune. Essa fu soppressa dalle leggi fasciste del 1926, rielaborate nel testo unico del 1934 (8), che abolivano gli organi elettivi del comune, consiglio e giunta, e il sindaco sostituendoli con la figura del podestà. Bisognerà attendere la caduta del regime e il d.l.lgt 7 gennaio 1946, n. 1 per vedere soppresse le leggi liberticide fasciste, ad eccezione di quella del 1934 che veniva epurata delle prescrizioni che non si conciliavano con il rinnovato status democratico.
Con la promulgazione della costituzione entrata in vigore il 1 gennaio del 1948 lo Stato subiva innovazioni di assetto territoriale: l'istituzione delle regioni che iniziarono a funzionare solo con il 1 aprile 1972. La legge sulle autonomie locali del 1990 riconoscerà e regolamenterà espressamente il principio costituzionale (art. 128) che conferisce al comune la qualità di ente autonomo oltre a innovare un sistema normativo che era rimasto alle leggi del 1915 e del 1934.
Montefalcoè una comunità di ca 4021 anime nel 1860 (9) e realtà eminentemente agricola non priva delle arretratezze culturali tipiche dell'ex-Stato pontificio. L'ultimo gonfaloniere, nella persona di Emidio Plini sottoscrive la seduta consiliare del 2 settembre 1860. Con una lettera del 7 novembre il regio commissario di Spoleto scrive al "presidente municipale" di Montefalco: "Si rende indispensabile la pronta nomina dei sindaci, affinché le Amministrazioni Comunali legalmente costituite, mercé le prossime elezioni possano subitamente assumere le loro funzioni, e provvedere definitivamente alla sistemazione di tanti locali interessi ... Interesso pertanto la premura di V.S. Ill.ma, e degli onorati di Lei colleghi a voler, appena ricevuta la presente avvisare nella loro prudente sagacia, quale persona riunisca, a parer loro, le qualità necessarie per esser sindaco in codesto Comune, si per idoneità d'intelletto e di volontà, come pure generale ben affezione e meritata stima, onde farne..la proposta a questo mio ufficio" la lettera contiene una minuta di risposta, non firmata, del presidente che chiede di rivolgere ad altro soggetto la richiesta (10).
Con le elezioni comunali e provinciali indette per il giorno 11 novembre, secondo quando prescritto con decreto dal commissario generale straordinario Gioacchino Napoleone Pepoli, si andavano a nominare 20 consiglieri comunali e di 1 consigliere provinciale per il Consiglio provinciale di Spoleto da parte di 126 elettori, tra Montefalco, Fabbri, Fratta e S. Luca, comuni appodiati, secondo quanto emerge dalla lista approvata il 13 ottobre 1860 (11).
Il 18 novembre 1860 il consiglio, proclamato con regio dispaccio 15 novembre 1860, n. 1190 dal regio commissario di Spoleto, si riunirà sotto la presidenza del membro più anziano Antonio Zampolini per proclamare nel suo seno, e ai sensi dello stesso decreto regio, la giunta municipale, organo esecutivo di 3 assessori più il sindaco, come prescritto dagli articoli 88 e 225 della L. 23 ottobre 1859, che andavano a sostituire il "consiglio delegato" con poteri solo consultivi. Risultano presenti i seguenti membri: Raffaele Ceva Bovio, Venanzio Loreti, D.Oreste Bennati, Ettore Bichelli, Alessandro Martini, Loreto Francescani, Carlo Pambuffetti, Giovanni Covaccioli, Ponziani Panico, Giovanni Paganelli, Filippo Valentini, Antonio Griselli, Tommaso Capaldini e assenti Degli Abbati Villa Giovanni, Paolo Federici, Diego Antonimi, Giuseppe Rogali, Giuseppe Maestrini e occorreranno ben 9 votazioni per poter giungere allo scopo: Oreste Bennati, Venanzio Loreti, Raffaele Ceva Bovio, Loreto Francesconi, Carlo Pambuffetti, Giovanni Degli Abbati Villa saranno gli assessori della prima giunta di Montefalco.
Sarà nella seduta del 2 dicembre 1860 che avremo il primo sindaco nella persona di Raffaele Ceva Bovio (12).
Montefalco appartiene alla provincia dell'Umbria (13), già dall'Unità, con capoluogo Perugia, e al circondario di Spoleto, sede di sottoprefettura, ed è capoluogo di un mandamento.
Al momento dell'applicazione delle leggi fasciste sulle amministrazioni locali a Montefalco Francesco Bechelloni si firmerà sindaco il 6 marzo 1927 e podestà il 4 aprile successivo.
Ai sensi dei provvedimenti emanati dal Governo militare alleato (AMG) dal 4 dicembre 1943 al 16 agosto 1944 Montefalco è in mano al commissario capo della provincia Alberto Franchi, dal 17 agosto 1944 al 16 novembre 1944 ci sono i commissari straordinari Michele Mattioli e Salvatore Marzano. Tra quest'ultimo e il nuovo sindaco Antonio Baciocchi ci sarà un formale passaggio di consegne il 17 novembre 1944, su indicazione dell'AMG di Foligno con giurisdizione su Montefalco.
I diversi momenti politico-istituzionali, oltre alla storia sociale, economica e di costume, sono documentati ampiamente nelle diverse serie dell'archivio. In particolare, possiamo definire notevole la produzione documentaria del periodo bellico, specialmente quella riguardante il secondo conflitto mondiale che ci consente di ricostruire uno spaccato provinciale della vita negli anni duri della guerra. Oltre alle pratiche degli internati politici, degli sfollati e dei sussidi ai congiunti, ricordiamo un episodio assai clamoroso: la fucilazione di Americo Fiorani e Luigi Moretti due giovanissimi contadini, disertori dell'esercito che ebbero la "leggerezza" di tornare alle proprie abitazioni rurali e di essere processati e fucilati davanti alla folla, da un plotone fascista il 13 aprile 1944 (14).
1. Il circondario venne abolito nel 1927 e la pretura divenne l'organo che sostituì le giudicature mandamentali con un decreto del 6 dicembre 1865, n. 2626 su modello di quanto avvenuto con i decreti del 13 e 20 novembre 1859 nel regno sabaudo.
2. La legge, a differenza di quella del 1859, poneva una inutile distinzione terminologica tra comunale e municipale e non si soffermava sul concetto istituzionale di comune, il perno principale dello Stato unitario.
3. L. 2 marzo 1865, n.2248, all. A, art. 2.
4. L. 30 dicembre 1888, n. 5865 e t.u. 10 febbraio 1889, n. 5921.
5. Questi, eletto per la prima volta durava in carica due anni e poi doveva essere riconfermato almeno per 6 anni.
6. Cfr. G. Melis, "Storia dell'amministrazione italiana (1861-1993)", Bologna, Mulino 1996: "...cadeva un potente fattore di condizionamento dal centro della vita politica locale. Il rapporto centro-periferia si riassestava ora su un altro fronte: quello dei controlli sugli atti dei comuni e delle province. E a questo proposito, appunto, si creava la giunta provinciale amministrativa" pp.217.
7. L. 11 luglio 1894, n. 286 e n. 287.
8. L. 4 febbraio 1926, n. 237 e r.d.l. 3 settembre 1926, n. 1910 e
9. T.u. 3 marzo 1934, n. 383.
10. A questo proposito: nel 1869 Montefalco conta 5000 abitanti, oggi 5.600 circa. Il comune ha toccato una punta nel 1931 con 7590 unità e nel 1948, soprattutto per cause di sfollamento bellico, 8557. Indubbio il generale trend di declino dagli anni Settanta dell'Ottocento ad oggi, dovuto essenzialmente ad una crisi dell'agricoltura, all'assenza di un polo industriale e alla chiusura delle miniere del Bastardo.
11. V. Archivio storico comunale di Montefalco, d'ora in poi ASCM, "Carteggio", b. 83, fasc. 3.
12. V. ASCM, "Carteggio", b. 83, fasc. 3. I suddetti appodiati rientravano nella giurisdizione di Montefalco dal 1817, con la seconda restaurazione pontificia.
13. Per una cronologia dei sindaci, commissari prefettizi e podestà v. ASCM, "Carteggio amministrativo", descrizione, contenuto.
14. Fino al 1927 vi sarà l'unica provincia di Perugia, successivamente fu istituita la provincia di Terni.
15. Oltre alla testimonianza documentaria presente nel "Carteggio amministrativo" ci sono documenti nell'archivio di deposito che testimoniano la commemorazione avvenuta nel 1974, al trentennale dall'eccidio.
Redazione e revisione:
Franceschini Paola, 11/09/2003, ordinamento ed inventariazione / Paoli Rita, 11/09/2003, ordinamento ed inventariazione / Fratta Cristina, 01/02/2007, ordinamento ed inventariazione / Civitareale Maria Giuseppina, 01/02/2007, ordinamento ed inventariazione
Bibliografia:
Pro Montefalco, Montefalco
Mattioli Michele, Montefalco
Gli archivi dell'Umbria
Nessi Silvestro, Le pergamene del comune di Montefalco. Inventario
Nessi Silvestro, Foligno. Bevagna. Cannara. Montefalco. Spello. Trevi
Nessi Silvestro, Le origini del comune di Montefalco
Antoniella Augusto, L'archivio comunale post-unitario
Nessi Silvestro, Montefalco e il suo territorio. Guida turistica
Tabarrini Marco, L'Umbria si racconta
Aquarone Alberto, L'organizzazione dello stato totalitario
Urbini Giulio, Spello, Bevagna e Montefalco
Soprintendenza archivistica per il Lazio, Gli archivi storici comunali
Melis Guido, Storia dell'amministrazione italiana (1861-1993)
Touring club italiano, Guida d'Italia. Umbria
Umbria, i sindaci, gli stemmi