Storia archivistica: Nel 1881 Bartolomeo Cecchetti compilava la Statistica degli archivi della regione veneta nella quale riportava notizie sull'esistenza, la consistenza e il luogo di conservazione di archivi pubblici e non. Nel descrivere il patrimonio documentario del Comune di Bardolino riferiva la presenza di un nucleo di 141 pergamene, di 33 volumi dei secoli XV - XVIII, di 22 mazzi di fascicoli processuali e di 245 mazzi e buste contenenti documentazione del secolo XIX. La rilevazione di Cecchetti rimase purtroppo per lungo tempo un insieme isolato di informazioni e dati. Non si hanno infatti più notizie sull'archivio comunale per circa un settantennio, salvo una comunicazione del 1945 alla Soprintendenza archivistica per le Venezie, circa l'integrità dell'archivio, fortunatamente risparmiato da danni e manomissioni durante il secondo conflitto mondiale.
Nel 1950 Giulio Sancassani, direttore dell'Archivio di Stato di Verona, effettuava un sopralluogo sull'archivio comunale, allora conservato in due locali al secondo piano della sede municipale. Dalla relazione risulta che la documentazione otto-novecentesca risultava ben conservata in buste recanti all'esterno segnature, denominazioni proprie ed estremi cronologici. Ben diverso lo stato di quei documenti antichi -pergamene, volumi, processi - segnalati da Cecchetti, che risultavano abbandonati a se stessi su una scaffalatura ed esposti agli agenti esterni. In quell'occasione Sancassani provvide ad una prima sommaria sistemazione del materiale: organizzò le pergamene arrotolate in mazzi di dieci unità ciascuna, evidenziando una lacuna di sei documenti rispetto alla rilevazione di fine Ottocento, oltre che di uno dei registri, e distinse i processi in due serie, una inerente le vertenze del Comune di Bardolino e l'altra la Gardesana dell'acqua. Richiese quindi all'amministrazione comunale di provvedere alla redazione di un inventario, essendo l'archivio del tutto privo di strumenti di corredo.
Nel 1957 la sede municipale fu temporaneamente trasferita - e con essa l'archivio - per consentire il restauro dello stabile. Al rientro degli uffici, l'archivio fu ammassato in una soffitta, dove rimase in uno stato di completo disordine per alcuni anni, come rilevano le relazioni delle numerose visite ispettive condotte tra il 1958 e il 1961 da funzionari della Soprintendenza archivistica per il veneto, intervenuti a seguito di notizie che segnalavano lo stato di incuria in cui la documentazione versava. A questo stato si sottraevano solamente le scritture dell'archivio corrente che, per l'utilità amministrativa, erano invece conservate in modo ordinato nei locali di segreteria.
Nel 1969 l'amministrazione comunale incaricò Domenico Giordano di provvedere alll'ordinamento e alla descrizione delle scritture conservate nell'archivio comunale. Giordano provvide a far spianare le pergamene, le ripose entro camicie di carta pesante e regestò. Elencò quindi, in ordine cronologico, i registri antichi e i mazzi di processi. Procedette quindi alla descrizione sommaria della documentazione ottocentesca e novecentesca sino al 1967. Dal suo intervento rimasero esclusi i registri contabili e quelli contenenti deliberazioni di giunta e di consiglio.
Dall'Ottocento e sino alla fine degli anni Sessanta del Novecento non risultano essere stati effettuati scarti, salvo una selezione di documentazione curata nel 1982 dallo stesso Giordano.
Nell'ottobre 2006, a seguito di verifiche condotte su immobili comunali, sono stati rinvenuti ulteriori nuclei documentari, trasferiti in due locali dell'ex sede municipale, dove tuttora sono conservati in attesa di essere collocati in un unico locale destinato alla conservazione dell'archivio.
Criteri di ordinamento:
L’archivio comunale è attualmente conservato in parte nell’attuale sede del Municipio, nei locali del sottotetto e presso i diversi uffici e in parte nell’ex sede municipale. Qui, in particolare, nel corso dei primi anni Duemila sono state riunite le carte in precedenza conservate in vari locali di proprietà comunale sparsi sul territorio. Il presente intervento, che ha interessato una parte della documentazione dell’archivio storico, si inserisce in un progetto di più ampio raggio, volto al riordino e all’inventariazione di tutta la produzione documentaria del Comune. Questo per rispondere all’esigenza pratica di una più efficiente gestione documentale da parte dell’ente locale e al contempo ad una adeguata conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio archivistico. In tal senso, ai fini di ricostruire un quadro completo della sedimentazione documentaria del Comune di Bardolino, si è ritenuto opportuno procedere al recupero della documentazione più antica che l’archivio comunale conserva, relativa ai secoli XIV- XVIII e ad una parte della documentazione prodotta dall’Ottocento al 1967 circa. Questo nucleo corrisponde all’oggetto dell’intervento di Domenico Giordano nel corso degli anni Sessanta del secolo scorso. Quell’intervento rimase un caso isolato, cui non seguirono né periodiche verifiche né aggiornamenti. Ricerche ad uso interno o richieste di studiosi avevano inoltre nel tempo evidenziato i limiti dello strumento a disposizione, che rendeva spesso difficile individuare e reperire la documentazione. Si rendeva quindi necessario dotarsi di uno strumento di corredo efficace e rispondente ai moderni dettati della disciplina archivistica e degli standard internazionali.
L’intervento si è così articolato nella schedatura, mediante il software di descrizione archivistica Sesamo, delle pergamene, dei registri antichi e di circa 1081 buste oggetto dell’intervento Giordano. A questo nucleo documentario si sono aggiunti, per completezza, anche registri e scritture diversi del secolo XX, rinvenuti accanto a quelli più antichi. Questa documentazione era conservata in alcuni armadi metallici chiusi a chiave nei locali di accesso al sottotetto della sede municipale. A partire dall’elenco Giordano, si è operata una prima verifica dell’integrità del nucleo documentario, rimasto a lungo inaccessibile anche a dei periodici controlli. Dove necessario si è inoltre proceduto ad un primo condizionamento con carta adeguata alla conservazione. La descrizione archivistica è stata condotta rilevando, per ciascuna unità archivistica, busta o registro, antiche segnature, estremi cronologici, contenuto, descrizione fisica, stato di conservazione. Per le pergamene il livello di descrizione è stato quello dell’unità documentaria. Oltre alle informazioni sopra indicate sono stati per questi documenti rilevati anche data topica, misure e trascritto il regesto. E’ quindi seguita l’attribuzione delle carte a ciascun ente produttore e la ricostituzione, per ciascun complesso documentario, delle serie originarie. Analoghe operazioni sono state condotte sulla documentazione di epoca successiva, conservata in un’area del sottotetto, ordinatamente disposta su scaffalature metalliche. Per quest’ultimo nucleo non è sempre stato possibile procedere ad una puntuale verifica sulle carte: alcune buste non sono state rinvenute, altre sono risultate inconsultabili per compattamento delle carte, fragilità dei supporti o per l’insorgenza di muffe.
Anche per la documentazione dei secoli XIX e XX, a seguito della descrizione archivistica, è seguita una ricostituzione delle serie originarie relative a ciascun ente produttore.
Il carteggio, conservato a partire dal secondo semestre del 1815, risulta organizzato secondo uno schema generale per titoli e rubriche, ma non è del tutto assente, per gli anni 1818 - 1820 una raccolta su base mensile della corrispondenza. Si tratta di una situazione assai fluida che, per l’esiguità del materiale conservato e per l’assenza di uno specifico schema di riferimento, risulta talora di incerta o lacunosa ricostruzione. A partire dal 1815 e sino al 1835 risulta adottato il seguente titolario:
TITOLO I: Amministrazione (con le rubriche avvisi e stampe, corrispondenza e beni demaniali, consiglio comunale, acque e strade, provvidenze generali)
TITOLO II: Censo
TITOLO III: Fazioni militari, ma nell’anno 1822 Culto
TITOLO IV: Culto
TITOLO V: Polizia
TITOLO VI: Congregazione di carità
TITOLO XI: Coscrizione
TITOLO XII: Annona, ma anche polizia nel 1825
In questo periodo, dal 1825 al 1835 furono inoltre creati accanto a fascicoli relativi ai singoli titoli, fascicoli per pratica. Proprio con il 1835 risulta adottato un nuovo titolario, che rimarrà in uso, salvo alcune modifiche, sino al 1857 :
TITOLO I: Amministrazione
TITOLO II: Istruzione pubblica
TITOLO III: Demanio (Forestale nel 1852)
TITOLO IV: Culto
TITOLO V: Economia pubblica. (Nel 1841 Statistica, nel 1856 Poste camere e notai, nel 1857 ispezion forestale)
TITOLO VI: Finanza
TITOLO VII: Sanità e beneficenza pubblica
TITOLO VIII: Zecca e poste
TITOLO IX: Acque e strade
TITOLO X: Censo
TITOLO XI: Militare
TITOLO XII: Polizia
Nell’anno 1847 compare per la prima volta una struttura secondo referati articolati in rubriche, anche se i titoli dei fascicoli riportano l’indicazione di "titoli". Una citazione a sé merita l’anno 1858 in cui, caso unico riscontrato nell’archivio comunale, i referati sono indicati con lettere alfabetiche:
B: Polizia
F. Amministrazione
L. Culto
M. Fazioni militari
P. Istruzione pubblica
L’adozione tuttavia sistematica di un quadro di classificazione per referati e titoli si avrà a partire dal 1859. Sino al 1862 saranno utilizzate le stesse voci dei titoli precedentemente descritti.
REFERATO I: Amministrazione
REFERATO II: Istruzione pubblica
REFERATO III: Zecca e poste
REFERATO IV: Culto
REFERATO VI: Finanza
REFERATO VII: Sanità
REFERATO VIII: Manutenzioni stradali
REFERATO X: Censo
REFERATO XI: Fazioni militari
REFERATO XII: Polizia
Dal 1863 e sino al 1866 la situazione muta nuovamente. La struttura del titolario per referati e titoli, la cui struttura cambia di anno in anno, risulta ulteriormente articolata in sottotitoli, che sono stati qui ricostituiti parzialmente
REFERATO I:
Titolo II Agricoltura
Titolo VI Governo
Titolo VII Beneficenza
REFERATO II:
Titolo II Agricoltura industria commercio
Titolo VIII Culto
Titolo IX Stato civile
REFERATO III:
Titolo VII Beneficenza
REFERATO IV:
Titolo I Lavori pubblici
Titolo V Amministrazione comunale
REFERATO V:
Titolo VIII Religione e culti
REFERATO VI.
Titolo VI Imposte e censo
REFERATO VII.
Titolo V Imposte dirette
Titolo VII Istruzione pubblica
REFERATO VIII:
Titolo VI Militare
REFERATO IX
Titolo III Igiene
Titolo IV Sicurezza pubblica
Con il 1866 ricompaiono titoli e rubriche secondo il seguente schema, che rimarrà pressoché invariato nella sostanza sino al 1898.
TITOLO I: Lavori pubblici
TITOLO II: Agricoltura, industria, commercio
TITOLO III. Igiene pubblica
TITOLO IV: Sicurezza pubblica
TITOLO V: Amministrazione comunale
TITOLO VI: Governo e servizio militare
TITOLO VII: Pubblica beneficenza
TITOLO VIII: Religione
TITOLO IX: Stato civile
TITOLO X: Affari diversi
Sarà invece variabile nel tempo l’articolazione in sotto-rubriche, per le quali si rinvia alle singole schede unità, e al cui interno faranno saltuariamente la loro ricomparsa referati e titoli. Con l’entrata in vigore della circolare del Ministero dell’Interno n. 17100 del 1 marzo 1897 (Circolare Astengo) fu stabilito un preciso titolario di classificazione della documentazione comunale.
In Bardolino si rileva una situazione ibrida sino al 1905-1907. In questi anni infatti venne formalmente adottato lo schema di classificazione della circolare Astengo sulla base delle quindici categorie individuate, ma le classi rimasero sostanzialmente invariate rispetto al periodo precedente. Fu solamente a partire dal 1906-1907 che il passaggio al nuovo titolario venne completato. Non mancarono tuttavia sino al 1967, ulteriori modifiche e adattamenti, sia nella denominazione delle categorie, che soprattutto in epoca fascista risentirono dello specifico lessico del regime, che nella distribuzione in classi, che furono ampiamente riorganizzate e denominate sulla base delle esigenze dell’amministrazione.
L’archivio risulta quindi composto, oltre che dalla documentazione prodotta dal Comune, da quella degli archivi aggregati della Congregazione di carità, con documentazione di alcuni pii istituti locali, e dall’Ufficio di conciliazione.
Questo inventario, relativo, come sopra specificato, ad uno specifico nucleo documentario, non può che essere considerato un lavoro provvisorio. I futuri interventi sulla documentazione che in questa sede non è stata analizzata consentiranno infatti di integrare il presente strumento di corredo, colmando magari lacune ora evidenziate.
Redazione e revisione:
Tommasi Cristina, 01/12/2011, riordino e inventariazione / Girardello Silvia, 01/12/2011, riordino e inventariazione