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Comunità appodiata di Mucciafora, Poggiodomo (Perugia), 1816 - 1860

  • Ente
  • Estremi cronologici: 1816 - 1860
  • Intestazioni:
    Comunità appodiata di Mucciafora, Poggiodomo (Perugia), 1816 - 1860
  • Altre denominazioni: Comunità appodiata di Mucciafora / Università di Mucciafora [ Denominazione presente in alcuni documenti. ]
  • Antico Castello appartenuto a Cascia e divenuto "appodiato" del Comune di Poggiodomo a partire dal 1818 attualmente è la frazione più grande ed impervia del Comune di Poggiodomo. Proprio per la sua posizione fu spesso rifugio di fuoriusciti, ribelli e banditi; nel 1489, per aver accolto ribelli ghibellini casciani, Spoleto ne ordinò la distruzione.
    Gli abitanti di Vallo di Nera, alleati degli spoletini, nel 1515 occuparono Mucciafora che aveva avuto il torto di appoggiare i casciani durante l'assedio che Spoleto aveva fatto a Cascia. Il Castello di Mucciafora fu smantellato e i suoi beni furono venduti a Vallo di Nera.
    In seguito, tranne una breve parentesi tra il 1528 ed il 1533 in cui Mucciafora si assoggettò a Spoleto come le vicine frazioni, fu sempre sotto la sfera di influenza della comunità di Cascia fino al riassetto territoriale operato in seguito al Motu Proprio del 1816 e con il quale il castello fu elevato ad appodiato della comunità di Poggiodomo.
    Con il successivo editto del cardinale E. Consalvi del 26 novembre 1817 i luoghi appodiati ottennero un'autonomia totale sulla gestione amministrativo-finanziaria dei propri affari, pur essendo il bilancio sottoposto all'approvazione del consiglio della comunità principale.
    Il Sindaco dell'appodiato veniva eletto in sede di consiglio comunale, stabiliva con il Gonfaloniere di Poggiodomo la ripartizione delle spese di interesse comune (stipendi del medico, del predicatore ecc.) e poteva esigere imposte locali e camerali.
    Nel 1861 il Consiglio provinciale dell'Umbria fissa dei requisiti primari per gli appodiati poichè molti, prevedendo con l'Unità d'Italia una perdità di autonomia, avevano chiesto di essere elevati a comune: si richiedeva che dovessero avere un'autosufficienza per il bilancio, un numero di adeguato di elettori, un territorio favorevole allo sviluppo di agricoltura, industria e commercio e facilità di comunicazione con i centri limitrofi. Mucciafora non possedeva tali requisiti e la sua esistenza di appodiato venne quindi a cadere in forza di una circolare della Prefettura di Perugia; tuttavia, fino al 1863 persiste l'autonomia amministrativa di Mucciafora e nella serie Esercizi finanziari del comune postunitario troviamo ancora registri contabili dell'appodiato.
    Per i rapporti del comune con le proprie frazioni si rimanda a quanto scritto nel contenuto della serie appena citata ed al profilo storico del comune postunitario.