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Ospedale neuropsichiatrico provinciale di Ancona

  • Ente
  • Estremi cronologici: 1840 - 1978
  • Intestazioni:
    Ospedale neuropsichiatrico provinciale di Ancona
  • Altre denominazioni: Ospedale neuropsichiatrico provinciale di Ancona
  • Le prime notizie sul trattamento del malati mentali ad Ancona risalgono al 1749 quando il pontefice Benedetto XIV sollecitò la città affinché destinasse loro una struttura apposita. Fino al 1799 i malati furono tenuti in una stanza, nota come il Casone, vicino al convento dei Cappuccini. Le battaglie tra le truppe austro-russe e quelle francesi portarono alla distruzione del Casone e così i "pazzi" furono trasferiti in due locali nei pressi della chiesa di S. Ciriaco e lì tenuti fino al 1818. In quest'anno l'ordine dei Fatebenefratelli, impegnato nell'assistenza ai malati, ricevette l'incarico di gestire l'ospedale di San Francesco alle Scale dal governo della città di Ancona e, dal 1819, passarono alle loro cure anche i malati mentali.
    Per queste persone si adoperò Padre Benedetto Vernò, priore dei Fatebenefratelli di Ancona dal 1837 al 1850, il quale riuscì a far costruire per loro una struttura specifica all'interno dell'ospedale di San Francesco alle Scale, che fu inaugurata nel 1840 con la denominazione di San Giovanni di Dio.
    Il priore dell'ordine si occupava della gestione amministrativa del manicomio mentre la cura dei malati era affidata ad un medico, di specifiche qualità intellettuali e morali, con la qualifica di direttore. Primo direttore del manicomio di Ancona, dal 1840 al 1858, fu Benedetto Monti e successivamente Francesco Cadorna, dal 1861 al 1864.
    Nel 1865 l'amministrazione del manicomio passò dall'ordine dei Fatebenefratelli alla Provincia, appena istituita, e alla sua direzione fu nominato Giovan Battista Mencucci fino al 1887 e dal 1888 Gaetano Riva con cui si iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo edificio presso piano San Lazzaro.
    Il nuovo manicomio, attivo dal mese di maggio del 1901, ma inaugurato due mesi dopo, sorge come una struttura nuova e d'avanguardia, senza cinta muraria e con un sistema a padiglioni simmetrici, collegati da portici aperti, per distinguere e separare i pazienti per tipo di malattia. Diretto dal suo promotore Gaetano Riva e, dal 1913 sino al 1939, da Gustavo Modena, uno degli psichiatri più in vista d'Europa, il manicomio di Ancona fu anche segnalato da una circolare del Ministero della Sanità del 1928 perché fosse preso a modello dalle altre strutture manicomiali italiane per le sue importanti iniziative di igiene e profilassi delle malattie mentali. Tra queste si ricorda un ambulatorio per malattie neurologiche e mentali, gratuito e aperto a tutti i cittadini della provincia di Ancona in funzione dal 1910.
    La seconda guerra mondiale segnò un cambiamento nella direzione e nella gestione del manicomio di Ancona. L'8 dicembre 1943, infatti, un bombardamento degli alleati colpì in pieno manicomio: diversi edifici crollarono e morirono numerosi pazienti, infermieri e tre medici. Il successore di Gustavo Modena, Giovanni De Nigris, direttore dal 1939 al 1947, si preoccuperà di trasferire alcuni pazienti nei manicomi di Macerata, Pesaro e Perugia, e di aprire per gli altri una sede provvisoria a Sassoferrato.
    Nel 1948 il manicomio di piano S. Lazzaro venne riaperto ed ampliato con una sezione di neurologia e neurochirurgia, dove sono eseguiti anche interventi di leucotomia prefrontale. E, negli anni Cinquanta del Novecento con Alessandro Alessandrini, direttore dal 1948 al 1958, fu introdotto anche l'uso degli psicofarmaci.
    Le attività neurologiche e neurochirurgiche furono abbandonate durante la direzione di Ignazio Passanisi (1959 - 1972) e, con Emilio Mancini, direttore dal 1973, si andò verso una apertura più ampia favorendo sia l'incontro dei malati di sesso differente nel refettorio e nei luoghi esterni al reparto sia l'incontro con la popolazione permettendo ai pazienti di frequentare la spiaggia di Palombina; inoltre, si istituirono le prime attività ambulatoriali a Falconara, Osimo, Senigallia, Jesi e Fabriano anticipando la successiva legge psichiatrica n. 180 del 1978 con cui si sancì la chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia. Nelle Marche, in realtà, il termine finale per la cessazione della deroga al ricovero presso gli ospedali psichiatrici fu stabilito al 31 maggio 1980 (delibera n. 1265 del 15/04/1980).
  • Redazione e revisione:
    Forani Jessica, 30/04/2015, Riordinamento ed inventariazione / Palma Maria, 30/04/2015, Revisione
  • Bibliografia:
    S. FORTUNA, Il trattamento dei malati mentali ad Ancona (1749 - 1978), in "Manicomi marchigiani, le follie di una volta", il lavoro editoriale, 2009
    E. MANCINI, Ricordo di Emilio Mancini, ultimo direttore dell'Ospedale Neuro-Psichiatrico Provinciale di Ancona, in "Manicomi marchigiani, le follie di una volta", il lavoro editoriale, 2009
    M. PALMA, Il Censimento degli Ospedali Psichiatrici delle Marchenell'ambiito del progetto Carte da legare, in "Manicomi marchigiani, le follie di una volta", il lavoro editoriale, 2009