L'origine di Montefalco si fa risalire al pago Umbro Falisco, sorto sulle rovine della grande Falliene, di cui parla Plinio, fondata dai Falisci Etruschi nell'anno 361 e distrutta durante le guerre di Annibale. Le guerre di espansione della potenza romana e quelle civili ai tempi di Mario e Silla, nonché le invasioni barbariche più tardi, distrussero quasi interamente l'Umbro Falisco, che, però, ben presto risorse ad opera del patrizio romano Marco Curione, ai tempi di Marco Tullio.
Munitala di mura e torri, Marco Curione fissò la sua dimora nel punto più elevato e la denominò Cor Curionis (Corcurione)(1).
Le memorie storiche narrano che divenne ben presto un Municipio e che si governasse da sé con propri magistrati, sotto la protezione di Roma, difendendo sempre tenacemente la sua libertà.
Il nome di "Montefalco", in sostituzione di "Corcurione", risale all'anno 1249 circa, per volere dell'imperatore Federico II in ricordo del falco di Federico I (2). Il passaggio dell'imperatore mise Montefalco a ferro e fuoco: la piccola cittadina si trovò costretta ad affrontare il problema della riorganizzazione amministrativa, rendendosi municipio autonomo.
Pochi anni dopo, e cioè nel 1270, venne costruito il Palazzo del Popolo, come sede adeguata del governo. Nello stesso anno o negli anni immediatamente successivi vennero costruiti altri edifici di notevole importanza, sia dal punto di vista architettonico che storico e che si affacciavano sempre sulla piazza principale (l'odierna Piazza del Comune ): i palazzi dei Bennati, dei De Cuppis, dei Bontadosi, dei Brancalupi, dei Tempestivi, cioè di quelle illustri famiglie che si erano distinte nelle armi, nella chiesa e nel diritto e ciò è dimostrato dal fatto che anche molti notai presenti nell'archivio notarile di Montefalco hanno questi cognomi.
Nella visita di mons. Malvasia del 1587, alle pp. 480-481 vengono infatti citati Tancredi de Cuppis quale "protonotario apostolico" e Girolamo Tempestivi "protonotario et depositario, che esercitò molti generi nello Stato ecclesiastico"(3).
Montefalco seguì quasi sempre le vicende della chiesa, facendo parte del Ducato di Spoleto, ed era chiamata ora castrum, ora oppidum, ora terra o terra murata(4).
Era divisa in quattro quartieri: di S.Agostino, di S.Francesco, di S.Bartolomeo, di S.Fortunato. Due sono gli eventi straordinari dei secoli passati: la peste del 1464 che decimò la popolazione e la strage del 1527 perpetrata dalle cosiddette Bande Nere capeggiate dai Baglioni, che entrarono clandestinamente nella città.
Dopo la Restaurazione (1820), il territorio comunale montefalchese fu ampliato con i paesi di Fabbri, San Luca e Fratta e fu soggetto allo Stato Pontificio che gli tolse la sua autonomia.
Con Bolla del 9 maggio 1848 papa Pio IX la insignì del titolo di città "con i diritti, gli onori i privilegi inerenti"(5) e dopo il 1860 seguì la sorte del regno d'Italia quale comune della provincia di Perugia(6).
La storia politico amministrativa dall'Unità ad oggi,è simile a quella di tutti gli altri comuni italiani dall'annessione al Regno di Piemonte in poi. L'annessione avvenne attraverso l'indizione di plebisciti nei giorni 4 e 5 novembre ai quali seguirono i decreti di annessione il 17 dicembre 1860.
Il suo stemma è formato da un castello di sei monti su cui rampa un falco, in campo azzurro.
1) Nessi S., "Le origini del Comune di Montefalco". Spoleto, Arti grafiche Panetto & Petrelli, 1977.
2) Nessi S., "Montefalco e il suo territorio". Spoleto, Arti grafiche Panetto & Petrelli, 1980.
3) Biblioteca apostolica vaticana, fondo Chigi, I.1.25., pp. 480-481.
Per la consultazione della relazione originale si è usufruito delle fotocopie, pp. 477-503, presso la biblioteca della Soprintendenza archivistica per l'Umbria tratte dal microfilm che, alcuni anni fa, venne richiesto dall'allora soprintendente Luigi Londei alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
4) Tabarrini M., "L'Umbria si racconta". Foligno, Tipografia Porziuncola S. Maria degli Angeli- Assisi, 1982.
5) Mattioli M., "Montefalco". Spoleto, Arti grafiche Panetto & Petrelli, 1953.
6) "Montefalco. I luoghi gli itinerari la storia", a cura di M. De Vecchi Ranieri, Città di Castello, Edimond SRL, 1996. Il comune è aperto al pubblico nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 13; il martedì ed il giovedì dalle ore 15.30 alle 18.00.