SAN - Strumenti di ricerca online

Albani, famiglia

  • Fondo
  • Estremi cronologici: 1477 - 1895
  • Consistenza: buste 159, mazzi 164, registri 32, volumi 123, quaderni 12, filze 2, opuscoli 1, fascicoli 2, pergamene 66, documenti 2
  • Storia archivistica:
    L'archivio della famiglia Albani è conservato dai conti Castelbarco Albani presso la Villa Imperiale di Pesaro dal 1915, anno di vendita di Palazzo Albani a Urbino, sede in cui fino a quel momento si trovava custodita la documentazione insieme alla ricca biblioteca. L'archivio è costituito da documenti conservati all'interno di otto casse di zinco che per la prima volta furono descritti sommariamente in un elenco redatto nel 1939 da alcuni funzionari della Biblioteca Apostolica Vaticana, in occasione del trasferimento dell'archivio di Giovanni Francesco Albani - papa Clemente XI a Roma.
    Francesco Canuti nello stesso anno descrisse una parte delle unità che costituiscono i documenti riguardanti lo Stato di Urbino nel "Catalogo dei manoscritti che esistevano in Urbino nella Biblioteca del Papa Clemente XI".
    L'archivio Albani è stato sicuramente oggetto di un ordinamento settecentesco, rinvenuto attraverso le antiche segnature presenti, anche se non è stato ritrovato alcun inventario o strumento di corredo che possa darne conferma.
    Il 15 luglio 1964 l'archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per le Marche.
    Nel 2005 è stato avviato un importante progetto da parte della Biblioteca Oliveriana di Pesaro, coordinato da Brunella Paolini, in seguito ad una convenzione dell'Ente Olivieri con il proprietario, l'Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino e la Soprintendenza archivistica per le Marche. L'intento principale dell'opera è stato quello di digitalizzare tutto il patrimonio documentario del presente archivio privato al fine di renderlo completamente fruibile ed accessibile attraverso la sua pubblicazione online (http://www.archivioalbani.it/). La biblioteca conserva tutto l'archivio digitalizzato.
    L'opera è stata svolta in più stralci di lavoro ed ha beneficiato anche di finanziamenti da parte della Direzione generale archivi. L'ultima fase, iniziata nel 2014 e conclusasi nel 2015, ha previsto anche il riordinamento virtuale dell'intero fondo Albani, con la descrizione delle unità archivistiche, la regestazione delle pergamene, la normalizzazione delle schede precedentemente prodotte e la realizzazione dell'inventario, attività curata dall'archivista Arianna Zaffini. Nel 2016 lo strumento di ricerca è stato revisionato per la pubblicazione online, grazie ad un ulteriore finanziamento della DGA con il coordinamento della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria e delle Marche.
  • Contenuto:
    L'archivio Albani, è costituito da 8 grandi casse di zinco, conservate presso la Villa Imperiale di Pesaro, all'interno delle quali sono contenuti i documenti della famiglia. Le carte si trovano in un buono stato di conservazione.
    In seguito all'opera di descrizione, riordinamento virtuale ed inventariazione si può rilevare una consistenza pari a 563 unità (buste 159, fascicoli 2, filze 2, mazzi 164, opuscolo 1, registri 32, quaderni 12, volumi 123, documenti 2, pergamene 66), e un arco cronologico che va dal 1477 al 1895.
    Il fondo è costituito dai documenti cartacei e membranacei relativi all'amministrazione dei beni, agli interessi familiari e dei diversi personaggi.
    La parte più cospicua della documentazione è rappresentata dai carteggi e dalla corrispondenza prodotta durante l'esercizio dell'attività istituzionale ed ecclesiastica svolta da alcuni esponenti della famiglia, tra cui il senatore Orazio Albani (1576 - 1653), il cardinale Annibale Albani (1682 - 1751) e da Giovanni Francesco Albani (1649 - 1721) divenuto poi papa con il nome di Clemente XI dal 1700 al 1721.
    Si trovano inoltre: cronache, suppliche, memoriali, documenti amministrativi, trattati, documenti sulla storia dell'antico ducato di Urbino e sua devoluzione allo Stato Pontificio, materiali di studio su temi scientifici, giuridici e letterari, libri e quaderni di musica.
    La documentazione si presenta prevalentemente in lingua italiana e latina, ma si conservano anche carte, soprattutto lettere della corrispondenza, in francese, tedesco, spagnolo e altre.
  • Criteri di ordinamento:
    Il progetto di recupero, digitalizzazione completa e fruizione dell'archivio privato Albani è stato avviato nel 2005 in seguito ad una convenzione dell'Ente Olivieri di Pesaro ed i proprietari del fondo, in accordo con la Soprintendenza archivistica e bibliografica per l'Umbria e le Marche che ha previsto, nell'ultima fase, anche il riordinamento virtuale e la compilazione dell'inventario. Queste ultime operazioni sono state effettuate negli anni 2014 e 2015 accedendo prevalentemente alle immagini digitali.
    L'attività di digitalizzazione veniva svolta su porzioni di documenti che, di volta in volta, venivano prelevati dalla sede di conservazione e trasferiti temporaneamente alla Biblioteca Oliveriana di Pesaro, luogo di svolgimento del progetto.
    Nel presente intervento sono state riviste, corrette ed integrate le schede delle unità archivistiche delle casse 1, 2 e 3 descritte negli stralci di lavoro precedenti per unità documentaria dal personale della biblioteca, inserendo in particolare l'attuale struttura dell'archivio.
    Sono state poi schedate le unità archivistiche delle casse 4, 5, 6, 7, 8 ed un corpus di pergamene rinvenute nella cassa 5.
    Per il riordinamento e l'elaborazione della struttura gerarchica dell'archivio Albani si è partiti dall'analisi delle antiche segnature, anche se non è stato rinvenuto alcun inventario o strumento che possa darne un confronto diretto. Le segnature precedenti infatti, frutto di un ordinamento settecentesco dell'archivio, sono state analizzate per comprendere l'organizzazione attribuita all'archivio nel passato e l'ordine di sedimentazione delle carte.
    Tali segnature sono state apposte sia sulla prima carta all'interno delle unità archivistiche che su tagliandi posti all'esterno dell'unità; esse si presentano formate da una lettera dell'alfabeto, seguita da un numero romano; in alcune è presente anche il numero arabo susseguente a quello romano, che rappresenta la partizione di un unico gruppo omogeneo di unità. La comparazione delle segnature precedenti, effettuato a campione anche con l'elaborazione di tabelle di raffronto, ha tuttavia evidenziato un accorpamento in minima parte per membri di famiglia, o meglio, lo si può trovare solo in alcune lettere come ad esempio la lettera B. Talvolta, come nel caso delle lettere C, D, P si è rilevata una sedimentazione o collocazione per tematica, come ad esempio è accaduto per la documentazione contabile, le carte patrimoniali, i documenti riferibili ad alcuni membri della famiglia che ricoprirono la carica di uditore del cardinale di Sant'Onofrio, i libri di musica ed altri. Mentre le carte riferibili alla storia del ducato di Urbino fino alla sua devoluzione alla Santa Sede sono in sequenza sotto la segnatura H XXIII da 1 a 13 e ne viene data descrizione nel 1939 da Francesco Canuti in "Catalogo dei manoscritti che esistevano in Urbino nella Biblioteca del Papa Clemente XI"; in H XXIIII si trovano i memoriali di Papa Clemente XI.
    Nonostante le segnature possano far rilevare accorpamenti per tematica, sono emersi nuclei documentari omogenei con caratteristiche tipiche dell'archivio di famiglia e dell'archivio di persona, riconducibili ad alcuni singoli componenti della famiglia Albani e alle loro attività.
    Da qui l'elaborazione di una struttura dell'archivio che tiene conto sia delle segnature antiche, sia della sedimentazione delle carte raccolte e prodotte dai componenti principali della famiglia che giungono fino alla fine del secolo XVIII.
    Si è elaborato l'inventario in serie, sottoserie e sottosottoserie riconducibili agli interessi della famiglia, alla città e Stato di Urbino e alle singole persone, considerando come unico soggetto produttore la famiglia Albani.
    All'interno dell'inventario le unità sono state descritte come si presentavano fisicamente, pertanto si è deciso di considerare unità archivistica anche la busta o il mazzo, riportanti le antiche segnature.
    Ove presenti, ma in particolare per la corrispondenza, si è tenuto conto dell'organizzazione fisica all'interno delle buste, prevalentemente mensile, per cui sono state create delle sottounità.
    La rilevazione della consistenza viene data in numero di documenti e in numero di carte, rilevate e calcolate anche avvalendosi delle immagini digitalizzate dei documenti numerati.
    All'interno delle serie e sottoserie le unità seguono un ordine cronologico.
    Gli estremi cronologici ai livelli di fondo, serie, sottoserie e sottosottoserie vengono espressi con la sola indicazione dell'anno.
    Le segnature definitive attuali corrispondono a quelle apposte sulle singole unità durante la numerazione e digitalizzazione delle carte e corrispondono a: numero della cassa-numero dell'unità archivistica. Essendo stato effettuato soltanto un riordinamento virtuale della documentazione, in inventario tali segnature non appaiono in ordine.
    Il corpus di pergamene è stato regestato per ogni singola unità documentaria.
    Per lo svolgimento delle operazioni di schedatura è stato utilizzato il sistema open-source Greenstone, già utilizzato dalla Biblioteca Oliveriana per i precedenti stralci di lavoro del materiale contenuto nelle casse 1, 2, 3. Nell'ultima fase è stato utilizzato il software Sesamo 4.1 per il completamento della schedatura, il riordinamento e l'elaborazione dell'inventario.
    Le schede delle unità archivistiche contengono i seguenti elementi: denominazione o titolo, descrizione del contenuto, consistenza, estremi cronologici, stato di conservazione, tipologia documentaria, note, lingua della documentazione, segnatura archivistica, segnatura precedente, livello di descrizione,struttura gerarchica dell'unità, archivista.
    La descrizione delle unità e delle sottounità di corrispondenza comprende l'indicizzazione dei nomi e dei luoghi se presenti e inseriti nel sistema Greenstone; in alcuni casi non è stato possibile rilevarli in quanto non leggibili. In questa operazione hanno collaborato all'inserimento dei dati anche Annalisa Cantarini e Romano Casabianca della biblioteca Oliveriana.
    La descrizione è stata svolta nel rispetto degli standard archivistici nazionali ed internazionali.
  • Redazione e revisione:
    Zaffini Arianna, 05/12/2016, Riordinamento e inventariazione
  • Bibliografia:
    S. Andretta, "Clemente XI" in Dizionario biografico degli italiani, 26, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1982, pp. 302 - 320
    M. Moranti, "Le biblioteche della famiglia Albani", 2005, disponibile all'indirizzo http://www.archivioalbani.it/index.php?id=12772
    B. Paolini, "Il progetto Archivio Albani della Biblioteca Oliveriana. Gli Albani di Urbino e le carte conservate all'Imperiale di Pesaro" in Studi pesaresi, 4, Ancona 2016, pp. 232 - 244
    F. Canuti (a cura di), "Catalogo dei manoscritti che esistevano in Urbino nella Biblioteca del papa Clemente XI (Giovanni Francesco Albani)", Tipografia Rossini, Fano 1939
    B. Paolini, "Archivio Albani", in "Rimarcando. Bollettino", Ministero per i beni e le attività culturali, Direzone regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche, n. 5, 2010, pp. 125 - 136
    G. Venditti, "Archivi di famiglia, fondi e carte personali in Archivio Segreto: materiali per una possibile guida", in Collectanea archivi vaticani, 98, Archivio Segreto Vaticano 2015, pp. 469 - 496