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Da Airoldi a Burzio

  • Unità
  • Estremi cronologici: 1913 - 1971
  • Consistenza: 23
  • Contenuto:
    Il fascicolo contiene 23 sottofascicoli con lettere degli anni 1913-1971.
  • Criteri di ordinamento:
    I sottofascicoli sono stati ordinati alfabeticamente per corrispondente; l'ordine è cronologico al loro interno.
Unità: 23
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  • Unità:
  • Bertini Calosso Achille (1915 - 1954)

    • 1915-01-01 - 1954-12-31
    • Segnatura: 1.1.16
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 16
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 67 mss. e dss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere, tra le quali si segnala anche la corrispondenza di Emma Bertini Calosso:
      1. Timbro postale di posta militare, 29° divisione, 17. VI. 1915, c. 1, cartolina postale di carattere amichevole;
      2. Timbro postale di posta militare, 29° divisione, 04. VIII. 1915, c. 1, cartolina postale di carattere amichevole dal fronte;
      3. Porano (Terni), 11. IX. 1915, c. 1, lettera di Emma Bertini Calosso a Salvatorelli nella quale gli scrive della morte del padre di Achille e della sua impossibilità di tornare a casa;
      4. 131° Reggimento Fanteria, 11° Compagnia, 22. IX. 1915, c. 1, cartolina su carta intestata "Corrispondenza del Regio Esercito". Bertini Calosso ringrazia Salvatorelli della lettera scrittagli per la morte di suo padre;
      5. 131° Reggimento Fanteria, 11° Compagnia, 15. X. 1915, c. 1, cartolina su carta intestata "Corrispondenza del Regio Esercito". Bartini Calosso scrive a Salvatorelli dal fronte che "quassù siamo pieni di ardore e di fede, e ci dispiacerebbe troppo di lasciare finire la buona stagione senza tentare la possibilità di un successo decisivo";
      6. S. l., 21. XI. 1915 , c. 1, cartolina su carta intestata "Corrispondenza del Regio Esercito". Bertini Calosso scrive che è stato leggermente ferito e spera di rientrare a Roma dopo pochi giorni;
      7. Poggio Mirteto (Rieti), 14. VI. 1916, c. 1, cartolina postale. Bertini Calosso scrive a Salvatorelli di essere al campo delle reclute;
      8. R[...], 14. V. 1918, c. 1, cartolina su carta intestata "Ministero della guerra". Bertini Calosso comunica a Salvatorelli i dettami di una circolare del Ministero della guerra in merito ai luoghi, nei pressi del confine francese e di quello svizzero, nei quali la licenza è vietata, colla sola eccezione di militari che abbiano i familiari residenti in quelle zone;
      9. Roma, 09. VI. 1918, c. 1, lettera di auguri per il matrimonio di Salvatorelli;
      10. Roma, 25. I. 1922, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma". Bertini Calosso riporta a Salvatorelli le quotazioni dei cardinali papabili, ritenendo che alla fine il prescelto dal conclave sarà Ratti o, se non lui, Lafontaine. Riguardo il "successore al Viminale", invece, scrive che il nome potrebbe essere quello di Vittorio Emanuele Orlando. Ringrazia, infine, Salvatorelli per avergli inviato tre suoi articoli; 11. Roma, 03. II. 1922, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli le ultime novità che è riuscito a reperire in una chiaccherata con il nipote di monsignor [Ceretti], canonico di San Pietro, riguardo il conclave e le correnti interne ad esso a sostegno dei candidati al soglio pontificio;
      12. Roma, 06. VII.1924, c. 1, lettera su carta intestata "Regio Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte" di carattere amichevole;
      13. Roma , 15. VII. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza alla Gallerie e ai Musei, Roma" di carattere amichevole;
      14. Roma, 05. IX. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma" di carattere amichevole;
      15. Roma , 12. IX. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma" Bertini Calosso scrive a Salvatorelli che presto gli invierà una copia del suo ultimo saggio su Domenico Morelli e gli chiede di farne menzione su "Giornali e Riviste". Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      16. Roma, 18. IX. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli di aver ottenuto l'incarico della direzione della Galleria Borghese. Gli comunica poi di essere andato a trovare Angelo Andrea Zottoli e gli racconta di averlo trovato molto provato dalla morte del fratello Giampietro;
      17. Roma, 23. X. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Banca Nazionale dell'Agricoltura - Direzione". Filippo G[...], fratello di Emma Bertini Calosso, scrive a Salvatorelli, comunicandogli l'infelice sorte dell'appena nata figlia di Achille ed Emma;
      18. S. l., 05. XII. 1924, c. 1, lettera di carattere amichevole;
      19. Roma , 17. VI. 1925, c. 1, cartolina postale di carattere amichevole;
      20. [Roma], 06. VII. 1925, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma" di carattere amichevole;
      21. [Roma], 17. XII. 1925, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma". Bertini Calosso chiede a Salvatorelli se sia disposto a pubblicare in un'appendice de "La Stampa", un romanzo francese di cui un suo amico, professore di francese, gli ha parlato molto bene, mettendolo al corrente delle eventuali condizioni contrattuali con l'editore e il traduttore;
      22. Uscio (Genova), 17. XII. 1926, cc. 1+ 1, Bertini Calosso scrive a Salvatorelli di aver letto e apprezzato il suo "Vita di San Francesco d'Assisi", "libro che merita di essere conosciuto in Italia e fuori". Gli chiede poi "ancora un po' di pazienza nel custodirmi il manoscritto e nel farmi credito della somma che ti devo". Infine gli fa sapere di aver parlato con il professor Olivieri, suo cugino, il quale vive a San Francisco, è banchiere nonché fra i fondatori dell'Italy-America Society, e gli ha riferito che "tu potresti sperare in un buon successo morale finanziario se ti decidessi a fare un giro di conferenze, su argomenti di storia della Religione, nell'America del Nord. Condizione indispensabile, parlare con sicurezza l'inglese. Se l'argomento t'interessa, potremo ritornarci su allorché ci vedremo". Allega alla lettera, inoltre, una copia del documento inviato da lui stesso, come Soprintendente all'Arte medioevale e moderna dell'Umbria, datato Perugia, 09. XI. 1926, al Ministero dell'Antichità e Belle Arti contro l'edificazione di un monumento colossale a San Francesco sul Monte Subasio, con la notifica dell'interesse panoramico dell'intero monte, scrivendo che il Ministero gli ha dato completamente ragione e concludendo: "conto le settimane che ancora ci separano dalla fine dell'Anno Francescano: tra preti, frati e comitati, a non tenere gli occhi aperti, non so che cosa finirebbero per combinare";
      23. Perugia, 14. IX. 1927, c. 1, cartolina postale di carattere amichevole;
      24. Roma, 16. IX. 1928, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma - Il Direttore". Bertini Calosso invia le condoglianze a Salvatorelli per la morte della sorella Maria;
      25. Roma, 18. III. 1929, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma - Il Direttore". Bertini Calosso espone a Salvatorelli le ragioni che lo hanno portato ad apprezzare il suo "San Benedetto e l'Italia del suo tempo" e lo ringrazia per avergliene inviato una copia. Le uniche osservazioni critiche riguardano quattro punti: 1) l'esatta data della messa al bando dei combattimenti gladiatori dall'Impero romano: Salvatorelli nel volume afferma infatti che ciò avvenne intorno al 400 mentre, scrive Bertini Calosso, i suoi ricordi lo portano a retrodatare l'evento all'imperatore Costantino; 2) l'assenza di una descrizione topografica del monastero benedettino; 3) la carenza di informazioni riguardanti l'influenza dell'Ordine benedettino sulla cultura; 4) una trattazione troppo ristretta dedicata al divenire dell'Ordine benedettino dopo la morte del fondatore;
      26. Roma, 01. XI. 1929, c. 1, cartolina illustrata di carattere amichevole firmata Emma ed Achille Bertini Calosso;
      27. Perugia, 12. V. 1931, c. 1, cartolina illustrata di carattere amichevole;
      28. Perugia, 22. XII. 1931, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli di avergli inviato un fascicolo della "Miscellanea francescana", in cui si trovano un articolo e una recensione che lo riguardano. Gli comunica, inoltre, di aver riordinato la Galleria Borghese (e la notizia è uscita sui giornali), di aver ultimato il restauro della Chiesa di Sant'Agata a Perugia e che, se gli servissero dati e fotografie di questa per il volume che sta preparando sull'Umbria, è ben disposto a fornirglieli. La data cronica è dubbia: visto, infatti, il contenuto della lettera, potrebbe essere 22. I. 1931;
      29. Lido di Camaiore (Lucca), 15. VIII. 1931, c. 1, cartolina illustrata di carattere amichevole;
      30. Perugia, 26. II. 1932, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente". Bertini Calosso comunica a Salvatorelli che la domanda del suo amico Rosatelli all'Opera nazionale invalidi, il cui accoglimento era stato da lui caldeggiato, ha buone probabilità di essere accettata. Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      31. Roma, 26. III. 1932, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli che presto potrà dargli informazioni su dove e come reperire i libri che gli ha richiesto. Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      32. Perugia, 05. VIII. 1932, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente". Bertini Calosso ringrazia Salvatorelli per le parole espresse in occasione della morte di suo suocero, accenna alla situazione del suo raccomandato, Rosatelli, e scrive che, in seguito alle sue (di Bertini Calosso) insistenze, l'ufficio di Perugia è riuscito ad inserire Zottoli nella lista delle concessioni da fare ora: resta solo da aspettare l'autorizzazione a stipulare che deve provenire da Roma;
      33. Lido di Camaiore (Lucca), 16. VIII. 1932, c. 1, cartolina illustrata di saluti firmata Emma e Achille Bertini Calosso e Anna;
      34. Castiglione del lago (Perugia), 12. IX. 1932, c. 1, cartolina illustrata di saluti firmata Achille Bertini Calosso e [..?..];
      35. Lido di Camaiore (Lucca), 28. IX. 1932, c. 1, biglietto di carattere amichevole;
      36. Roma, 21. XI. 1932, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Galleria Borghese, Roma - Il Direttore". Bertini Calosso parla della questione riguardante Rosatelli. Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      37. Perugia, 23. XI. 1933, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente". Bertini Calosso comunica a Salvatorelli novità sulla situazione di Rosatelli. Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      38. Perugia, 13. IV. 1935, c. 1, cartolina illustrata. Bertini Calosso ringrazia Salvatorelli per avergli inviato una copia del suo ultimo volume (si tratta probabilmente de "Il pensiero politico italiano dal 1700 al 1870";
      39. Roma , 08. IV. 1937, c. 1, Bertini Calosso ringrazia Salvatorelli per quanto scrittogli in occasione della morte di Anna;
      40. Perugia, 24. VII. 1939, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli, in via confidenziale, in merito al superamento da parte di sua nipote dell'esame in cui era impegnata;
      41. Perugia, 05. VIII. 1939, c. 1, cartolina su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente". Bertini Calosso comunica a Salvatorelli vari titoli di libri sulla storia di Perugia che potrebbero risultargli utili, offrendosi di prestarglieli, se in suo possesso, o di acquistarglieli. Scrive, inoltre, di avergli inviato una copia di un suo ultimo saggio;
      42. Perugia, 14. X. 1939, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso scrive ancora a Salvatorelli a proposito di libri riguardanti la storia di Perugia, offrendosi di reperirglieli, su sua indicazione;
      43. Perugia, 29. XI. 1940, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso invia a Salvatorelli gli auguri per il matrimonio di sua figlia Anna Maria e scrive che non vi potrà prendere parte perché, quale Soprintendente ai monumenti e alla gallerie dell'Umbria, è impegnato nel tentativo di salvaguardare tali beni dalle ostilità belliche;
      44. Perugia, 17. VII. 1941, c. 1, cartolina su carta intestata "Regia Soprintendenza all' Arte medioevale e moderna dell' Umbria, Perugia - Il Soprintendente", di carattere amichevole;
      45. Assisi (Perugia), 01. X. 1941, c. 1, lettera di carattere amichevole di Emma Bertini Calosso a Salvatorelli, nella quale scrive di avergli inviato una foto fatta durante il loro recente incontro;
      46. Assisi (Perugia), [04. X.] 1941, c. 1, cartolina illustrata di carattere amichevole firmata Achille e Emma Bertini Calosso;|
      47. Roma, 22. X. 1941, c. 1, cartolina illustrata di carattere amichevole;
      48. Roma, 01. I. 1942, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso ringrazia Salvatorelli per avergli inviato un libro di Lionello Venturi, nonché il suo "Vent'anni fra due guerre". Gli comunica, inoltre, di aver acquistato per l'ufficio il suo" L'Italia comunale". Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      49. Perugia, 08. II. 1942, cc. 1+1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso ringrazia Salvatorelli delle parole espressegli in occasione della morte di sua sorella Francesca. Il resto della lettera è di carattere amichevole. Alla lettera è allegato il ritaglio del necrologio della sorella morta;
      50. Perugia, 22. XI. 1944, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli del suo lavoro in Umbria, facendogli un rendiconto in merito alle distruzioni o danneggiamenti ai monumenti storici dovuti ai bombardamenti e agli eccellenti risultati che è riuscito ad ottenere nella salvaguardia dei beni mobili della regione. A questo proposito è interessante segnalare l'ingegnoso modo da lui utilizzato: "Ho giocato d'astuzia, e quindi sempre ho murato opere e casse, col risultato che i tedeschi hanno passato le ultime settimane della loro permanenza in Umbria dormendo negli edifici monumentali da me scelti come ricoveri, contro le pareti da me alzate senza accorgersi di nulla". Fa, poi, a Salvatorelli i suoi auguri e complimenti per l'iniziativa de "La Nuova Europa". Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      51. Perugia, 05. VII. 1945, c. 1, lettera su carta intestata 'Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente" di carattere amichevole;
      52. San Martino in Campo (Perugia), 27. IX. 1945, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso chiede a Salvatorelli di mantenere il suo proposito di intervenire presso Venturi o De Ruggiero affinché si trovi il modo di "dare un aiuto decisivo" alla Galleria nazionale dell'Umbria di Perugia. Scrive, inoltre, di essere rimasto colpito dalle sue parole, in una lettera inviatagli, e da quanto riportato ne "La Nuova Europa", a proposito dellla preoccupante situazione politica italiana, nella quale non sarebbe da escludersi, e sarebbe anzi da temere, una "qualche mossa reazionaria audace". Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      53. Perugia, 02. VIII. 1946, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente". Bertini Calosso scrive a Salvatorelli di avergli inviato il primo volume di un'opera su Perugia, invitandolo con ciò a proseguire il suo lavoro sul capoluogo umbro e magari a pubblicarlo sul loro bollettino. Gli chiede, inoltre, di inviargli il dattiloscritto della sua comunicazione alla "Società di studi francescani";
      54. Perugia, 09. I. 1947, c. 1, cartolina su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente" di carattere amichevole;
      55. Perugia, 06. VI. 1947, c. 1, Bertini Calosso scrive a Salvatorelli di aver ricevuto la lettera nella quale gli comunicava la sua nomina a commissario di una Deputazione. Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      56. Perugia, 19. VI. 1947, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Soprintendenza ai monumenti e alle gallerie dell'Umbria - Il Soprintendente" di carattere amichevole;
      57. Roma, 05. XI. 1948, cc. 2, lettera di Salvatorelli ad Aldo Garosci nella quale garantisce la rettitudine e competenza di Achille Bertini Calosso, dopo l'articolo diffamatorio apparso su "Italia Socialista";
      58. Venezia, 21. VIII. 1952, c. 1, cartolina illustrata di carattere amichevole firmata da Achille e Emma Bertini Calosso, Giorgio, Fausto Franco, Gina; ci sono altri due nomi che non è stato possibile leggere;
      59. Santa Maria degli Angeli - Assisi (Perugia), 07. IX. 1952, c. 1, cartolina illustrata di saluti con varie firme tra cui Achille e Emma Bertini Calosso;
      60. Roma, 14. III. 1954, c.1, lettera non diretta a Salvatorelli ma a "Giorgio" e firmata da Pio [Rayon];
      61. Roma, 30. VI. 1954, c. 1, lettera su carta intestata ''Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte, Roma" di carattere amichevole;
      62. S. l., [ante 24. X. 1954] c. 1, biglietto di ringraziamento, firmato Emma Bertini Calosso, per le parole sul padre morto da poco;
      63. Roma, 24. X. 1954, c. 1, lettera su carta intestata "Società romana di storia patria" di Emilio Re a Salvatorelli in cui gli chiede di commemorare Achille Bertini Calosso per conto della "Società romana di storia patria";
      64. S. l., s. d., c. 1, biglietto d'auguri.

  • Bianchi Ugo (1968 - 1970)

    • 1968-01-01 - 1970-12-31
    • Segnatura: 1.1.17
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 17
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 2 mss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. S.l., 19. XI. 1968, c. 1, Ugo Bianchi scrive di allegare alla lettera una circolare e la copia di una precedente missiva;
      2. Roma, 11. IX. 1970, c. 1, Bianchi invia a Salvatorelli una copia della sua "Introduzione alla storia delle religioni" edita da UTET al fine di chiarire un loro precedente scambio di opinioni su "La Stampa".

  • Bobbio Norberto (1971)

    • 1971-01-01 - 1971-12-31
    • Segnatura: 1.1.18
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 18
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di c. 1 ms..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. Torino, 22. III. 1971, c. 1, Norberto Bobbio ringrazia Salvatorelli per la lettera di incoraggiamento da lui inviata al Centro Gobetti e per aver ricevuto con essa sue notizie. Lo informa, inoltre, della sua venuta a Roma ai Lincei, dove "mi pare, tutto sommato, di perdere tempo" e della sua attività universitaria, concludendo: "L'università ha bisogno, più che mai, di giovani. Gli studenti ormai non sanno più che farsene di noi: sarebbe ora che andassimo in pensione".
      Si segnala la presenza di altra corrispondenza tra Bobbio e Salvatorelli nella sottoserie "Enti pubblici e privati vari" della serie "Rapporti con enti pubblici e privati".

  • Borgese Giuseppe Antonio (1949 - 1950)

    • 1949-01-01 - 1950-12-31
    • Segnatura: 1.1.19
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 19
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 4 mss. e dss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. Roma, 04. X. 1949, c. 1, minuta di Salvatorelli nella quale si dice dispiaciuto di non aver potuto incontrare Borgese nella sua recente visita a Roma. Lo rende, inoltre, partecipe della sua vicinanza al movimento "per una Comunità o Stato mondiale" richiedendogli maggiori informazioni e qualche pubblicazione sull'argomento, così da poterne eventualmente fare menzione su "La Stampa";
      2. Chicago, 02. XI. 1949, c. 1, lettera su carta intestata "Commitee to frame a world constitution. The University of Chicago". Giuseppe Antonio Borgese comunica a Salvatorelli l'arrivo della sua del 4 ottobre, spera che la sua azione a sostegno di un progetto federalista europeo e mondiale risulti persuasiva negli ambienti intellettuali italiani, gli fornisce gli estremi della pubblicazione, in traduzione italiana e con l'introduzione di Piero Calamandrei, del disegno preliminare di Costituzione universale secondo i principi del suo movimento e gli invia alcuni numeri recenti della rivista "'Common Cause";
      3. Chicago, 08. III. 1950, c. 1, lettera su carta intestata "Commitee to frame a world constitution. The secretary. The University of Chicago". Borgese comunica di aver letto l'articolo di Salvatorelli "Atlantico e Pacifico" su "La Stampa" del 31 gennaio e spera in un prossimo arrivo in Italia per poter discutere di persona delle concordanze e diversità di vedute sul progetto federalista. Invita, inoltre, Salvatorelli a scrivere di nuovo e in maniera più analitica sull'argomento. Sulla lettera sono presenti appunti manoscritti di Salvatorelli;
      4. Roma, 14. IV. 1950, c. 1, minuta di Salvatorelli nella quale ringrazia l'amico per l'invio dei numeri della rivista "Common cause" e per la sua dell'8 marzo, rassicurandolo circa la ripresa dell'argomento sulle colonne de "La Stampa". Lo informa, inoltre, della sua adesione al Movimento federalista europeo e alla campagna per la petizione federalista.

  • Brosio Manlio (1945 - 1964)

    • 1945-01-01 - 1964-12-31
    • Segnatura: 1.1.20
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 20
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 5 mss. e dss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. Roma, 15. IX. 1945, c. 1, lettera su carta intestata "Consiglio dei Ministri. Il Vice Presidente". Manlio Brosio si congratula con Salvatorelli per la sua attività a "La Nuova Europa" e alla Consulta;
      2. Washington D.C., 18. VIII. 1959, c. 1, lettera su carta intestata "Ambasciata d'Italia. Washington D.C.". Brosio comunica a Salvatorelli di aver letto il suo articolo su "La Stampa" dell'11 agosto concernente il dialogo con l'URSS, dichiarandosi d'accordo sulla più parte di esso e richiedendo chiarificazioni su alcuni punti un po' sibillini. Lo informa, inoltre, delle possibilità lavorative che sono stata prospettate a sua nipote, dopo la sua raccomandazione;
      3. Roma, 26. VIII. 1959, c. 1, minuta di Salvatorelli, nella quale fornisce le spiegazioni richieste nella precedente lettera da Brosio;
      4. Parigi, 05. XI. 1961, c. 1, lettera su carta intestata "L'ambasciatore d'Italia". Brosio dice di leggere sempre gli articoli di Salvatorelli e di felicitarsi di essere spesso in accordo con lui. Lo invita, però, anche a maggiore chiarezza, con particolare riferimento all'articolo apparso il giorno stesso, 5 novembre;
      5. Parigi, 23. V. 1964, c. 1, lettera su carta intestata "L'ambassadeur d'Italie". Brosio ringrazia sentitamente Salvatorelli dei suoi recenti saluti e per la vicinanza dimostratagli in un momento per lui delicato. Lo informa, inoltre, della costante lettura dei suoi articoli e dell'accordo che il più delle volte suscitano in lui le sue riflessioni.

  • Brunori Ernesto (1960 - 1961)

    • 1960-01-01 - 1961-12-31
    • Segnatura: 1.1.21
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 21
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 23 mss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. Sinalunga, 03. IX. 1960, cc. 2, lettera su carta intestata "Amministrazione Brunori-Tiezzi". Ernesto Brunori scrive a Salvatorelli, dopo aver presentato le sue credenziali di amico di Piero Gobetti, di Giovanni Spadolini, etc..., chiedendogli di dare una mano a sua figlia, laureanda in giurisprudenza all'Università degli studi di Siena, nel reperimento di documenti e informazioni utili alla stesura della sua tesi dal titolo "I rapporti fra Stato e Chiesa in Toscana tra dal 1851 al 1861";
      2. Sinalunga, 16. IX. 1960, c. 1, cartolina su carta intestata "Studio dell'Avv. Ernesto Brunori". Brunori ringrazia Salvatorelli, anche a nome di sua figlia, per la lettera speditagli;
      3. Firenze, 02. XII. 1960, cc. 2, lettera su carta intestata "Studio legale Brunori". Brunori scrive a Salvatorelli di aver letto la seconda edizione del libro "Giolitti e i cattolici" del comune amico Giovanni Spadolini e, avendo iniziato a scrivere una lettera a Spadolini a commento dell'opera, si è ritrovato a redigere una sorta di saggio-recensione che vorrebbe pubblicare in qualche rivista; a questo scopo chiede aiuto a Salvatorelli;
      4. Firenze, 14. XII. 1960, c. 1, cartolina su carta intestata "Studio dell'Avv. Ernesto Brunori" di ringraziamento;
      5. Firenze, 22. XII. 1960, c. 1, lettera di auguri;
      6. S. l., 30. XII. 1960, cc. 9, Brunori scrive a Salvatorelli di aver letto il suo saggio su Giolitti apparso sulla "Rivista Storica Italiana" nel 1930, di ritenere che la trattazione dello scandalo della Banca romana sia da lui eccessivamente minimizzata e di pensare, stando ai fatti da lui conosciuti, che sia impossibile non condannare Giolitti per la sua azione in questo contesto. Esclude, inoltre, ogni possibile interpretazione della vicenda come "congiura di palazzo" volta a incastrare Giolitti;
      7. Roma, 07. I. 1961, cc. 2, minuta di Salvatorelli nella quale smentisce le critiche mosse da Brunori nella sua precedente, affermando che nel suo saggio su Giolitti non ha minimizzato né ingrandito la scandalo della Banca romana e ciò per non essersi occupato di proposito in quel luogo dello scandalo medesimo;
      8. Firenze, 10. I. 1961, cc. 4, Brunori scrive a Salvatorelli, rispondendo alla sua precedente, di rimanere sulle posizioni già espresse, citando a conferma della tesi sulla colpevolezza di Giolitti nello scandalo della Banca romana una serie di libri da lui letti, additando in Croce il responsabile della immeritata fortuna di Giolitti e aggiungendo che la sua tesi sarà più dettagliatamente esposta nel saggio intorno a Giolitti e i cattolici che sta stampando a sue spese e che spera di far pubblicare su qualche rivista;
      9. S. l. , 11. X. 1961, c. 1, minuta di Salvatorelli nella quale scrive a Brunori che non intende rispondere alla sua astiosa lettera, visto lo scarso riguardo che ha dimostrato di avere nei confronti della sua ricostruzione storica, come dell'opera di Piero Gobetti, Nino Valeri, Benedetto Croce, Giovanni Giolitti, Giovanni Spadolini, Francesco Crispi..., tutti indistintamente e saccentemente criticati da Brunori.

  • Buonaiuti Ernesto (1914 - 1941)

    • 1914-01-01 - 1941-12-31
    • Segnatura: 1.1.22
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 22
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 95 mss. e dss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. Roma, 19. I. 1914, c. 1, Ernesto Buonaiuti scrive a Salvatorelli a proposito del concorso per la cattedra all'Università degli studi di Roma, rassicurandolo in merito all'opinione che di lui ha il professor Federici, il quale non ha espresso giudizio negativo nemmeno riguardo i suoi "antichi rapporti con la Soc[ietà] Rom[ana] di St[oria] Patria";
      2. Roma, 29. I. 1915, c. 1, Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver parlato con Umberto Fracassini in merito al concorso per la cattedra di Roma e che costui si è detto d'accordo con lui nella proposta di inviare al ministro una domanda collettiva dei partecipanti, richiedendo un sollecito nella risoluzione del concorso stesso. Chiede, quindi, a Salvatorelli di avvertire dell'iniziativa anche Salvatore Minocchi, la cui firma è necessaria per la richiesta. Si congratula, infine, per l'articolo di Salvatorelli pubblicato sul settimanale "Italia Nostra";
      3. Roma, 14. II. 1915, c. 1, Bonaiuti propone a Salvatorelli, vista la mancata risposta di Minocchi alla lettera inviatagli da Guglielmo Quadrotta, di inviare ugualmente, senza la firma di Minocchi, la richiesta di sollecito per la risoluzione del concorso universitario al ministro e chiede a Salvatorelli "più pratico di procedure minervine", di redigerla. Si chiede, quindi, se si potrà avere con essa una convocazione in breve tempo, ora che si è stabilita la permanenza di Alessandro Chiappelli nella commissione esaminatrice. Invita, infine, Salvatorelli a inviare al Bollettino una rassegna, come gli aveva promesso;
      4. [Roma], 10. II. 1918, c. 1, cartolina postale di carattere amichevole;
      5. Roma, 18. I. 1921, cc. 2, Buonaiuti scrive a Salvatorelli della critica situazione in cui si trova dopo la scomunica e la sospensione "a divinis" comminatagli dal Santo Ufficio. Si dice felice che Salvatorelli voglia "commentare il decreto mostruoso, il suo significato e la sua portata" e gli rende nota la sua incredulità al momento della consegna del documento che lo riguardava da parte di due uscieri del Santo Uffizio; infatti, "dopo i violentissimi attacchi della "Civiltà Cattolica" io mi aspettavo una sospensione "a divinis", un qualsiasi processo canonico", non invece una totale recissione dal corpo della Chiesa. Comunica, quindi, a Salvatorelli che a breve scriverà un memoriale al papa nel quale negherà risoltutamente di aver, colla sua opera, voluto negare un dogma e metterà in guardia dal continuare ad usare i metodi di Pio X in tali istanze. "Io mi sento oggi - scrive Buonaiuti dando forma alla sua volontà - prete nell'anima, come ieri, più di ieri. Intendo rimanere fedele a tutti i doveri e a tutta la responsabilità religiosa del mio sacerdozio cattolico. Ma in pari tempo intendo continuare, tranquillamente, la mia opera di studioso, che ha i doveri e i diritti della lealtà scientifica", il tutto nell'intento di "armonizzare e rifondere, in una foggia di più alta esperienza, i risultati della critica religiosa e le eterne idealità del cristianesimo";
      6. Roma, 21. V. 1921, c. 1, cartolina illustrata. Buonaiuti scrive a Salvatorelli all'inizio della "mia laboriosa convalescenza, dopo la crisi fisica e morale" molto pesante avuta in seguito alla scomunica, chiedendogli di inviargli una copia de "La Stampa" del 23 aprile;
      7. Roma, 25. I. 1922, c. 1, lettera su carta intestata "Il Mondo - Direzione". Buonaiuti scrive a Salvatorelli dell'impreparazione ecclesiastica dopo la morte di Benedetto XV, gli espone la sua idea, diversa da quella di Salvatorelli, secondo la quale il conclave si dividerà in due correnti, una di cardinali francesi, polacchi e inglesi, l'altra di tedeschi, spagnoli e irlandesi e che gli italiani si avvicineranno all'una o all'altra, e che intorno al problema della riconciliazione con l'Italia passerà il fronte delle divisioni cardinalizie. Non si sbilancia, però, sul nome del probabile futuro papa e invita Salvatorelli a leggere il suo articolo per "Il Mondo" che uscirà la sera stassa;
      8. Roma, 25. VIII. 1922, c. 1, lettera su carta intestata "Tipografia del Senato". Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per l'articolo scritto circa un mese prima e apparso su "La Stampa" riguardo i manuali di Nicola Turchi e Geroge Foot Moore e gli chiede di svolgere un'azione concorde in merito alla commissione giudicatrice che le facoltà dovranno nominare per il concorso di Napoli;
      9. Roma, 12. XI. 1922, c. 1, lettera su carta intestata "Il Mondo - Direzione". Buonaiuti scrive a Salvatorelli che, nonostante la marcia su Roma e il cambio di regime, non cambierà in nulla le sue posizioni. Gli fa inoltre sapere che "i rappresentanti dell'autoctisi [il riferimento è a Giovanni Gentile e ai gentiliani]" si stanno impegnando per far escludere dalla commissione giudicatrice del concorso per l'Università degli studi di Napoli lui, Salvatorelli e Alessandro Chiappelli e che pare che a capo di tale mossa ci sia De Sanctis; gli consiglia, poi, di muoversi in senso inverso;
      10. Roma, 29. XI. 1922, c. 1, cartolina illustrata. Buonaiuti si complimenta con Salvatorelli per la replica a Gentile apparsa su "La Stampa" del 25-26 novembre. La lettera contiene i complimenti anche di Ubaldo Faldati;
      11. Roma 26. XII. 1922, cc. 2, lettera su carta intestata "Regia Università degli studi di Roma. Scuola orientale". Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver letto la risposta di Gentile al suo articolo e poiché in essa era presente l'insinuazione di Gentile che Buonaiuti fosse l'autore di una nota critica su Adolfo Omodeo apparsa su "Coscienza", chiede a Salvatorelli se voglia smentire tale insinuazione sulle colonne de "La Stampa". Gli scrive, inoltre, di avergli inviato due volumi della raccolta cristiana antica e gli chiede di parlarne su "La Stampa";
      12. Campello sul Clitunno (Perugia), 06. I. 1923, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Università degli studi di Roma. Scuola orientale - Il Direttore". Buonaiuti scrive a Salvatorelli di condividere quanto da lui scrittogli nelle ultime lettere, ossia la necessità "nella presente situazione di completo traviamento della psicologia nazionale", di impegnarsi per ristabilire una via di rinsavimento attraverso una costante e tenace produzione culturale impostata a comuni principi e unità delle forze al di là delle insostanziali differenze. Scrive, inoltre, di avergli inviato numerose pubblicazioni della rivista o del giornale per cui lavora, affinché ne faccia l'uso che meglio crede;
      13. Roma, 10. II. 1923, cc. 2, lettera su carta intestata "Il Mondo - Direzione". Buonaiuti scrive a Salvatorelli che gli invierà alcune lettere di personalità ecclesiastiche da pubblicare, ma solo poche e nei momenti in cui più eclatante gli parrà il dissidio tra quanto lì scritto e la versione pubblica. Buonaiuti, inoltre, in risposta a tesi di Salvatorelli, difende la legittimità della sua distinzione tra posizioni esoteriche e posizioni essoteriche discordanti, da lui assunte nei confronti della Chiesa. Le motivazioni addotte da Buonaiuti a tale divisione sono da ritrovarsi nella necessità di "predicare, senza posa, la solidarietà nella palingenesi cristiana", atto questo che, per non passare da segno di follia e risultare quindi inutile o controproducente, deve "porsi sotto l'egida della tradizione. Ci seguirà questa o si irrigidirà nelle sterili contemplazioni del suo passato?". Buonaiuti conclude notando, a suo sostegno, come "I movimenti più innovatori sono stati quelli che hanno mosso i primi passi sotto le mani di istituzioni non rinnovabili";
      14. Roma, 02. XI. 1923, c. 1, cartolina postale. Buonaiuti si congratula con Salvatorelli per un suo recente articolo; gli dice che, appena potrà, risponderà alle sue osservazioni conclusive con un articolo su "Il Mondo" e gli chiede di inviargli dieci copie de "La Stampa" del 27-28 ottobre;
      15. Roma, 06. XII. 1923, cc. 2, Buonaiuti chiede a Salvatorelli, viste le difficili condizioni economiche in cui versa "Il Mondo", di poter collaborare regolarmente a "La Stampa" con due o tre articoli mensili, al fine principalmente di far quadrare il proprio bilancio personale;
      16. Roma, 27. XII. 1923, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Università degli studi di Roma". Buonaiuti scrive a Salvatorelli in merito alla sua nuova collaborazione quotidiana a "La Stampa", consistente nell'inviare giornalmente al quotidiano torinese, da Roma, le notizie vaticane degne di segnalazione, chiedendogli i tempi in cui dovrà effettuare le comunicazioni e i modi per entrare in rapporto con l'ufficio di corrispondenza romana de "La Stampa". Gli scrive, inoltre, di essere disponibile ad iniziare il lavoro dal primo gennaio;
      17. Roma, 14. II. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Tipografia del Senato". Buonaiuti scrive a Salvatorelli, dopo un suo rimprovero, che lascerà il servizio, incompatibile con l'incarico a "La Stampa"; gli chiede, inoltre, di inviare ogni tanto note vaticane al comune amico Mario Missiroli e gli dice che, per il suo giornale, si dedicherà unicamente ad articoli di terza pagina. Si congratula, poi, con Salvatorelli per l'articolo dal titolo "Panorama elettorale";
      18. Roma, 03. IV. 1924, cc. 2, lettera su carta intestata "Biblioteca di critica religiosa diretta da Ernesto Buonaiuti. Editore: F. Campitelli, Foligno". Buonaiuti scrive a Salvatorelli dopo la seconda scomunica, contemplante anche il divieto di insegnare all'Università, dicendogli di aver tenuto ugualmente lezione, dopo aver avvisato il cardinal vicario e l'assessore del Sant'Uffizio che intendeva ricorrere direttamente al papa e con ciò reputando il divieto sospeso, in attesa della decisione definitiva. A questo proposito scrive che "chiedere che io paghi la mia reintegrazione con una rinuncia alla cattedra significa, nello stato attuale della cultura italiana, chiedermi una diserzione". Confida, comunque, in un esito positivo del suo ricorso. Comunica, poi, la sua decisione di abbandonare l'incarico presso "La Stampa" poiché "che uno scomunicato assolva il mandato di corrispondente vaticano di un grande quotidiano mi pare cosa poco ragionevole", riservandosi però, se graditi, di inviare articoli di terza pagina al quotidiano torinese;
      19. Roma, 19. V. 1924, c. 1, cartolina illustrata. Buonaiuti chiede a Salvatorelli quanto tempo gli occorra ancora per consegnargli l'originale del volume sul Cristianesimo e Impero nei primi tre secoli, che si era impegnato a scrivere per la "Biblioteca";
      20. Roma, 29. V. 1924, c. 1, lettera su carta intestata "Tipografia del Senato". Buonaiuti accetta la proposta di Salvatorelli, secondo la quale il suo volume sul Cristianesimo e Impero sarà in tipografia entro il 1925 e gli scrive del carattere desiderato per i libri di tale collezione. Lo aggiorna, poi, circa la sua situazione riguardante la scomunica, comunicandogli che essa pare ormai stabilizzatasi nell'instabilità, consistente sostanzialmente nel fatto che "Non intendo (...) costituirmi ribelle.(...) La mia fede di prete è più salda che mai: ma la mia volontà di non lasciare la cattedra ad un Omodeo qualsiasi - già all'agguato - è incrollabile.";
      21. Roma, 24. VI. 1924, cc. 2, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli dopo il sequestro e l'assassinio fascista di Giacomo Matteotti, raccontandogli della sua preoccupazione e del suo sbigottimento. A proposito di come l'evento sia stato recepito dagli ambienti ecclesiastici, Buonaiuti scrive che la Chiesa sembra sia stata colta da "una specie di sottile paralisi, per cui alla sensazione immediata del pericolo non corrisponde una reazione piena ed adeguata" ed addita la principale responsabilità di tale condizione ai padri gesuiti "che vanno obliquamente pescando nel torbido". Scrive, inoltre, che a suo parere, nemmeno la grande massa della popolazione ha ancora compreso del baratro che il regime fascista sta aprendo sotto i suo piedi ed è pertanto più facile speculare su tale stato di incoscienza. Dice, poi, di aver letto come una sfida all'opinione pubblica l'attacco fatto da Luigi Federzoni ad Alfredo Frassati a mezzo di un telegramma, nel quale definiva sleale e non serena la campagna de "La Stampa" contro il fascismo, senza voler qualificare invece quella de "Il Popolo d'Italia" contro le opposizioni. Infine propone nuovamente a Salvatorelli di dar vita, insieme a Adriano Tilgher, Francesco Papafava e Giorgio Levi Della Vida, ad una nuova e combattivia rivista;
      22. Roma, 05. VII. 1924, cc. 2, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli, dopo sollecito di costui, che invierà con maggiore completezza le informazioni per "La Stampa" e gli chiede se potrà riavere il suo articolo su Erasmo che non fu pubblicato da "La Stampa" medesima. Gli chiede, poi, novità sul suo volume per la "Biblioteca" e, affrontando la situazione politica italiana, rileva che "Il mondo ecclesiastico è cieco e sordo alle terribili incognite del momento e, frazionandosi in tutte le correnti, si lascia sfuggire il controllo spirituale degli avvenimenti' accusando ancora i gesuiti dell'attuale inazione ecclesiastica. Si dice, infine, concorde con Salvatorelli nell'idea di conservare il progetto della rivista per altri tempi;
      23. Roma, 17. VII. 1924, c. 1, lettera. Buonaiuti conferma a Salvatorelli il contrasto esistente tra "Civiltà Cattolica" e Casa Generalizia della Compagnia del Gesù. Parla, poi, della ordinanza di luglio del governo Mussolini e scrive di aver trovato molti amici d'accordo sull'idea di Salvatorelli circa "l'estrema ratio";
      24. Roma, 22. IX. 1924, cc. 2, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli che dal primo ottobre lascerà l'incarico a "La Stampa", nonostante la proposta di continuare, fattagli da Salvatorelli stesso e Vittorio Banzatti. Gli comunica, però, la sua intenzione di dar vita, "a mio rischio e a mio carico", ad una nuova rivista di studi critico-religiosi e spera in una sua costante collaborazione. Richiede, infine, a Salvatorelli i suoi ariticoli, non pubblicati da "La Stampa", su Erasmo e sui due cristianesimi, affinché provi a farli pubblicare altrove;
      25. Milano. 03. V. 1925, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Università degli studi di Roma. Scuola di studi storico-religiosi". Buonaiuti scrive a Salvatorelli dalla Università proletaria di Milano, dove terrà una conferenza sul cristianesimo primitivo e si dice contento di questo invito "da parte di un organismo di così marcato colore proletario. Penso anch'io che la tradizione del cattolicesimo sarà salvata da una reviviscenza di spirito rivoluzionario". Difende però, contro Salvatorelli, la necessità di un aspetto ascetico estraneo alla concreta vita politica come valido strumento di critica e annichilimento di una pessima politica concreta;
      26. Roma, 23. VII. 1925, cc. 2, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver avuto rinnovata la proposta fattagli da Calogero Tumminelli di collaborare, per la parte scientifico religiosa, alla "Enciclopedia Italiana" e di aver risposto che avrebbe accettato solo a patto che venissero rispettate le seguenti condizioni: 1) apoliticità della pubblicazione; 2) serietà storico-scientifica nell'assegnazione e redazione delle voci; 3) autonomia assoluta della parte storico-religiosa dalle altre; 4) trattative da svolgersi solo con Tumminelli e mai con Gentile; 5) accettazione di altri studiosi nell'iniziativa, quali lo stesso Salvatorelli, Levi Della Vida, Giorgio La Piana, Motzo. Vista l'accettazione delle richieste da parte di Tumminelli, chiede a Salvatorelli se non sia proprio il caso di partecipare all'impresa. Ringrazia, infine, Salvatorelli per l'annuncio dato del suo Manuale;
      27. Roma, 18. XI. 1925, cc. 3, lettera su carta intestata "Enciclopedia delle enciclopedie. A. F. Formiggini Editore, Roma". Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver rifiutato l'incarico presso la Treccani e di aver invece proposto ad angelo Fortunato Formiggini di creare una nuova enciclopedia, proposta accettata con entusiasmo e della quale il piano dell'opera fu annunciato nell'ultimo numero de "L'Italia che scrive". Si dice quindi certo che Salvatorelli vorrà dare la sua adesione al progetto e gli comunica che a breve gli invierà l'elenco delle voci spettantigli;
      28. Roma, 30. XI. 1925, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Università degli studi di Roma. Scuola di studi storico-religiosi". Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per l'adesione al progetto dell'Enciclopedia per Formiggini, gli scrive che quanto prima gli invierà l'elenco delle voci che vorrebbe fossero trattate da lui e gli indica orientativamente il compenso per pagina. Gli fa, inoltre, sapere che Levi Della Vida ha deciso di collaborare sia a questa, che all'"Enciclopedia Italiana". Infine, si dice felice di quanto scrittogli in una sua precedente da Salvatorelli riguardo un'assidua sua collaborazione alla rivista "Ricerche Religiose";
      29. Roma, 22. I. 1926, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli che la voce "Mandei" dell'Enciclopedia rimane a lui e gli comunica l'adesione di La Piana all'iniziativa, avendo questo rifiutato recisamente la proposta di collaborazione alla Treccani. Augura, poi, a Salvatorelli un felice esito per la sua vertenza e, riguardo alla sua proposta di un volume che raccolga vari suoi scritti, pur condividendone l'idea, gli chiede maggiori informazioni a riguardo;
      30. Roma, 30. I. 1926, c. 1, lettera su carta intestata "Ricerche Religiose - Il Direttore". Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per il "fraterno messaggio" inviatogli e scrive di non aver nessuna intenzione di abbandonare la cattedra, anche se teme che il governo si adopererà per levargliela. In ogni caso, scrive, "Troverò ugualmente una tribuna: e avrò chi mi ascolti.";
      31. Roma, 16. XI. 1927, c. 1, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per la rassegna di De Stefano, ma gli scrive che da lui vorrebbe qualcosa di più per "Ricerche Religiose'. Chiede, inoltre, di inviargli l'articolo che sta scrivendo sull'attuale situazione intorno allo studio del cristianesimo delle origini affinché possa inviarlo a La Piana che lo pubblicherà nella "Harvard Theological Review". Gli scrive, poi, di aver raggiunto con Formiggini l'accordo secondo il quale avranno un anno di tempo da quando verrà fissato il periodo di pubblicazione dell'Enciclopedia religiosa. Infine, si lamenta di essere stato tolto "da quell'insegnamento, che è la mia vocazione e la mia passione" e gli racconta di aver avuto un colloquio con il ministro, il quale è stato da lui costretto, alla fine, ad ammettere che, qualora ritornasse ad insegnare, promulgherebbe una lettera colla quale si arrogherebbe il diritto di spostare docenti universitari nelle biblioteche, applicandola immediatamente al suo caso;
      32. Roma, 23. III. 1928, cc. 2, lettera su carta intestata "Ricerche Religiose - Il Direttore". Buonaiuti porge a Salvatorelli gli auguri per la nascita del terzo figlio, lo ringrazia per l'approvazione che ha dato a "Ricerche Religiose", lo invita ad inviargli saggi sulla politica costantiniana e spiega la presenza in essa di spunti polemici, non particolarmente graditi da Salvatorelli, con la sua appassionante ripresa del programma modernista. Lo ringrazia, infine, della promessa di menzionare il suo lavoro sull'Africa cristiana;
      33. S. l., [22]. VI. 1928, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aspettare il suo articolo destinato all' "Harvard Theological Review" e ritiene non ci debba essere nulla in contrario a che il saggio venga stampato anche sulla rivista di Pietro Egidi;
      34. Roma, 04. VII. 1928, cc. 2, lettera con simbolo recante la scritta "Pax" e stampato a margine "Abbaye de S. André, Lophem (Belgique)". Buonaiuti si complimenta con Salvatorelli per il suo bilancio sulla letteratura scientifica riguardante il cristianesimo delle origini (si tratta del saggio "Da Locke a Reitzenstein. L'indagine storica delle origini cristiane") e scrive che, completate le date mancanti, spedirà il lavoro a La Piana perché lo faccia pubblicare nella "Harvard Theological Review"; spera, inoltre, che non ci voglia troppo tempo per la traduzione. Gli suggerisce, quindi, di pubblicarlo nella "Biblioteca storica" diretta da Egidi;
      35. Roma, 10. iX. 1928, cc. 2, lettera con intestazione "Pax Christi". Buonaiuti scrive di essere appena tornato da un viaggio in Calabria "alla ricerca delle orme di Gioacchino da Fiore" e, rispondendo ad una precedente di Salvatorelli del 3 ottobre, dice di aver inviato a La Piana il suo saggio, che verrà pubblicato; gli invia, inoltre, l'indirizzo di quest'ultimo per eventuali informazioni o per concordare ulteriori lavori;
      36. Roma, 25. IX. 1928, c. 1, cartolina illustrata. Buonaiuti chiede a Salvatorelli di collaborare più di sovente a "Ricerche Religiose" e gli chiede un capitolo del suo "San Benedetto e l'Italia del suo tempo" da pubblicarvi;
      37. Roma, 29. IX. 1928, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di inviargli la sua nota sulla morte di San Benedetto e gli dice che verrà pubblicata sul fascicolo di novembre di "Ricerche Religiose". Gli chiede, di nuovo, di spedire, per la medesima rivista e forse per il medesimo numero, un capitolo del suo "San Benedetto e l'Italia del suo tempo";
      38. Roma, 04. X. 1928, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di attendere il materiale che gli ha promesso per la rivista, ma che, forse, non riuscirà a pubblicare il capitolo del suo "San Benedetto e l'Italia del suo tempo" sul fascicolo di novembre per ragioni di spazio;
      39. Roma, 09. X. 1928, c. 1, lettera. Buonaiuti conferma a Salvatorelli che la sua nota sulla morte di San Benedetto uscirà sul fascicolo di novembre, ma si dice perplesso sulla tesi in esso contenuta, rilevando dubbi in particolare sull'affidabilità della fonte usata, i "Dialoghi di Gregorio Magno". Gli scrive che, seppure il libro sul santo di Norcia dovesse uscire in dicembre, ciò non ostacolerebbe la pubblicazione nel fascicolo di gennaio di "Ricerche Religiose" di un suo capitolo;
      40. Roma, 13. XII. 1928, cc. 2, lettera su carta intestata "Regia Università di Roma. Scuola di studi storico-religiosi". Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver letto il suo "San Benedetto e l'Italia del suo tempo" e di averlo apprezzato e gli propone, vista la prossima pubblicazione del volume, di far uscire sul numero di gennaio di "Ricerche Religiose", non una intempestiva primizia del libro ma la sua recensione. Gli chiede, infine, di inviargli un articolo sul rapporto fra Chiesa e Stato e gli fa sapere che La Piana gli ha dato notizia che il suo saggio verrà pubblicato in uno dei prossimi fascicoli della "Harvard Theological Review";
      41. S. l., [29]. XII. 1928, cc. 2, lettera con simbolo recante la scritta "Pax" e stampato a margine "Abbaye de S. André, Lophem (Belgique)". Buonaiuti scrive a Salvatorelli a proposito di un ventilato e subito smentito reintegro nella Chiesa e, a proposito della sua condizione universitaria, che "il ministro non mi consente di fare lezione se non ad una di queste due condizioni: o nulla osta ecclesiastico o abbandono della mia sottana. Né l'una né l'altra cosa sono in potere della mia coscienza.";
      42. Roma, 22. II. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli dei nuovi cattivi sviluppi della sua carriere accademica e, a proposito del suo sacerdozio, che "Ormai il mio dilemma è chiuso: o rinunciare o perdere. In pratica, o l'estero o la solitudine. Ti debbo dire che quello che più mi spaventa è la prospettiva d'una spogliazione violenta del mio sacerdozio (per me, un vero "scuoiamento") per mano del braccio secolare.";
      43. Roma, 09. V. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per gli estratti inviatigli e si scusa per aver dimenticato di citare i suoi saggi su Cipriano in un suo volume. Gli parla, quindi, delle sue precarie condizioni di salute, aggravatesi in occasione della morte di suo fratello Alarico;
      44. Roma, 13. V. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti chiede a Salvatorelli di accennare in un suo prossimo articolo alla sua situazione ricca d'incognite che "fra una ventina di giorni, costituirà una significativa pietra di paragone per la nuova politica ecclesiastica italiana.";
      45. Roma, 10. VII. 1929, c. 1, lettera su carta intestata "Regia Università di Roma. Scuola di studi storico-religiosi". Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver ricevuto da La Piana le rimostranze in merito al fatto che il suo saggio "Da Locke a Reitzenstein. L'indagine storica delle origini cristiane" fosse apparso, prima che sulla "Harvard Theological Review", in italiano sulla "Rivista Storica" e gli chiede di confermargli, prima di rispondere a La Piana, di averlo avvertito della pubblicazione italiana, come da lui suggeritogli. Gli comunica, poi, che il giorno stesso spedirà il fascicolo di "Ricerche Religiose" con un suo editoriale nel quale "leggerai quanto ho creduto di dover dire, per assicurare la continuità del mio lavoro", e ciò nonostante abbia da poco appreso "per via indiretta che la mia vita accademica è stata decisa nel corso della trattativa, in senso a me sfavorevole, per le pressioni curiali.";
      46. Subiaco, 21. VII. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli che, nonostante ritenga che le sue spiegazioni non possano soddisfare La Piana, in particolare il sapere che il saggio uscirà anche in volume, gli spedirà la lettera di Salvatorelli stesso, con aggiunte alcune postille. Riguardo gli apprezzamenti negativi fatti da Salvatorelli all'ultimo fascicolo di "Ricerche Religiose", gli riassume la differenza di posizioni tra loro due: "Tu giudichi certe cose con occhio eminentemente politico; io con occhio ... religioso", e continua dicendo, "Sapevo in anticipo la sterilità di certe dichiarazioni. Ma io avevo bisogno in coscienza di fissare certe posizioni e di prendere in parola. Almeno teoricamente.";
      47. Subiaco, 08. VIII. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti si dice contento che il problema con La Piana sia stato risolto e che il suo saggio uscirà a breve nella "Harvard Theological Review" e gli chiede qualche articolo per "Ricerche Religiose". Scrive, infine, di aver saputo della morte di Egidi;
      48. S. l., [14]. X. 1929, c. 2, lettera con simbolo recante la scritta "Pax" e stampato a margine "Abbaye de S. André, Lophem (Belgique)". Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver chiesto a Tilgher di inviargli i volumi di Enst Troeltsch che gli aveva richiesto e gli fornisce un elenco di riviste che lo possano tenere aggiornato in merito alle principali evoluzioni e movimenti interni alla religioni cristiane non cattoliche;
      49. Roma, 29. XI. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti chiede a Salvatorelli di collaborare maggiormente a "Ricerche Religiose" e gli invia informazioni circa alcune riviste e collane di storia del cristianesimo;
      50. Roma, 05. XII. 1929, cc. 2, lettera su carta intestata "Regia Università di Roma. Scuola di studi storico-religiosi". Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per le parole espressegli in una sua precedente lettera. Gli scrive, inoltre, i nominativi e i recapiti di alcuni studiosi che potrebbero assumersi l'incarico di tradurre il suo "San Benedetto e l'Italia del suo tempo", auspicando che tale libro venga conosciuto anche fuori dall'Italia;
      51. Roma, 12. XII. 1929, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di inviargli pure il suo saggio su San Francesco per "Ricerche Religiose". Riguardo ad alcune osservazioni di Salvatorelli, scrive di capire quella riguardante il 'mio sempre più rigido e disperato dualismo e irrazionalismo. Ma tutta la mia esperienza mi trascina al mio pessimismo. Quelle depravazioni cui alludi non sono state che dell'irrazionalismo a metà. Mentre il tuo razionalismo ha, forse, presupposti così poco razionali!'. Gli chiede, infine, il testo della sua conferenza antifalociana;
      52. Roma, 24. XII. 1929, c. 1, lettera su carta intestata "Ricerche religiose - Il Direttore". Buonaiuti si complimenta con Salvatorelli per la sua conferenza francescana e scrive che l'inserzione di essa apparirà sul fascicolo di gennaio di "Ricerche Religose";
      53. Roma, 02. II. 1930, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di avergli inviato gli estratti del suo saggio e della sua postilla apparsi sull'ultimo numero di 'Ricerche religiose" e gli chiede quando invierà qualcos'altro per la rivista;
      54. Subiaco (Roma), 12. VIII. 1930, cc. 2, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli che, se riuscirà ad ottenere da Motzo il volume di Caspar che gli ha richiesto, ne affiderà a lui la recensione per 'Ricerche Religiose'. Gli chiede, poi, informazioni circa la nuova gestione di 'Rivista Storica Italiana' dopo la morte di Egidi ed, infine, lo invita a fare la conoscenza di Michelini;
      55. Roma, 18. XII. 1930, c. 1, lettera. Buonaiuti rimanda a Salvatorelli il foglio con le indicazioni bibliografiche e di reperimento dei volumi da lui richiestigli, si felicita con lui perché ha saputo che il primo volume della sua 'grande opera' è pressocché ultimato e lo ringrazia della promessa fattagli di pubblicarne una 'primizia' su 'Ricerche Religiose'. Gli comunica, infine, di aver tenuto ultimamente alcune conferenze a Firenze e conclude dicendo: 'Il cerchio che i gesuiti han tentato di recingermi intorno è spezzato.';
      56. Roma, 06. V. 1931, c. 1, lettera. Buonaiuti comunica a Salvatorelli che gli invierà un'altra copia del suo volume su Gioacchino da Fiore, visto che la prima, e non unica, deve essere andata smarrita: 'E' così capriccioso il servizio postale' - scrive Buonaiuti. Gli chiede, quindi, la recensione del volume di Caspar e un capitolo anticipativo della sua prossima opera. Scrive, infine, che gli invierà presto, se glielo chiederà, l'articolo di Ferdinand Cabrol sul Rotulus apparso in 'Revue benedectine';
      57. Roma, 16. V. 1931, c. 1, cartolina illustrata. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per quanto inviatogli per la rivista e gli comunica che verrà tutto pubblicato nel fascicolo di luglio;
      58. Roma, 03. VII. 1931, c. 1, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per avergli inviato l'anticipazione del suo prossimo volume, che farà uscire sul fascicolo settembrino di 'Ricerche Religiose', senza note;
      59. Roma, 05. I. 1931[sic!1932], cc.2, lettera con simbolo recante la scritta "Pax" e stampato a margine "Abbaye de S. André, Lophem (Belgique)". Buonaiuti comunica a Salvatorelli la subita revoca della cattedra universitaria, come quella di Levi Della Vida, 'per incompatibilità con le direttive generali del Governo', ossia per non aver prestato il giuramento di fedeltà al re e al regime fascista richiesto ai professori universitari. Scrive, quindi, Buonaiuti 'Ora sono ex. Posizione più tosto difficile: materialmente. Spiritualmente è un'altra cosa';
      60. Roma, 28. VI. 1932, cc. 2, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per avergli inviato una copia di un giornale. Successivamente critica quanto da lui esposto in una rassegna "della sezione pastoriana attinente alla polemica giansenistica', non ritenendo che i giansenisti possano essere definiti come arcaicizzanti per il loro continuo riferimento alle tesi di Agostino. 'Ogni rivoluzione - scrive Buonaiuti - si cristallizza in un nome'. Gli chiede, infine, informazioni su un suo volume;
      61. Roma, 18. VII. 1932, cc. 2, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli ironizzando sul fatto che ormai fra lui e Benedetto Croce 'non c'è più di comune soltanto una maledetta grafia, ma anche una benedetta condanna del Santo Ufficio' e nota, altrettanto ironicamente, come per questa via chi ne benefici nel panorama culturale sia Gentile il quale 'frattanto (...) continuerà a scoprire nuove prove dell'esistenza di Dio';
      62. Roma 30. VII. 1933, cc. 3, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per la recensione ad una sua opera uscita su 'La Cultura', sia per gli apprezzamenti sia per le critiche. Scrive, però, che non potrà seguire il suo consiglio di conformarsi verso le posizioni di Alfred Loisy e Benedetto Croce perché diverso è il suo orientamento attuale. 'E le esperienze mie - e quelle del mondo circostante - mi inducono sempre più a disperare di una religione 'umanitaria'. L'uomo, per salvarsi, ha bisogno di sapersi salvare. Non so da chi e da che cosa. Ma credo da qualcosa che non è lui'. Gli comunica, infine, l'uscita ad ottobre del suo "Il messaggio di Paolo" e che, nel successivo fascicolo della rivista da lui diretta, dedicherà una spigolatura alla sua recensione;
      63. Genova, 12. XI. 1933, c. 1, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per l'articolo apparso su 'Il Lavoro' riguardante il suo volume "Il messaggio di Paolo". Il resto della lettera è di carattere amichevole;
      64. Torino, 18. XI. [1933], c. 1, lettera. Buonaiuti comunica a Salvatorelli l'orario e il luogo di un sua prossima conferenza;
      65. Roma, 22. VI. 1935, c. 1, lettera su carta intestata 'Religio. Rivista di studi religosi'. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per avergli inviato la recensione al secondo volume di Caspar e gli annuncia che Belloni farà su 'Religio' una recensione al suo ultimo volume (con ogni probabilità si tratta de "Il pensiero politico italiano dal 1700 al 1870");
      66. Roma 14. VIII. 1935, c. 1, lettera. Buonaiuti risponde a Salvatorelli, il quale in una sua precedente gli aveva contestato la presenza, nella recensione fatta da Belloni al suo libro apparsa su 'Religio', una 'gratuita impertinenza' contro di lui, di non aver ravvisato in tale recensione niente di tutto ciò, ma solo una legittima critica alla sua opera, Gli scrive, anche, che sarà lieto di ospitare su 'Religio' la sua risposta alle critiche della recensione di Belloni;
      67. Roma, 04. XI. 1935, c. 1, lettera. Buonaiuti ringrazia Salvatorelli per avergli inviato una copia de 'Il Lavoro' con la sua recensione all'Ultra di Janni e gli chiede di inviare qualche articolo per 'Religio';
      68. Roma, 29. XII. 1935, c. 1, lettera. Buonaiuti scrive a Salvatorelli di aver letto il suo articolo apparso sul 'Il Lavoro' a proposito dell'ultimo lavoro di Loisy sulla letteratura epistolare del Nuovo Testamento e gli contesta la troppa leggerezza con la quale ha dato la sua accondiscendenza al metodo di Turmel e di Loisy, ponendogli a questo proposito l'esempio di un caso concreto. Lo invita, infine, a ricordarsi di inviare qualcosa per 'Religio';
      69. Roma, 28. IV. 1939, c. 1, lettera su carta intestata "Edizioni di Religio - Direttore: E. Buonaiuti". Buonaiuti si complimenta con Salvatorelli per il suo "Pio XI e la sua eredità pontificale", del quale scrive che farà una recensione su 'Religio', e gli chiede di fargli inviare dall'editore una copia a prezzo ridotto del suo "L'Italia medievale. Dalle invasioni barbariche agli inizi del secolo XI", che recensirà anch'esso su 'Religio';
      70. Roma, 04. I. 1941, cc. 2, lettera. Buonaiuti si congratula con Salvatorelli per il suo necrologio in memoria di Loisy, nel quale ha saputo tacere della assenza di amarezze nella vita di Loisy, paragonabili alle sue, e come, forse per tale ragione, 'alla grandezza fenomenale dell'acume dello scomparso, non ha sempre corrisposto il largo palpito del cuore'. Gli comunica, poi, che sta scrivendo le sue memorie (usciranno poi col titolo "Pellegrino di Roma", dal titolo di una recensione di Salvatorelli ad una sua opera). Infine si congratula con Salvatorelli per le opere medievali e scrive di leggere costantemente i suoi articoli su "Il Messaggero".

  • Burzio Filippo (1921 - 1933)

    • 1921-01-01 - 1933-12-31
    • Segnatura: 1.1.23
    • Segnatura provvisoria: b. 1, f. 1, sf. 23
    • Descrizione estrinseca: Sottofascicolo di cc. 6 mss..
    • Condizionamento:
    • Tipologia: Busta
    • Contenuto:
      Contiene le seguenti lettere:
      1. S. l.l, 10. VII. [1921], c. 1, lettera. Filippo Burzio scrive a Salvatorelli congratulandosi con lui per il suo articolo sulla collaborazione, giudicando 'l'argomentazione circa gli assalti di destra all'erario, decisiva'. A conferma della sua vicinanza d'idee sulla questione, gli invia una copia di un suo saggio uscito su "La Stampa", con due passi sottolineati; chiede, comunque, a Salvatorelli di rimandarglielo, poiché vorrà pubblicare un volume che raccolga articoli di questo genere e non ha a disposizione altre copie;
      2. [Torino], 01. XII. 1921, c. 1, lettera. Burzio ringrazia Salvatorelli per il benevolo articolo scritto sul suo Giolitti e gli chiede di farne avere una copia a Giolitti stesso, se riuscirà ad incontrarlo a Roma;
      3. Torino, 18. VII. 1922, c. 1, lettera su carta intestata 'Regio Politecnico di Torino'. Burzio scrive a Salvatorelli di avergli inviato un articolo di Angelo Crespi dal titolo "Che cos'è la modernità", perché in esso sono contenute alcune tesi che servono a chiarire suoi concetti in merito ad una recente loro discussione. 'Si tratta sempre, in sostanza - scrive Burzio - della doppia faccia di quel 'fatto di destra contemporaneo', di cui ella combatte l'aspetto negativo innegabile, ultra nazionalismo, ultra protezionismo, intolleranza (...)', fatti questi che spingono anche Burzio ad una opposizione politica al fascismo. 'Come politico attivo - scrive ancora Burzio - sarei nettamente anti-fascista'. Nell'analisi storica però, scrive di aver ritrovato un'altra faccia del fenomeno, 'un substrato più diffuso ed oscuro' le cui radici storiche sono più profonde dell'aspetto fenomenico e contingente palese a tutti. Spiega, quindi ,che, dopo le idee di organizzazione della società borghesi e marxiste elaborate nel Settecento e nell'Ottocento, si assiste ora ad una tendenza che vuole riportare l'attività umana di nuovo sotto i principi etico-politici e perfino religiosi di autorità e gerarchia. Tale tendenza viene concepita da Burzio come necessaria, inevitabile, e il problema che si pone è quello di capire in che modo avverrà il trapasso. A questo proposito, Burzio ritiene che 'nazionalismo e fascismo non sono che sfruttatori approssimativi, traduttori-traditori che [esasperano] la tendenza in[...] ed universale allo Stato negli antagonismi contingenti della Patria (eredità degli Stati nazionali), come, d'altro canto, sfruttano il fatto che tali sentimenti son piuttosto diffusi nelle classi medie (...) per impostare la riscossa borghese: sono le complicazioni della Storia'. Conclude, infine, spiegando come l'inevitabilità di tale processo lo spinga su posizioni di indifferenza etica 'verso le forze contingenti (...) oggi in contrasto';
      4. Torino, 22. XI. 1922, c. 1, lettera su carta intestata 'Regio Politecnico di Torino'. Burzio illustra a Salvatorelli quali sono le modifiche che vuole introdurre ad un suo articolo, nell'intento di capire, d'inquadrare il più esattamente possibile il fascismo nella storia italiana. Interessante la terza variante, nella quale Burzio scrive: 'Dopo tutto, il fascismo è un episodio. Dopo Cromwell il parlamento ha poi ripreso. Attraverso la 'tirannide' la libertà acquisterà valore. E' un'esperienza che il popolo italiano deve fare. Finora tutto è stato gratuito, come dice Missiroli (...)'. E' questo, per Burzio, un lato di un movimento dialettico che può portare ad un avanzamento, ad un progresso nella storia politica e morale dell'Italia, a patto però che, altro lato necessario del processo dialettico, le opposizioni a tale 'eventualmente utile dittatura', si dimostrino capaci di opporsi ad essa in maniera efficiente, facendo passare per le loro azioni le istanze di una nuova e più radicata giustizia. "Invece - conclude Burzio - purtroppo, la nostra Camera non ha dato segni di ciò.';
      5. Torino, 25. II. 1932, c. 1, lettera su carta intestata 'Regia Scuola di ingegneria di Torino'. Burzio si congratula con Salvatorelli per il suo studio su Napoleone, 'alle cui conclusioni mi associo';
      6. Torino, 08. V. 1933, c. 1, lettera su carta intestata 'Regia Scuola di ingegneria di Torino'. Burzio ringrazia Salvatorelli per avergli fatto conoscere la sua intenzione di scrivere qualcosa sui suoi libri, ma gli scrive anche che non vorrebbe rubargli con ciò tempo prezioso, sapendo della grande mole del suo lavoro.
      Si segnala la presenza di altra corrispondenza tra Burzio e Salvatorelli nella sottoserie "Attività giornalistica" della serie "Rapporti con la Stampa di Torino".