Altre denominazioni:
Musei Civici - Perugia
/ Museo Etrusco-Romano
/ Museo Preistorico dell'Italia Centrale
La storia delle collezioni dei musei civici archeologici di Perugia ha inizio nel 1790, con la donazione al Comune da parte del nobile perugino Francesco Filippo Friggeri della sua raccolta privata di oggetti antichi, che andò a costituire il primo nucleo del settore etrusco-romano del Museo; la collezione venne ordinata dapprima nel Palazzo dei Priori e quindi trasferita, nel 1812, nel Palazzo dell'Università, già Convento degli Olivetani, nella sede di Monte Morcino Nuovo. Nell'Ottocento Perugia fu un importante centro di studi archeologici e in particolare etruscologici e, nella prima metà del XIX secolo, durante il lungo periodo di direzione dell'archeologo G.B. Vermiglioli (1769-1848), primo professore di archeologia dell'Università di Perugia, le collezioni furono ulteriormente incrementate. Entrarono allora nel Museo importanti materiali e in primo luogo parte dei reperti venuti alla luce a seguito delle ricerche compiute nelle necropoli perugine, come il Sarcofago dello Sperandio e l'eccezionale complesso dei bronzi arcaici da Castel San Mariano, purtoppo in buona parte emigrati all'estero (Monaco di Baviera, Parigi, Londra). Entrò allora anche la collezione lapidaria formata a cura di Padre Galassi, conservata nel chiostro di S. Pietro, e un gruppo di materiali provenienti dalla dispersione della importantissima collezione Oddi, fino allora conservata nella villa di S. Erminio presso Perugia. Dopo la morte del Vermiglioli alla direzione del museo si susseguono illustri personalità del mondo culturale perugino, dallo studioso Ariodante Fabbretti (dal 1846 al 1849), al Conte Giancarlo Conestabile (dal 1850 al 1877), al Conte Giovan Battista Rossi Scotti (dal 1877 al 1881) e a Luigi Carattoli (dal 1881 al 1894), durante la cui direzione passò al Museo la ricca collezione del perugino Mariano Guardabassi, comprendente tra l'altro una eccezionale collezione di gemme; nel corso dell'Ottocento entrò nel Museo anche la raccolta etnografica di materiali africani di Orazio Antinori. Gli studiosi perugini che si avvicendarono nel corso della seconda metà del XIX secolo alla direzione del Museo, ne incrementarono con acquisti e donativi le collezioni, rifornendolo di nuclei cospicui dei materiali che venivano alla luce nel corso degli scavi compiuti nel territorio perugino e contribuendo quindi con le loro ricerche ad accrescere il prestigio e la fama della prestigiosa istituzione culturale. Dopo il Carattoli l'Istituzione restò per qualche tempo senza direzione finché il Comune nominò una Commissione per il suo riordinamento, di cui fece parte Giuseppe Bellucci, professore all'Università e poi più volte Rettore dell'Università di Perugia e Preside della Facoltà di Medicina e di Farmacia, a cui va ascritto il merito della nuova riorganizzazione delle collezioni e degli ambienti. Nel 1921, alla morte di Bellucci, viene destinata ai Musei la sua ricchissima collezione privata, comprendente, oltre al materiale geologico-paleontologico, materiale preistorico e protostorico proveniente da varie località dell'Italia centrale, acquisita con il contributo dello Stato, della Provincia e del Comune di Perugia a costituire il primo nucleo del Museo Preistorico, esposto dapprima a Palazzo Gallenga, poi a Palazzo Donini, mentre la eccezionale collezione di amuleti fu ceduta al Museo dallo stesso Bellucci per lascito testamentario. Il materiale etrusco-romano rimase in parte nel Palazzo dell'Università, in parte fu trasferito a Palazzo Donini, insieme alla collezione preistorica, finché nel 1948 tutta la raccolta fu trasferita e ordinata nel convento di S. Domenico. Alla direzione del Museo Etrusco Romano dal maggio 1922 fino almeno all'agosto 1923 è Pericle Perali, affiancato nel suo compito dall'assistente Anna Paoletti (che ricoprirà questo ruolo fino al 1927), e succeduto nell'incarico dal Sindaco Uccelli, che il 31 agosto 1924 inaugura nel salone centrale di Palazzo Gallenga il Museo preistorico intitolato a Giuseppe Bellucci. Il 30 novembre 1925 il Consiglio Comunale delibera di affidare l'incarico della direzione del Museo etrusco-romano e del Museo Preistorico all'avvocato Umberto Calzoni, il quale ricoprì questo ruolo fino all'anno della sua morte, avvenuta nel 1958, dedicandosi particolarmente al Museo preistorico, che si accrebbe allora del materiale proveniente dalle sue ricerche in Umbria e soprattutto sulla montagna di Cetona in Toscana. Negli anni immediatamente successivi, sfumata la possibilità di adibire a sede dei musei perugini Palazzo Gallenga (già sede del Museo Preistorico) e l'ex-convento di Santa Giuliana, vengono definitivamente sgombrati i locali di Palazzo Gallenga dall'esposizione preistorica della collezione Bellucci, che viene trasferita nei locali attigui al Museo Etrusco. Nel luglio del 1938 viene inaugurato dal Ministro Bottai nella sede del palazzo Donini il "Museo preistorico dell'Italia Centrale", al quale Calzoni lavorava già dal 1936; nel primo piano e nei sotterranei dello stesso palazzo vennero trasferiti, nel 1944, il materiale del museo etrusco-romano. Subito dopo la Guerra, tra il 1945 e il 1952, si decide in concreto e si realizza il trasferimento del Museo nei locali dell'ex convento di san Domenico che, una volta restaurato, viene inaugurato il 28 settembre 1952, accogliendo i materiali sia etruschi che romani, preistorici e protostorici. Nel luglio del 1955 si stipula una bozza di convenzione da parte del Comune affinché i locali dell'ex Convento di San Domenico e i materiali e le collezioni che compongono i Musei Civici passino in proprietà dello Stato. Gli atti di statizzazione occupano i due anni successivi e conducono, il 1 dicembre 1958, al passaggio allo Stato delle collezioni e dei locali di San Domenico e all'istituzione del nuovo "Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria", sotto la direzione di Umberto Ciotti, ispettore della Soprintendenza Archeologica di Roma distaccato in Umbria come Direttore dell'Ispettorato Archeologico di Spoleto, istituito nel 1949. A seguito degli scavi e delle ricerche compiuti negli anni recenti, soprattutto dopo l'istituzione (1964) della Soprintendenza alle Antichità dell'Umbria (poi Soprintendenza Archeologica), sono entrati nel Museo molti reperti, provenienti sia da trovamenti fortuiti che, in parte maggiore, scavati con criteri scientifici; in parte essi sono stati esposti nel Museo accanto ai materiali di più antica acquisizione.
Bibl.:
D. Manconi, Collezioni archeologiche e musei di perugia, in P. Vitellozzi, Gemme e cammei della Collezione Guardabassi nel Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria a Perugia, Perugia 2010, pp. 13-28 (con bibl. prec.).
I. Bratti, Forma Urbis Perusiae, Perugia 2007, pp. 00-00.
M. Saioni, M.C. De Angelis (a cura di), …Ti mostrerò cose mai viste. Gli scavi di Belverde nei diari di Umberto Calzoni, Perugia 2005.
M. Saioni (a cura di), Custodire l'antichità. La Soprintendenza per i beni Archeologici dell'Umbria 1964-2004, Perugia 2004.
M. Saioni (a cura di), Appunti d'artista. L'inventario dei Musei Civici di Perugia compilato da Walter Briziarelli, Perugia 2003.