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Comune di Calvi dell'Umbria, Calvi dell'Umbria (Perugia), 1860 -

  • Ente
  • Estremi cronologici: 1860 -
  • Intestazioni:
    Comune di Calvi dell'Umbria, Calvi dell'Umbria, (Perugia), 1860 -
  • Nel settembre 1860 il Commissario generale per le province dell'Umbria, marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, emanò un "Proclama" relativo alla liberazione dei territori pontifici e alla presa del potere da parte della casa Savoia, genericamente datato settembre 1860, seguito da una nutrita serie di decreti generali e disposizioni tese a normalizzare ed uniformare le norme vigenti con quelle del Regno di Sardegna del 16 e 17 settembre (1). In seguito, con decreto n. 111 del 31 ottobre, obbligò i parroci dei territori ex pontifici a consegnare al Comune competente, tutti i registri di carattere demografico da loro redatti durante il decaduto regime, nel termine di otto giorni (2).
    La nuova amministrazione del regno sabaudo risulta essere funzionante, a Calvi, fin dal 12 settembre 1860 (3) . Il Comune aveva costituito fin dall'ottobre 1860 una propria compagnia della Guardia Nazionale, composta inizialmente da 342 iscritti che venne mantenuta almeno fino al 1875, anno in cui furono riconsegnate le armi. Essa eleggeva nel suo seno un capitano, un luogotenente, un sottotenente, un caporale e un sergente "forieri", quattro sergenti e nove caporali (4). Il 2 ottobre 1860 il regio vice commissario G. Capocci Camporeali sostituì alla disciolta magistratura del Comune i signori Giuseppe Polelli come presidente, Tiberio Ferrini e Ulisse Ronconi quali aggiunti provvisori.
    Il 4 e il 5 novembre 1860 si tenne in Calvi il plebiscito di adesione al Regno di Sardegna e nel Comune fu formata una sezione unica di n. 376 votanti (5). Seguì l'11 novembre l'elezione del Consiglio comunale in cui fu confermato il sindaco Polelli, che il 13 dicembre prestò il giuramento di fedeltà alla corona (6). Il 3 dicembre vennero eletti, in seno al consiglio, i due assessori e i due assessori supplenti e, il 23 dicembre, vi fu l'elezione dei consiglieri provinciali (7).
    Con l'adesione allo Stato sabaudo la magistratura comunale risultava composta dal sindaco, capo della magistratura, da quindici consiglieri rinnovabili per un quinto alla decadenza dei titolari e dalla giunta composta da due assessori e due supplenti rinnovabile per metà ogni due anni. Per la validità delle riunioni di quest'ultima era sufficiente la presenza del sindaco e di due assessori, delle diverse deputazioni e commissioni "ad acta" mentre l'attività di controllo superiore era espletata dal prefetto dell'Umbria, capo della provincia, e dalla Sottoprefettura di Terni (8).
    Il passaggio dalle vecchie alle nuove norme di amministrazione coincise con l'entrata in vigore della legge "Per l'unificazione amministrativa del regno d'Italia" del 22 marzo 1865 n. 2248, comprendente anche la prima legge comunale e provinciale del nuovo Stato il cui territorio venne diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. Calvi, sede di Ufficio di conciliazione, fu aggregato quindi al circondario di Terni, ove risiedeva il sottoprefetto, e al mandamento di Narni, facente riferimento al pretore, ma nel 1883 e nel 1894 fece domanda di essere aggregato al mandamento di Magliano Sabina (9) .
    Il Comune partecipò con proprie forze alle guerre coloniali del 1879 - 80, come tutto il paese, e nel 1896 partecipò al giubilo per la presa di Macallè avendo dei combattenti nella battaglia di Adua (10).
    Le risorse principali del Comune, oltre a quelle riscontrabili nelle serie dei ruoli delle imposte e riconducibili a norme nazionali, erano la vendita del taglio dei boschi di cui il comune era ricco e l'affida dei numerosi terreni di pascolo adatti a vario genere di bestiame (11). L'economia locale, a parte l'esistenza di cave e di una fabbrica di materie esplodenti, di una cooperativa di mutuo soccorso fin dal 1878, e di una distilleria societaria nelle vicinanze, era eminentemente agricola (12) .
    L'adesione al nuovo Stato comportò enormi sforzi di adeguamento e di modernizzazione anche nelle vecchie competenze comunali dell'antico regime soprattutto nel campo dell'igiene, dell'illuminazione elettrica, dell'istruzione e della ricerca di fonti sicure di acqua potabile di cui il comune non era ricco. L'amministrazione fece in modo che non sfuggisse al paese l'occasione di raccogliere i cosiddetti "frutti della modernità" consistenti sia nello sviluppo di una nuova viabilità di collegamento con i paesi e le città limitrofe, che nello sviluppo delle comunicazioni telegrafiche e telefoniche. Di questo sforzo, durato anche molti anni, si possono trovare tracce, a volte frammentarie nella documentazione esistente in archivio (13) .
    L'unità d'Italia comportò anche la soppressione di chiese e conventi locali in seguito al decreto commissariale dell'11 dicembre 1860 n. 168, nonchè l'incameramento di alcuni benefici ecclesiastici e delle locali opere pie tant'è che nel 1860 si ricercavano nominativi che potessero gestire la riconversione delle locali congregazioni di carità e degli asili infantili, mentre i beni di altre confraternite e diversi benefici venivano concentrati nella locale Congregazione di Carità che gestiva l'ospedale Sant' Antonio (14) .
    Fu così soppresso l'antico convento di San Berardo da Calvi in località San Francesco fondato a seguito della venuta del Santo a predicare in Calvi nel 1213. Il monastero di Santa Brigida delle Orsoline, dichiarato soppresso nel 1860 e lasciato dal Fondo culto e dal demanio in godimento dell'ordine fino alla totale estinzione delle suore grazie al decreto 17 febbraio 1861, visse un periodo abbastanza incerto fino a quando il 16 gennaio 1899, venne dato in enfiteusi nuovamente alle suore, mentre il Comune si riservava una parte dell'edificio per i propri uffici ed altre istituzioni comunali (15).
    Anche i beni della confraternita di San Pancrazio, costituita in ente morale sotto la tutela del Comune, vennero, nel 1894, in parte devoluti al Demanio dietro versamento di una rendita al Fondo culto locale (16) .
    Mentre nel 1877 il Comune di Calvi era ascritto al collegio elettorale di Calvi e Montebuono, nel 1890 risulta compreso nel collegio elettorale di Spoleto II e nel 1899 aderiva al collegio elettorale di Poggio Mirteto (17) .
    Il regolamento del 1911 stabiliva la scadenza quadriennale ordinaria per il sindaco e il consiglio, eletto in un numero variabile di membri stabilito in base al numero degli abitanti e all'importanza dei comuni. Il Consiglio veniva eletto dai soli cittadini aventi determinati requisiti di censo e di alfabetizzazione (18). Esso era l'organo deliberativo e si riuniva in periodi stabiliti, approvava bilanci e conti, deliberava sugli uffici, gli stipendi e i salariati, le questioni patrimoniali del comune, autorizzava il sindaco a stare in giudizio e in tutti i casi in cui fosse necessario il suo assenso, approvava le tariffe delle imposte e dei dazi comunali. Creava al suo interno una Giunta, composta sempre da due assessori effettivi e due supplenti, con attribuzioni di carattere esecutivo. Nel seno del consiglio veniva eletto il sindaco, cui era affidata la presidenza del consiglio e della giunta, la rappresentanza del Comune in giudizio, la facoltà di prendere provvedimenti urgenti di polizia, soprintendeva inoltre a tutti gli uffici e istituti amministrati dal Comune come ad esempio la Congregazione di carità. Il sindaco era anche ufficiale di governo e come tale era responsabile della pubblicazione all'albo delle leggi, ordini e manifesti governativi, teneva i registri dello stato civile, e vigilava sull'ordine pubblico riferendone all'organo superiore, prestava giuramento dinanzi al prefetto prima di iniziare ad esercitare le proprie funzioni.
    Calvi partecipò, con numerosi arruolati, alla I guerra mondiale (19) .
    Dopo l'avvento del regime fascista, la Riforma dei comuni del regio decreto 2839 del 30/12/ 1923 suddivise i comuni italiani in 5 classi e in base a tale provvedimento Calvi, con meno di 5000 abitanti, fu assegnato alla classe V° (20). La legge 237 del 4 febbraio 1926 dispose che nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti fosse posto un podestà di nomina regia, che dal 1929 divenne l'unica magistratura comunale coadiuvata dalla Consulta municipale. Il primo podestà di Calvi fu Alberto Calza Bini (21). Sempre nel 1926 venne costituita la provincia di Terni nel cui territorio venne incluso il comune di Calvi (22).
    Su istruzioni del potere centrale, l'Italia si veniva preparando per la seconda guerra mondiale e a Calvi come in altri comuni italiani ci si preparava alla mobilitazione civile, alla protezione antiaerea e all'economia di guerra tramite il rilevamento, l'ammasso di generi e il razionamento dei consumi, provvedimenti che si protrassero per tutto il periodo bellico e ben oltre. Durante le seconda guerra mondiale il paese fu sottoposto a frequenti bombardamenti e il personale e gli alloggi furono requisiti dal comando tedesco (23).
    Il 22 dicembre 1942 il podestà Giorgio Calza Bini presentava le proprie dimissioni e l'11 febbraio 1943 venivano fatte le consegne tra il podestà uscente ed il commissario prefettizio Giuseppe Provenzani (24).
    Il 13 aprile 1944 vi fu l'eccidio di 16 persone, strage voluta da un luogotenente di Kappler rimasto sconosciuto; successivamente all'eccidio delle Fosse Ardeatine, infatti, le truppe tedesche effettuarono un rastrellamento nelle montagne umbre e particolarmente nella Valnerina (25).
    La lotta di liberazione a Calvi cessò il 13 / 6/ 1944 , si potè quindi allacciare rapporti con la Prefettura di Terni e con il Comitato di liberazione nazionale (26). Il 19 giugno veniva nominato dal vicegovernatorato di Narni un sindaco provvisorio e, il 15 luglio, sciolto il Comitato di liberazione locale, veniva formata una giunta straordinaria di otto assessori in rappresentanza delle varie località del comune, seguiva, poi, l'epurazione del personale compromesso con il passato regime (27). Il 5 gennaio 1945 veniva nominato il nuovo sindaco, nella persona di Caroselli Guido, e costituita una nuova giunta di quattro assessori e due supplenti, nel rispetto della normativa vigente e delle disposizioni impartite dal comando alleato.
    Il 2 giugno 1946, con le prime elezioni comunali della storia repubblicana venne eletto sindaco Giorgio Germani e furono assegnati dalla legge al Comune 20 consiglieri da eleggere, la giunta continuava ad essere costituita da quattro assessori effettivi e due supplenti (28). Il 13 marzo del 1947 il sindaco giurò fedeltà allo Stato italiano 29) .
    Nel 1961 il censimento della popolazione attribuiva a Calvi n. 4000 abitanti (30).



    1) Cfr.: ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 1, fascc. 2 e 5/1.
    2) Ed è per questo che, nei 176 comuni che costituivano, unitamente al circondario di Rieti, l'antica provincia dell'Umbria, sono ancor oggi conservati tutti i registri di interesse demografico, compresi gli stati delle anime, redatti dai parroci per uso del proprio ministero. Cfr. : FRANCESCO GUARINO - MARIO SQUADRONI: "Torgiano. Archivio storico comunale - Inventario", Editrice Protagon - Regione dell'Umbria, 1990, p. 444.
    3) Cfr. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, b. 1 fasc. 2. Il carteggio risulta già ordinato secondo un titolario rimasto pressoché uguale fino al 1885. ASCC, Protocolli della corrispondenza, (1860 - 1963), reg. 1.
    4) Cfr. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 -1963, b. 1 fasc. 4; ASCC, Guardia nazionale,1860-1873, regg. 1 e 4.
    5) Il 23 novembre venne comunicata l'accettazione da parte di Vittorio Emanuele II dei risultati del plebiscito circa l'annessione dell'Umbria e delle Marche, avvenuta nell'udienza solenne del 22 novembre. Cfr.: ASCC, Carteggio amministrativo, b. 1, fascc. 2 e 5/1.
    6) Cfr. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 -1963, b. 1, fasc. 2, fasc. 5/ 1 e 3.
    7) Cfr. : ASCC, ibidem, b. 1, fasc. 5 sf. 3.
    8)Cfr. ad esempio: ASCC, Deliberazioni del Consiglio: verbali, regg.1-4, ASCC, Deliberazioni della giunta: verbali, regg. 1-3.
    9) ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 -1963, b. 84, fasc. 1/1; b. 146, fasc. 12/2.
    10) ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 -1963, b. n. 154, fasc. 12/2.
    11) ASCC, Appalti e contratti, 1873-1882, b. 1, Affide del pascolo; ASCC, Ruoli delle imposte, 1861-1876, regg. 11 e 12; per il taglio boschi confronta ad es. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, regg. 1-100 : titolo III.
    12) ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 48, fasc. 13/8; b. 57, fasc. 12/3 e fasc. 13/6 ; b. 114, fasc. 11, rispettivamente.
    13) cfr. : ASCC , Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, bb. 1- 199? : titolo X per gli aa. 1860-1885, titolo IX per gli anni 1886-1897.
    14) Cfr. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 1, fasc. 2: Gazzetta di Perugia contenente il decreto Pepoli sulle opere pie (1860, nov. 3); ASCC, ibidem, 1896: b. 153, cat. 6 - cl. 3
    15) Il convento, opera insigne di Ferdinando Fuga, devoluto al comune dal Demanio dello Stato nel 1895, venne dato in enfiteusi alle signore Angela Quirini e Clarice Turchetti il 13 giugno 1896, prima di essere ceduto in enfiteusi alle suore nel 1899. Il numero delle orsoline fu mantenuto e incrementato nei primi anni del Regno dalle monacazioni abusive accettate dalle superiore pro tempore e tollerate dal Comune in barba alle disposizioni degli organi superiori. Nel 1889 le suore aprirono una sala di lavoro per le fanciulle di oltre 9 anni che avevano lasciato la scuola; e in seguito il convento divenne sede di un educandato femminile. Nel 1892 vi fondarono un asilo infantile rimasto in funzione almeno fino agli anni '50 del secolo scorso. cfr. : ASCC, Deliberazioni del consiglio, 1860 - 1963, reg. 4; ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, 1861, b. 3, fasc. 7/2; 1889, b. 119, fasc. 9 - sf. 2; 1892, b. 133, fasc. 6- sf. 3; b. 148, fasc 6 - sf. 3; b. 152 - sf. 3; L. PALLOTTINI, "Calvi dell'Umbria frammenti di storia", pp. 75- 76; ELISABETH KIEVEN: "Ferdinando Fuga a Calvi dell'Umbria" in: "Munasterium ursulinarum terre Carbii", Catalogo della mostra 21 giugno -31 agosto 2003, Alfagrafica , Città di Castello, 2003, p. 91.
    16) Cfr. ASCC, Carteggio amministrativo, 1894, b. 144, fasc. 6/3; b. 148, fasc. 6 - sf. 3.
    17) L. Lanzi - V. Alterocca: "Guida di Terni e dintorni", Terni, 1899, tip. Alterocca, p.194; ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 49, fasc. 1- sf. 2; b. 121, fasc. 2 - sf. 5; b. 131, fasc. 2 - sf. 5.
    18) Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, Titolo I per gli anni 1860 - 1885 e titolo II per il periodo dal 1886 al 1897; ASCC, Verbali del consiglio comunale, 1871-1967, reg. 7 e ss.
    19) Notizie relative agli arruolati, ai soccorsi militari prestati alle famiglie e ai morti e dispersi al fronte, le cui ricerche si protrassero unitamente ai soccorsi e alle pensioni fino al 1938, oltre agli elenchi relativi, sono reperibili in ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 166, (a. 1917) , fasc. 3; b. 167, fasc. 3 di ogni anno; b. 168, fasc. 4; b. 187, fasc. 6.
    20) ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 177 fasc. 8; dal 1929 al 1933 oscillò tra i 3420 e i 3639 del 1933; Cfr. : Enciclopedia italiana UTET, torino, 1932- 33, vol. II p. 764; T. C. I. Annuario Generale del Touring: 1929, p. 283.
    21) Famoso architetto e storico dell'arte che alla conclusione dei suoi studi sul monastero e chiesa di Santa. Brigida, negli anni 1950, attribuì al grande architetto Ferdinando Fuga la costruzione dell'imponente complesso e della chiesa . Durante il suo governo furono rivalutate e restaurate numerose opere pubbliche e chiese del paese, venne riscattata dal marchese Coccanari la proprietà della ex collegiata di Santa Maria per consentirne il restauro. Cfr: Enciclopedia RL vol. III, p. 231; ASCC, Verbali del consiglio comunale, 1871-1963, reg. 8; ASCC, Verbali delle deliberazioni del podestà, (1926- 1943), reg. 1, c. 1.
    22) ASCC, Registri., ASCC, Carteggio amministrativo, 1926, b. 1, fasc. 1; contiene copia del giornale l'Araldo del 2 dicembre 1926, che annuncia la creazione di diciassette nuove province tra cui Terni, Rieti e Viterbo con decorrenza dal 1927.
    23) cfr.: ASCC, Carteggio amministrativo, 1860-1963, b. 204, fasc. 7; b. 205, fascc.8, 13 e 14; b. 207, fasc. 10; b. 211, fasc. 9.
    24) Cfr. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, b. 200, fasc. 1.
    25) Cfr. . L PALLOTTINI, cit. , p. 137. Di Carofei Lorenzo, di Guglielmi Adolfo, Ernesto, Emilio, Genesio, Gino, Montecaggi Liberato e Ranuzzi Domenico esistono in archivio le disposizioni circa la tumulazione a proprie spese disposta, dopo l'esecuzione, dal comando tedesco: ASCC Carteggio amministrativo, 1860- 1963, b. 204 , fasc. 7. Una volta passato il fronte tedesco, incalzato dalle truppe alleate, veniva stabilito un compenso ai partigiani per il servizio pubblico reso e veniva commissionata una lapide per commemorare i sedici caduti della rappresaglia tedesca, Ibidem: b. 205, fasc. 14; b. 208, fasc. 14. Per le statistiche demografiche sui morti e dispersi in guerra cfr: ASCC, ibidem, b. 197 fascc. 5 e 12; b. 207, fasc. 8; b. 211, fasc. 7; B. 221, fasc. 8; per l'elenco dei partigiani riconosciuti cfr. : ibidem: b. 214, fasc. 8; censimento profughi dell'Africa italiana: b. 217, fasc. 13.
    26) Ma la notizia ufficiale si trova nella b. 2° del 1949 cat. 6; ASCC, Protocolli riservati, 1929 - 1948, reg. 2, parte seconda.
    27) Al primo sindaco Matticari Luigi, sfiduciato dal Comitato comunale patrioti, seguì il 21 novembre l'assessore anziano Benedetti Pancrazio. Cfr.: ASCC, Carteggio amministrativo (1860-1963) : 1944: b. 203, fasc. 1.
    28) Cfr. : ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, b. 209, fasc. 1; b. 210, fasc. 5.
    29) ASCC, Carteggio amministrativo, 1860 - 1963, b. 213, fasc.1.
    30) ASCC, Censimenti, 1931 - 1961, bb. 6 - 9.