Storia archivistica: La più antica notizia dell'Archivio pubblico è quella fornita dai capitoli dell'Archivio della città di Narni del 21 gennaio 1521: i priori ed i consiglieri di Narni considerano che se nella città sarà eretto un archivio nel quale conservare i processi delle cause tanto civili quanto criminali, i testamenti e i contratti che quotidianamente vengono fatti nella città, in tal modo sarà mantenuto lo stato di tranquillità e saranno evitate le liti e le controversie scaturite dalla perdita delle scritture sia pubbliche che private. Nei capitoli si stabilisce che venga istituito un archivio nel palazzo dei priori in cui conservare gli atti dei processi, i contratti spettanti al cancelliere della Comunità; costui inoltre potrà eleggere un notaio e deputare per sé un coadiutore, "tam pro receptione quam registratione ac extractione" degli atti. Per accedere al collegio dei notai della città è necessario avere 25 anni, essere un "sufficiens grammaticus boni nominis et famae" ed essere stato ammesso ad esercitare nell'arte dei notai.
Gli eredi dei notai defunti, che hanno detenuto fino ad allora i protocolli e i libri di quelli, devono presentarsi al detto archivio e consegnare, entro 10 giorni dal giorno di pubblicazione dei bandi ("bannimentorum de super pubblicandorum"), i libri, gli atti di qualunque causa e le scritture pubbliche nelle mani del cancelliere; per i contravventori le pene sono ad arbitrio dei priori. I protocolli, i libri e le scritture sono riposte e conservate in singole casse del detto archivio distintamente e separatamente. Le singole casse ("capsulae") devono essere munite di due chiavi, delle quali una rimane nelle mani del cancelliere e l'altra in quelle dei rispettivi eredi. Inoltre non può essere fatta alcuna perquisizione se non con la presenza del cancelliere o del suo coadiutore. Ogni transunto o copia degli "instrumenta" presenti nei protocolli, nei libri e nelle scritture dei notai defunti deve essere fatta conformemente agli statuti. Tutti i singoli notai e attuari nelle cause tanto civili che criminali della città, dopo aver terminato il loro ufficio, sono tenuti a consegnare tali scritture nelle mani del cancelliere o del suo "coadiutor", che hanno il compito di riporre gli atti nelle casse, che sono distinte e separate per ogni notaio. Il cancelliere deve altresì dare ad ogni notaio una chiave della capsula e l'altra la deve ritenere per sé. Come "defensores" dell'archivio, sono deputati il governatore, i priori e quattro cittadini; gli stessi priori appena eletti devono giurare di osservare e far osservare lo statuto. Questo documento del 1521 certamente è testimonianza di un processo di una più razionale e funzionale organizzazione degli archivi a Narni e sta anche a confermare l'esistenza di documentazione prodotta da notai, giudici e cancellieri in età precedente. Una testimonianza di pochi anni successiva è quella relativa agli eventi del 1527, quando, a seguito del sacco dei Lanzichenecchi, quanto componeva l'archivio comunale fu dato completamente alle fiamme, come documentato da Michelangelo Arreni, notaio e cancelliere del Comune di Narni. Dall'esame delle riformanze del Comune di Narni dei secoli XVI, XVII e XVIII risulta che l'archivio della città detto anche archivio pubblico veniva dato in affitto e di volta in volta venivano fissati anche i compiti e i capitoli dell'archivista, specie per quanto riguarda l'aspetto finanziario della questione, cioè le tasse che potevano essere richieste per la stesura dei documenti o per il rilascio di copie degli stessi. L'esistenza dell' archivio pubblico è documentata fino al 1803, anno dopo il quale è stato compilato il registro che ha per titolo "Inventarium Archivii Pubblici Illustrissime Civitatis Narnie", ove è attestata non solo la sua esistenza ma è specificato anche il materiale che vi era conservato, ossia il fondo notarile e quello giudiziario. Nel registro è fornito, per ogni notaio, l'elenco di tutti gli atti rogati dal medesimo (protocolli e bastardelli) e per quel che concerne gli atti di natura giudiziaria, ("Liber actorum", "Manualis actorum civilium"), è specificato il numero delle carte, il materiale con il quale è stata realizzata la legatura, gli estremi cronologici, l'eventuale repertorio o rubrica e l'autorità di fronte alla quale avvenivano gli atti (governatore, vescovo o entrambi congiuntamente). Queste informazioni sono date anche per i processi, per le cause del commissario, per le deposizioni testimoniali e per gli "iura diversa" indicati anche più semplicemente come filze. L'elenco di ogni tipologia (o serie) di atti, è fatto cronologicamente. In base alla testimonianza di Carla Mariani, archivista responsabile dell'Archivio storico comunale di Narni, risulta che sino nell'anno 1984 il fondo del governatore era conservato all'ultimo piano dell'antico teatro rinascimentale all'interno del palazzo comunale. Nel 1984-85 il materiale è stato spostato presso l'Auditorium di San Domenico, dove è stato sottoposto ad operazione di disinfestazione prima e di depolverizzazione poi, e collocato parte a scaffale e parte a terra protetto però da teli. Nel 1990 era iniziato il lavoro di riordino e informatizzazione, con programma CD.1SIS, ad opera di un archivista libero professionista e con il coordinamento della Mariani. Con contributi erogati dalla Regione Umbria dal 1992 al 1999 (legge regionale 37/1990) e dal Comune di Narni è stata sistemata la documentazione giudiziaria detenuta dal Comune, prodotta dal governatore di Narni, unitamente a quella prodotta dai governatori di Otricoli, Coppe, Stroncone, cui si è aggiunta la serie "Archivio segreto" del fondo preunitario del Comune di Narni. In seguito il materiale è stato nuovamente riportato all'interno del palazzo comunale, dove tuttora è conservato, in attesa di un altro probabile trasferimento. L'intervento di ordinamento e inventariazione è stato realizzato da un'archivista con il coordinamento della stessa Mariani. A lavoro concluso, il fondo è stato interamente collocato su scaffalature metalliche. Successivamente nel 2005 il lavoro è stato riversato nel programma Sesamo 4.1. E' assente qualsiasi opera inerente la storia dell'archivio e dei suoi fondi, ad eccezione di quanto detto da Giuseppe Mazzatinti che nel descrivere l'archivio storico comunale di Narni cita testualmente: l'archivio del governo pontifìcio costituito dagli atti civili e penali (dal sec. XVI) e dai bandi dei governatori (dalla seconda metà dello stesso secolo) si custodisce in una camera dello stesso archivio di cui è conservatore il dottor Nati. A proposito del riferimento dello stesso archivio si presume che il Mazzatinti intenda la sede dell'archivio notarile, che dichiara essere conservato nel palazzo comunale.
Contenuto: Il fondo si compone di complessive 1129 unità archivistiche, di cui 561 registri, 48 buste, 107 fascicoli, 408 filze (quattro delle quali costituite dalla sola coperta), 5 unità costituite da fogli e fascicoli sciolti, che coprono un arco cronologico che va dal 1508 al 1805. Comprende materiale prodotto da varie cariche istituzionali (governatore, luogotenente, vescovo, podestà, vicari, uditori, arbitri, pretori, sindacatori) preposte, volta per volta, all'esercizio della giustizia, sia per la sfera del diritto civile che per quella del diritto penale e danni dati.
Criteri di ordinamento:
Nell'ordinamento, la prima operazione è stata quella di individuare 2 serie, riferite agli atti civili e agli atti criminali e poi separare il materiale ad esse afferente. Per ognuna delle due serie si è poi cercato di individuare, al loro interno, le relative sottoserie sulla base della tipologia documentaria. Alla base di questa operazione grande importanza ha avuto il titolo originale, quando presente, delle singole unità. All'interno di ogni livello descrittivo, le unità sono state ordinate cronologicamente. Il fondo presenta numerazione chiusa, non suscettibile di incremento, che va da 1 a 1129.
Notizie di intervento:
Inventario prodotto con Cd.isis nel 2000
Documentazione collegata:
Pernini Dalia. Il fondo giudiziario di Narni la Storia della Giustizia civile e criminale della città nell'età moderna. Tesi di Laurea anno accademico 1996-1997 Università degli studi della Tuscia Viterbo. Facoltà conservazione dei beni culturali
Strumenti di ricerca interni:
Elenchi
Redazione e revisione:
Foglietta Silvia, 01/01/2005, inserimento dei dati in Sesamo 4.1 / Proietti Sascha Manuel, 01/01/2005, inserimento dei dati in Sesamo 4.1 / Pernini Dalia, 31/12/1999, ordinamento e inventariazione