Altre denominazioni:
Comune di Fratta, 1860 - 1863
Estremi cronologici: 1860 - 1969
Altre indicazioni cronologiche:
1739 - 1860 [ Antecedenti ]
Storia archivistica: Le prime notizie sull'archivio di Fratta risalgono al 1664, anno in cui i Perugini "tentarono di asportare l'archivio a Perugia, ma il cardinal Antonio Barberini, vescovo di Palestrina, camerlengo di S.R.C., con monitorio del 3 marzo proibì che si compisse tale iniziativa, perché da tempo immemorabile Fratta possedeva il diritto di ritenere l'archivio "ubi asservantur ad perpetuam rei memoriam protocolla instrumentorum et alie scripture inter partes confecte pro earum indennitate in dicto loco facte" (1).
L'anno cruciale, per le carte facenti parte del complesso archivistico considerato, è indubbiamente il 1799. Come spesso è accaduto in casi consimili, il contesto rivoluzionario è quello in cui possono manifestarsi più facilmente eccessi ed atti gravi, scatenati da un odio profondo verso il regime e le istituzioni appena abbattuti e da una emotività forte e incontrollata. A Fratta si verificò che "una masnada di scellerati briganti con cieco vandalico furore incendiava nella pubblica piazza, come infame olocausto a piè dell'albero della Libertà, tutti i Libri e le Carte del Municipio, ove eran registrate le più preziose, interessanti memorie" (2). Non sappiamo quanto materiale documentario, in quel contesto, sia andato perduto, per l'assenza di inventari o elenchi di consistenza dell'archivio anteriori all'evento ricordato; tuttavia, lo statuto comunale del 1521, che è uno dei pezzi più rappresentativi dell'intero complesso archivistico, così come altre carte di natura contabile e giudiziaria, furono risparmiati dal rogo di cui sopra.
Nel 1804, in adeguamento ad una prescrizione emanata dalla Sacra congregazione del buon governo (3), l'ambiente fino ad allora destinato ad archivio, nel palazzo priorale di Fratta, venne ceduto alla locale Accademia del Teatro dei Riuniti, nella persona di Domenico Reggiani, in cambio di un locale nuovo, "ridotto a spese dei detti accademici", cioè dotato di credenze e sportelli, per una migliore conservazione e salvaguardia delle carte (4).
Nel 1822 si rese necessario ampliare l'ambiente che ospitava l'archivio (5).
Nel 1843 l'archivio fu trasferito nella nuova sede municipale, che è poi quella attuale, e sistemato al terzo piano dell'edificio; archivista incaricato fu Giovanbattista Burelli, già segretario comunitativo di Fratta. Ci si accorse in breve che le carte dell'archivio erano seriamente minacciate dall'azione dei topi e dalle infiltrazioni di una latrina; tuttavia, vennero subito avviati i lavori di risanamento dell'ambiente (6).
In epoca postunitaria, la retta conservazione delle scritture prodotte nel corso dei secoli dalla comunità di Fratta, la necessità di riordinare la documentazione e l'elaborazione uno strumento di corredo dell'archivio costituivano questioni complesse che la nuova amministrazione municipale, subentrata ai precedenti organi di governo del periodo pontificio, si trovò ad affrontare.
Risale al 1862 una circolare inviata dal prefetto dell'Umbria, Luigi Tanari, ai sindaci dei comuni del circondario di Perugia, sulla formazione degli inventari dei beni comunali, fra cui anche quelli degli archivi, nonché sulla tenuta degli archivi medesimi (7). Nella risposta, datata 21 maggio (8), il sindaco di Fratta parlava "dell'inventario dei beni stabili bastantemente descritti nei fogli dell'allegato degli annuali preventivi bilanci e a quello dei beni mobili", come di "cosa sommamente facile e di poco momento" (9). In una successiva comunicazione diretta al prefetto, il sindaco sottolineava l'insufficienza delle scaffalature e si impegnava ad attivarsi, per porre in essere quelle misure ritenute utili alla soluzione del problema dello spazio (10).
Nella seduta del 22 aprile 1866 (11) il consiglio, su sollecitazione della Prefettura, all'unanimità prese atto della necessità di riordinare l'archivio, essendo questo uno degli obblighi, cui i comuni e le province dovevano ottemperare, contenuti nella normativa riguardante l'unificazione amministrativa del Regno (12).
Nella stessa seduta uno dei consiglieri, Annibale Burelli, si offrì per svolgere gratuitamente l'incarico, e il 6 maggio successivo venne espresso il più vivo accoglimento di tale proposta (13). Dai "Dati statistici sull'andamento dell'Amministrazione comunale", redatti in data 10 aprile 1867, risulta che "L'Archivio antico si sta attualmente riordinando. Il nuovo Archivio è in regola. L'inventario delle carte si compilerà completamente subito assestato tutto l'Archivio" (14). Tuttavia, in una lettera del 31 dicembre 1868, il sindaco ringraziava un'altra persona, tale Raffaele Bertanzi, per aver "ordinato e regolarizzato" la documentazione dell'archivio comunale prodotta tra il 1800 e il 1860 (15).
Un nuovo impulso alla soluzione del problema del riordinamento dell'archivio comunale si ebbe nel 1893. L'incarico venne affidato il 3 giugno di quell'anno al segretario comunale Giacomino Dal Bianco, il quale poté svolgere tale compito grazie ad uno stanziamento in bilancio di lire 1000 (16). Nel verbale della deliberazione, si stabilì che il Dal Bianco poteva "valersi dell'Opera dell'Archivista o di qualche altro impiegato della Segreteria di sua fiducia" e che l'archivio sarebbe stato "collocato nella sala minore di questa residenza civica, in apposite scansie di legno munite di vetri e grate di ferro, con serratura a chiave, che l'Ufficio Tecnico Comunale curerà di fare allestire di concerto col Segretario Dal Bianco". Ma il 3 giugno successivo il riordinamento non era ancora iniziato (17); e il 7 giugno il Dal Bianco chiedeva di mettere mano, quanto prima, al lavoro e di portarlo a termine al più presto (18).
L'esame delle risoluzioni consiliari e del carteggio amministrativo non hanno chiarito perché, a fronte degli impegni formali assunti dall'amministrazione comunale, l'obiettivo prefissato, di fatto, non abbia potuto realizzarsi. Sta di fatto che, ancora nel 1898, il sindaco comunicava al prefetto che "Fra due o tre mesi verrà eseguito il riordinamento di questo Archivio Comunale e subito dopo verrà dato categorico riscontro alla pregiata Nota della S.V." (19).
Nel 1899 la giunta confermava nuovamente l'incarico al segretario Dal Bianco e nominava una commissione di vigilanza, sulle operazioni di riordinamento, nelle persone di Francesco Lavarelli e Tertulliano Marzani (20). L'anno dopo, al segretario veniva affidato il compito di estendere il lavoro "al vecchio archivio giacente nella stanza attigua alla Sala Consigliare, per tutti quegli atti però interessanti il Comune. Ciò importando un lavoro assai maggiore di quello preveduto se il riordinamento venisse limitato all'archivio di deposito per il periodo dal 1870 al 1898 d'incarico della Giunta" (21). Il senso di queste parole non lascia spazio a molteplici interpretazioni: l'idea originaria dell'amministrazione, pur considerato lo stato di generale disordine in cui versava la documentazione, non era quella di fare un lavoro a tutto campo, ma di circoscrivere l'intervento alle carte degli ultimi 30 anni circa.
Ancora nel 1906, il sindaco, in risposta ad una prefettizia circa la compilazione di un modulo per l'inventario degli archivi comunali, comunicava quanto segue:
"Questo Municipio non è più ora in grado di ottemperare alle prescrizioni contenute nella sua Circolare in margine richiamata, poiché non esiste un inventario delle carte antiche depositate in Archivio né si può catalogare nel modulo inviato dall'Archivio di Stato di Roma tutta la congerie di atti moderni senza procedere prima al riordinamento dell'Archivio Comunale. E' per tale scopo che la Giunta ha proposto, nello schema di Bilancio Preventivo per l'esercizio 1907 un fondo di £ 750, approvato il quale, si farà subito luogo alle richieste operazioni di riordinamento ed appena pronti gli inventari si trasmetteranno a chi di ragione" (22).
Per le successive notizie sullo stato dell'archivio, dopo il 1906, bisogna attendere addirittura il 1944. Come se non fossero bastati decenni di incuria e di disordine, l'archivio comunale subì danni in occasione del disastroso bombardamento, ad opera delle truppe alleate, che colpì Umbertide il 25 aprile di quell'anno (23).
Dopo il secondo conflitto mondiale, nel giro di 10-15 anni la situazione generale dell'archivio andò gradatamente migliorando, specie sotto il profilo della conservazione delle carte, le quali furono sistemate in locali di deposito sufficientemente adatti (24).
Il problema dell'ordinamento delle carte si fece pressante nel 1955 quando, in una seduta della giunta, si parlò dell'"urgenza di provvedere alla bisogna" in quanto, "per mancanza di spazio utile, il materiale dell'archivio di deposito è stato ammucchiato nel miglior modo possibile ma le ricerche si rendono sempre difficili e laboriose e che l'inconveniente si è aggravato con la necessità di passare al deposito di pratiche archiviate nel 1954 [...]. Si decise dunque di assumere in servizio in via del tutto provvisoria e per la durata di 2 mesi il sig. [...] con l'incarico della sistemazione dell'archivio di deposito" (25). Poche settimane dopo, la giunta deliberò di approvare il preventivo di spesa " per la riparazione del vano e per la costruzione della scaffalatura dello archivio comunale sito al 3° piano" (26).
Tuttavia, ancora nel 1959, Giuseppe Briziarelli nel proprio lavoro su Umbertide lamentava lo stato di generale disordine dell'archivio e constatava: "E' necessario che il comune faccia rimettere a posto l'ammasso di carte che ancora si conservano" (27). Fu forse grazie a questo ennesimo richiamo alle non buone condizioni dell'archivio e ad una pubblicazione del 1957 sugli archivi dell'Umbria, curata dalla allora Soprintendenza archivistica per il Lazio l'Umbria e le Marche (28), che ebbe inizio un primo riordinamento del complesso archivistico umbertidese.
Successivamente ad una prima schedatura dei pezzi archivistici, condotta a partire dagli anni Settanta da un ricercatore locale, i lavori di ristrutturazione della residenza municipale, eseguiti nel 1981, resero necessario il trasferimento dell'archivio in una sede temporanea, in via Leopoldo Grilli, al civico 63 (29). Detta operazione fu condotta con il coordinamento della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, nella persona di Mario Squadroni, avendo premura di non alterare l'ordine che i documenti avevano avuto fino ad allora.
Con l'ultimo trasferimento in ordine temporale, effettuato nel 1985 (30), l'archivio fu sistemato nella sede attuale, presso i locali del Centro socio-culturale di San Francesco. Tale scelta non poteva essere frutto del caso: in alcuni locali adiacenti a quelli dell'archivio, era ed è tuttora ospitata la biblioteca comunale presso la quale, negli orari di apertura, è possibile consultare la documentazione dell'archivio (31).
I locali in cui venne sistemata la documentazione risultavano asciutti e ben aerati, dotati delle garanzie minime per la conservazione e la sicurezza; mancavano, infatti, solo gli avvisatori di fumo e le porte antincendio. Nonostante lo spazio per gli incrementi futuri fosse piuttosto esiguo, nel complesso la sistemazione degli ambienti destinati a deposito d'archivio poteva dirsi soddisfacente: si riattò la pavimentazione, vennero rinforzate le finestre con robuste inferriate e imbiancate le pareti; ma, ciò che più contava, si cercò di ottimizzare tutto lo spazio disponibile per il posizionamento delle scaffalature sulle quali si sarebbe collocata la documentazione.
Contestualmente al trasferimento e prima del riordinamento generale, si provvide allo scarto degli atti inutili, selezionati sulla base del massimario di scarto e previa autorizzazione della Soprintendenza archivistica per l'Umbria. Poterono iniziare, quindi, le operazioni di schedatura dei pezzi che compongono il complesso archivistico considerato (salvo l'archivio notarile mandamentale, riordinato e inventariato da Sergio Tarquini nel 1991), a cura della dottoressa Olita Franceschini, funzionario della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, la quale, dall'ottobre del 1990 fino al 2004, inventariò tutto l'archivio, giungendo, per il postunitario, fino all'anno 1955. Poiché mancavano le introduzioni ad alcune serie archivistiche, nonché i lineamenti storico-istituzionali di Fratta e di Umbertide, si è reso necessario far completare il lavoro fin qui svolto dalla dott.ssa Franceschini ad un archivista libero professionista che, con il coordinamento scientifico della Soprintendenza, ha provveduto a rielaborare ed integrare anche gli appunti esistenti e a riversare tutti i dati in Sesamo 4.1 nel 2006.
(1) U. PESCI, Storia di Umbertide, Gualdo Tadino, Tipografia R. Fruttini, 1932, p. 66.
(2) A. GUERRINI, Storia della terra di Fratta ora Umbertide, dalla sua origine fino all'anno 1845. Completata da Genesio Perugini, Umbertide, Tipografia Tiberina, 1883, pp. 170-171; COMUNE DI UMBERTIDE, La sistemazione degli archivi del Comune di Umbertide: un progetto a lieto fine, a cura di M. SQUADRONI - F. CIACCI, s. n. t. [Città di Castello, "A.C. Grafiche", 1986], p. 16.
(3) Il decreto cui si fa riferimento, emanato dal visitatore apostolico il 31 maggio 1802, imponeva che "nell'archivio si faccino le credenze, e sportelli a spese della Comunità per migliore custodia delle Scritture".
(4) cfr. fondo Comune preunitario di Umbertide, Consigli e riformanze, reg. 5, c. 4r, 16 giugno 1804. I lavori comportarono una spesa di 12 scudi per il falegname Angelo Gigli e di 8,75 scudi per il fabbro Vincenzo Totti.
(5) Comune preunitario di Umbertide, Carteggio amministrativo, b. 64, titolo V, artt. 3-4.
(6) Comune preunitario di Umbertide, Consigli e riformanze, reg. 11, c. 14r, 14 dicembre 1843.
(7) Si veda M. SQUADRONI, Gli archivi comunali del Circondario di Perugia all'indomani dell'Unità, in "Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria", LXXXIII (1986), pp. 219-242. Il testo della circolare, datata 14 maggio maggio 1862 n. 8629, div. 5, sez. 9, è riportato integralmente in appendice, documento 1, pp. 233-235.
(8) M. SQUADRONI, Gli archivi comunali del Circondario di Perugia all'indomani dell'Unità... cit., p. 224.
(9) cfr. fondo Comune di Umbertide (d'ora in poi CU), Verbali delle deliberazioni del consiglio, reg. 1, c. 187v.
(10) M. SQUADRONI, Gli archivi comunali del Circondario di Perugia all'indomani dell'Unità... cit., p. 224.
(11) CU, Verbali delle deliberazioni del consiglio, reg. 1, c. 346v.
(12) Si tratta della legge 20 marzo 1865, n. 2248 (pubblicata nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, 11, Torino, dalla Stamperia Reale, 1865, pp. 417-619). L'art. 111 della suddetta legge (p. 444) imponeva alle amministrazioni comunali di "fare un inventario di tutti i titoli, atti, carte e scritture che si riferiscono al patrimonio comunale ed alla sua amministrazione".
(13) CU, Verbali delle deliberazioni del consiglio, reg. 1, c. 350r.
(14) Ibid., tit. X, art. 17.
(15) CU, Carteggio amministrativo, b. 41, anno 1868.
(16) CU, Verbali delle deliberazioni della giunta non soggette a visto, reg. 5, p. 50, 31 gennaio 1893.
(17) CU, Verbali delle deliberazioni della giunta non soggette a visto, reg. 6, p. 270, 3 giugno 1896.
(18) CU, Carteggio amministrativo, b. 280, tit. 1, art. 8.
(19) CU, Carteggio amministrativo, b. 290, tit. I, art. 8, 31 dicembre 1898.
(20) CU, Verbali delle deliberazioni della giunta non soggette a visto, reg. 6, pp. 35-36, 15 giugno 1899.
(21) CU, Carteggio amministrativo, b. 302, tit. I, art. 8.
(22) CU, Carteggio amministrativo, b. 224, tit. I, art. 11. Risale alla fine del XIX secolo una prima descrizione dell'archivio di Umbertide, nella collana "Gli archivi della storia d'Italia" di Giuseppe Mazzatinti (vol. I, Rocca San Casciano, Editore Licinio Cappelli, 1897-1898, p. 136), il quale si limitava ad osservare che l'archivio "è disordinato, mal custodito, senza inventario. Subì gravi danni nel 1799" e forniva un inventario sommario della documentazione rinvenuta. La situazione trova ampia conferma in due noti repertori archivistici, "Gli Archivi di Stato al 1952", a cura del Ministero dell'Interno. Direzione generale dell'amministrazione civile, Ufficio centrale degli Archivi di Stato, Roma, 1954 (la voce "Umbertide" è a p. 637) e "Gli archivi dell'Umbria", a cura della Soprintendenza archivistica per il Lazio, l'Umbria e le Marche, Roma ,1957, pp. 185-186.
(23) Si veda I danni di guerra subiti dagli archivi italiani, in "Notizie degli Archivi di Stato", aa. IV-VII (1944-1947), numero unico, Roma 1950, p. 109, progressivo 1551. La fonte del rapporto sull'archivio di Umbertide fu la "Commissione alleata per i monumenti, belle arti e archivi".
(24) COMUNE DI UMBERTIDE, La sistemazione degli archivi del Comune di Umbertide. Un progetto a lieto fine, a cura di M. SQUADRONI e F. CIACCI, Città di Castello, A.C. Grafiche, 1986, pp. 16-17.
(25) CU, Verbali delle deliberazioni della giunta soggete a visto, reg. 14, p. 813, 2 marzo 1955.
(26) Ibid., p. 858, 27 aprile 1955.
(27) G. BRIZIARELLI, Umbertide e umbertidesi nella storia, Città di Castello, Unione arti grafiche, 1959, p. 8.
(28) SOVRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, L'UMBRIA E LE MARCHE, Gli archivi dell'Umbria, Ministero dell'interno, 1957. L'archivio di Umbertide è descritto alle pp. 185-186.
(29) COMUNE DI UMBERTIDE, La sistemazione degli archivi del Comune di Umbertide... cit., pp. 9-10. Ulteriori dettagli in M. SQUADRONI, Il trasferimento degli archivi storici comunali: il caso di Umbertide, in "Notiziario dell'Istituto storico regionale (umbro)", a. IV, giugno-luglio 1981, pp. 23-24.
(30) COMUNE DI UMBERTIDE, La sistemazione degli archivi del Comune di Umbertide... cit., p. 10. Nel 1985 vennero anche restaurati gli atti processuali di Giovanni di Masciolo, rogati dal notaio ser Iacopo di Giovanni da Parma, 46 carte risalenti al 1381 (ibid., p. 14).
(31) La consultazione del materiale archivistico è disciplinata da apposito regolamento adottato dal Comune di Umbertide. Il testo del medesimo è riportato in COMUNE DI UMBERTIDE, La sistemazione degli archivi del Comune di Umbertide... cit., pp. 13-14, nota 5.
Contenuto: Il fondo comunale postunitario di Umbertide ha una consistenza di 1947 unità, di cui 797 registri, 1197 buste e 13 unità archivistiche contenenti copie di mappe e fogli di mappe, cronologicamente compresi tra il 1860 e il 1969. Comprende documentazione dal Comune di Umbertide nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, amministrative ed economiche. Si segnalano precedenti cronologici riferiti alla presenza di piante corografiche realizzate intorno alla metà dell'Ottocento nella serie "Mappe" e di documentazione a partire dal 1739 nella serie "Carteggio amministrativo", sottoserie "Titolario 1879 - 1926".
Criteri di ordinamento:
Il riordinamento del fondo archivistico relativo alle carte prodotte dal Comune di Umbertide in epoca postunitaria è stato effettuato attraverso l'attribuzione dei singoli pezzi archivistici alle rispettive serie di appartenenza. Sono state individuate complessivamente 49 serie archivistiche, sulla base della tipologia documentaria e dei livelli di attività dell'Ente. Per meglio descrivere la documentazione sono state, in alcuni casi, individuate delle sottoserie. Il carteggio amministrativo è stato organizzato in 7 sottoserie sulla base dei sistemi di archiviazione adottati nel corso del tempo. Le unità, all'interno dei vari livelli descrittivi, sono state ordinate cronologicamente; in caso di compresenza di registri e buste, l'ordine cronologico è stato assegnato sulla base della tipologia delle unità, anteponendo i registri alle buste. In alcuni casi l'ordinamento è stato effettuato sulla base della tipologia o dell'oggetto. Ad alcune unità riferite ai catasti e alle mappe è stato assegnato un ordine sulla base della tipologia documentaria e della località di riferimento. L'ordinamento topografico è stato adottato anche per i fogli di famiglia; per alcune tipologie documentarie prodotte e riconducibili all'Ufficio anagrafe e leva si è applicato un ordinamento basato sulla progressione alfabetica. Per alcune unità archivistiche relative alla leva, l'ordinamento è stato effettuato sulla base dell'anno della classe di leva. La numerazione del fondo è aperta, suscettibile di incremento, in quanto l'Ente è tuttora operante, e riprende da 1 ad ogni livello descrittivo, ad eccezione delle unità contenute nelle sottoserie del "Carteggio amministrativo", che presentano numerazione continua da 1 a 654.
Redazione e revisione:
Franceschini Olita, 01/10/1990, ordinamento e inventariazione / Angeletti Vittorio, 31/12/2006, ultimazione dei lavori ed immissione in Sesamo 4.1
Bibliografia:
Abbondanza Roberto, Gli archivi dei governi provvisori dell'Umbria (1859-1861), in Gli archivi dei governi provvisori e straordinari 1859-1861, III, Roma 1962, pp. 329-415
Pesci Umberto, Storia di Umbertide, Gualdo Tadino, Tipografia R. Fruttini, 1932
I danni di guerra subiti dagli archivi italiani, in "Notizie degli Archivi di Stato", a. IV-VII, 1944-1947, p. 109, progressivo 1551
Gli Archivi di Stato al 1952, Roma 1954, p. 637
Soprintendenza archivistica per il Lazio l'Umbria e le Marche, Gli archivi dell'Umbria, Roma 1957, pp. 185-186.
Squadroni Mario, Il trasferimento degli archivi storici comunali: il caso di Umbertide, in "Notiziario dell'Istituto storico regionale (umbro)", a. IV, giugno-luglio 1981, pp. 23-24.