SAN - Strumenti di ricerca online

Cassa di risparmio di Foligno Spa, Foligno (Perugia), 1857 -

  • Ente
  • Estremi cronologici: 1857 ottobre 7 -
  • Intestazioni:
    Cassa di risparmio di Foligno Spa Foligno (Perugia) 1857 -
  • Altre denominazioni: Cassa di risparmio di Foligno, 1857-1992
  • Con rescritto pontificio di papa Pio IX del 7 ottobre 1857 n. 61899 che ne approva l'istituzione e il relativo regolamento composto di 37 articoli, viene istituita a Foligno la Cassa di risparmio.
    La nascita delle Casse di risparmio in territorio italiano si colloca in ritardo rispetto al resto d'Europa dove, già nell'ultimo quarto del Settecento, erano presenti in Germania e in Svizzera e successivamente in Gran Bretagna, Francia e Austria: tutti paesi indubbiamente più sviluppati dal punto di vista economico.
    In Italia le prime Casse sorsero al Nord-est sotto il controllo asburgico nel 1822 (Padova, Rovigo, Castelfranco Veneto, Udine, Monselice e Venezia), nel 1823 a Milano, nel 1827 a Torino, nel 1846 a Genova; al Centro a Firenze nel 1829, nel 1830 a San Miniato e Prato, nel 1833 a Siena, nel 1835 a Lucca, nel 1843 a Carrara. La prima nello Stato pontificio fu a Roma nel 1836, a Bologna nel 1837; a Ravenna nel 1840, a Macerata nel 1845. In Umbria la prima Cassa fu a Spoleto nel 1837, a seguire Perugia nel 1842, Terni nel 1846 (1), Spello e Sigillo nel 1850, Orvieto nel 1852, Città di Castello nel 1855, tutte istituzioni legate all'economia locale e in particolar modo all'agricoltura, ma come vedremo, con la Cassa di Foligno, senza trascurare la piccola industria.
    Questi istituti di credito andavano a formare insieme ad altri istituti di risparmio ispirati a principi cooperativi (Opere pie San Paolo di Torino, Monte dei Paschi di Siena, Monti di pietà, Banche popolari, Casse rurali) uno dei comparti esistenti in Italia fino alla Seconda guerra mondiale nel sistema bancario, alternativo a quello dei banchieri e banche privati. Due emisferi che si svilupparono nell'arco cronologico suddetto "senza seguire un percorso di coerente integrazione funzionale".(2)
    Foligno nella seconda metà dell'Ottocento era una città che imperniava la propria economia su industria e commercio, grazie alla centralità geografica, e sulla proprietà terriera, in una cornice politica e sociale fortemente religiosa.(3)
    Giuseppe Bragazzi, avvocato e primo segretario della Cassa, nel suo "Compendio della storia di Foligno" dedica un capitolo a parte all'Istituto, collocandone la descrizione tra gli stabilimenti pii e dopo il Monte di pietà, anch'essa infatti "provvede[va] ai bisogni del povero [...] colle restituzioni de' Depositi".(4)
    Erano ideali solidaristici, dunque, quelli che ispirarono i soci fondatori che avevano come obiettivo anche quello di promuovere i concetti di previdenza e assicurazione e di combattere il dilagare dell'usura.
    L'iniziativa di fondare una Cassa di risparmio fa capo, fin dal 1856, al vescovo della città monsignor Nicola Belletti il quale opera di concerto con la magistratura locale e con i "notabili" della città. Egli agisce perlopiù sotto il profilo simbolico e promozionale piuttosto che fattivo anche a causa di una seminfermità che lo aveva colpito sin dal 1856. Egli definì la Cassa un'opera di carità cristiana, ne consentì l'apertura la domenica come già era consuetudine in altre città per facilitarne la fruizione da parte di "operai e artisti".(5)
    Le prime assemblee preparatorie si svolgono nella residenza episcopale: il 3 dicembre 1857 i soci costituenti la Cassa si riuniscono davanti al vescovo Belletti e al commissario governativo Angelo Staffa per eleggere il presidente, il vice-presidente, il cassiere, sei consiglieri, il segretario e il ragioniere rispettivamente nelle persone di: il marchese Ugolino Barnabò, Benedetto Berardi, il conte Leonardo Roncalli, il cav. Vincenzo Luigi Mancini, Filippo Salari, Giovan Battista Frenfanelli, Domenico Pacelli Tomassini, Francesco Filippini, Pietro Tani Menicacci, l'avv. Giuseppe Bragazzi e Francesco Girolami, quest'ultimo sostituito il 20 dicembre da Giovanni Rossi, in quanto rinunciatario. Il 24 dicembre il consiglio si riunisce per eleggere i sindacatori dei conti ai sensi dell'art. 20 del regolamento.
    L'assemblea dei soci si riunisce nel palazzo vescovile fino al 15 dicembre 1859, il 20 dicembre 1860 nella residenza municipale e il 3 maggio 1861 nella sede della neo-costituita Cassa di risparmio di Foligno.
    Settantotto persone riunite in società anonima avrebbero prestato opera e capitale per "dirigere e regolare una Cassa di Risparmio di Foligno", costituendo un primo fondo di dotazione di 1590 scudi rappresentato da 159 azioni di 10 scudi ciascuna. I loro nomi appaiono nel primo regolamento così come in altre fonti edite, documentarie e iconografiche a quanto testimoniato dal dipinto che ne presenta l'elenco all'interno di una cornice riccamente decorata nell'attuale area di rappresentanza della Cassa.(6)
    Il consiglio di amministrazione, in base al regolamento istitutivo, è composto di 11 membri scelti tra i soci: un presidente, un vice-presidente, sei consiglieri, un ragioniere, un cassiere ed un segretario. Presidente, vice-presidente, ragioniere e cassiere continuano nella loro carica un triennio, i consiglieri un sessennio. Annualmente fra i membri non appartenenti al consiglio si eleggono due sindaci per la revisione dei conti e per l'approvazione dei bilanci nei quali, previo rapporto, apporranno le loro firme. Ci sarà anche un "inserviente col titolo di portiere, alfabeta e probo".(7)
    L'attività della Cassa iniziò domenica 31 gennaio 1858 come annunciava un avviso pubblico del 27 gennaio nel quale venivano indicati luoghi e modalità: in via Nuova (l'attuale via A. Rutili) al civico 40 del palazzo del conte Roncalli (8) si riceveranno e restituiranno i depositi, la Cassa riceverà tutte le domeniche dalle dieci alle tredici e restituirà tutti i martedì.(9)
    Solo durante i bombardamenti del 1944, la sede fu trasferita nella villa dei Portoni nella località di San Sebastiano, sede abitativa dell'avv. Francesco Damiani. In una lettera della direzione datata 27 gennaio 1944 indirizzata al Damiani si legge: "La Cassa di risparmio di Foligno deve, date le attuali circostanze, trasferire i suoi uffici in località ove possa svolgersi il lavoro con continuità e tranquillità".(10)
    Per il periodo suddetto si hanno registri di formato minore e più maneggevoli che in ogni serie di appartenenza determinano uno sfasamento nella cronologia, come segnalato in inventario. A cinque anni dall'istituzione, la Cassa ha necessità di chiarire la propria natura giuridica: con r.d. 6 aprile 1862, n. 2542 fu dichiarata corpo morale e "Istituzione speciale retta dai particolari suoi regolamenti, ben distinta dalle Opere pie e non soggetta alle disposizioni vigenti per le medesime". Vi era stato, infatti, il tentativo di assorbimento della locale Congregazione di carità a seguito della legge del 1850 sulle Opere pie che classificava le Casse di risparmio tra gli Istituti di beneficenza.
    Considerando le cesure cronologiche dell'archivio storico che arriva al 1967, la Cassa riformò il proprio statuto 10 volte. Con la prima riforma statutaria del 1875 l'Istituto ampliava la propria attività con lo sconto cambiario e il risconto del portafoglio. Lo sviluppo segue una crescita costante e il bilancio 1884 è il primo redatto in base ad un riformato sistema di contabilità data la "molteplicità ed importanza degli affari che si svolgono".(11)
    L'ascesa dell'Istituto viene confermata anche dalla visita ispettiva ministeriale del 27 giugno 1887 ad opera del commissario Magaldi che così si esprime: "L'amministrazione contabile della Cassa di Foligno procede con ogni regolarità. Il nuovo sistema, non certo perfettissimo, impiantato dal nuovo ragioniere [...], risponde convenientemente ai bisogni dell'azienda ed al maggior movimento derivante dalle operazioni di sconto e di risconto colle quali la Cassa di Foligno rappresentante e corrispondente della Banca nazionale, del Banco di Napoli, della Cassa di risparmio di Perugia e altri istituti minori rende servigi preziosi alla piazza."(12) Un'ascesa che va di pari passo con lo sviluppo delle Casse italiane. Ricordiamo a questo proposito che nel 1886 il segretario Bertuzzi partecipa ai congressi delle Casse di risparmio a Bologna e Firenze e che nel 1888 si ha il primo ordinamento delle Casse con la legge 15 luglio, n. 5545 che ha lo scopo di chiarirne la natura giuridica, i rapporti con l'autorità governativa e garantirne la responsabilità di gestione per una tutela dei depositanti.(13)
    Negli anni Ottanta la Cassa aveva cominciato ad investire in fondi pubblici, aveva aperto il primo conto di corrispondenza con la consorella di Bologna, istituito i conti correnti di corrispondenza con privati, i depositi a piccolo risparmio e intrapreso la prima espansione territoriale.
    Nel 1889 vengono aperte le cosiddette "agenzie rurali": Belfiore, Sant'Eraclio, Valtopina, Casenove, Colfiorito (queste ultime tre chiuderanno nel 1894 per poi riaprire rispettivamente nel 1957, 1938 e 1953), Annifo (attiva fino al 1892). Nel 1890 venne istituita un'agenzia a Montefalco, oltre agli sportelli precedentemente aperti a piazza S. Domenico e piazza S. Giacomo soppressi nel 1917. Altra agenzia aprì a Bevagna nel 1895, ma chiuse nel 1898 in quanto non dava risultati fruttuosi (riaprirà definitivamente nel 1922). La Cassa era tanto cresciuta e sviluppata da richiedere la formulazione di un nuovo meccanismo e impianto contabile così definito: "molto ingegnoso, e ne risulta tale un controllo della contabilità, che mentre tutti i conti singolarmente si bilanciano, vanno pure a bilanciarsi l'uno con l'altro reciprocamente, e tutti, con preciso riscontro, ripetono ripartitamente la situazione giornaliera che è il loro punto di partenza ossia la base dell'intero svolgimento dell'Amministrazione; ed è tale il loro rapporto, e la precisione con cui sono tenuti, che si può affermare che qualsiasi più piccola differenza o svista non debba essere necessariamente avvertita e corretta".(14)
    Le difficoltà economiche generali e la crisi bancaria degli anni Novanta dell'Ottocento, dovuta al fallimento della Banca romana nel 1893, non evitarono risultati "abbastanza soddisfacenti" al bilancio della Cassa che poteva contare su un eccellente lavoro svolto l'anno prima, quando i depositi giunsero a quota 42.087 consentendo alla Cassa di detenere un primato nella provincia, un primato già riconosciuto all'Esposizione nazionale di Palermo dove si era presentata con i risultati dell'esercizio 1891. Nel 1894 venne istituita la Cassa pensioni del personale e sull'argomento rimandiamo all'inventario.(15)
    Anche la visita ispettiva ministeriale del 1897 da parte dell'ispettore cav. Squatriti si concluse con il "pieno consenso per il modo, col quale l'Istituto nostro era stato quasi in ogni sua parte riformato, e pel nuovo indirizzo datogli in linea amministrativa, contabile ed economica".(16)
    Anche attraverso la seconda ispezione governativa nel settembre 1908 ad opera del cav. Maraldi le condizioni economiche della Cassa appaiono soddisfacenti, a riprova del movimento ininterrotto di ascesa determinatosi ormai da diversi anni e nonostante il periodo di depressione economica che aveva colpito l'intero Paese proprio in quegli anni.
    Anche nel 1914, anno che segna un momento critico nella storia bancaria e del mercato monetario mondiale a causa dell'imminente guerra europea, l'Istituto chiude ancora con risultati più che soddisfacenti. E altrettanto emerse dal bilancio 1920.
    Nel 1926 si dà inizio alla politica ferrea decisa per la rivalutazione della lira, la Banca d'Italia inasprisce il debito sia per gli sconti sia per le anticipazioni provocando una forte crisi nel 1927 fino al r.d.l. 21 dicembre 1927 che segna la fine del corso forzoso e la stabilizzazione della lira. Ciononostante, il bilancio del 1927 viene definito dal direttore "un'ottima risultanza, poiché pur esponendovi il travaglio di una annata particolarmente difficoltosa, segna tuttavia notevoli progressi di miglioramento e indici di nuove direttive".(17)
    Nel 1927 il ragioniere-capo incaricato, presenta una proposta di riforma contabile che verrà approvata dal consiglio ed entrerà in vigore dal 1 gennaio 1928. Nell'ufficio depositi e conti correnti vengono soppressi i partitari sostituiti dai giornali. Nell'ufficio portafoglio si ha l'istituzione del libro giornale effetti insoluti e protestati. Con la riforma, le filiali deterranno giornali contabili propri e i depositi, fino a quel momento amalgamati a quelli della sede, avranno una loro visibilità per ciascuna agenzia.
    Sempre dal 1927 si avrà il servizio buoni fruttiferi e a seguire l'istituzione dei buoni fruttiferi a scadenza fissa.
    Ancora nel 1927 la Cassa entra a far parte della Federazione delle Casse di risparmio della provincia di Perugia e all'Istituto viene riconosciuta l'appartenenza delle piazze di Bevagna, Cannara, Montefalco, Nocera Umbra, Spello e Trevi.
    Nello stesso anno il credito agrario riceve una regolamentazione di rilievo: con r.d.l. 29 luglio 1927, n. 1509 concernente i provvedimenti per l'ordinamento di credito agrario, anche le Casse di risparmio possono ottenere dal Ministero dell'economia nazionale l'autorizzazione a compiere operazioni di credito di esercizio e per quanto possibile, per impieghi a lungo termine, anche le operazioni di credito agrario per miglioramento. La Cassa, per essere operativa nel comparto, decide quindi di stanziare £. 600.000 per l'apertura di crediti di esercizio, £. 400.000 per il territorio comunale e £. 200.000 in quello di Bevagna, Cannara, Montefalco e Trevi.
    Col 1928 inizia la prima gestione esattoriale, con relativa tesoreria, presso il comune di Cannara. A cui si aggiungeranno nel 1933 quella di Foligno e Nocera Umbra, nel 1943 quella di Montefalco e nel 1958 quella di Valtopina.
    Il 1930 è un anno di notevole attenzione alle filiali per quanto riguarda la sistemazione economica del personale, l'applicazione del regolamento organico, la sistemazione delle commissioni di sconto e di vigilanza, le sistemazioni logiche, igieniche e decorose dei locali. Con l'acquisizione di Cannara e Bevagna del 1922 e Nocera Umbra del 1930, se ne contano, insieme a Montefalco e Sant'Eraclio, cinque sul territorio.
    Come conseguenza della crisi economica del 1929, nel 1934 la Cassa subisce un commissariamento con il gr. uff. rag. Rodolfo Bruscagli, il comm. dott. Vittorio Rossi, il comm. dott. Florindo Giammichele fino al 23 aprile 1935, continuando a svolgere tuttavia la sua azione calmieratrice nel mercato locale del credito con saggi d'interesse più equi.
    Un altro commissariamento si avrà con Alessandro Buffetti Berardi il 12 ottobre 1944 il quale viene successivamente nominato presidente del consiglio il 9 gennaio 1946.
    Con la fine della guerra e le esigenze della ricostruzione, la Cassa, alla luce del d.l. 9 giugno 1945, n. 305 sulle operazioni di finanziamento relative alle ricostruzioni di fabbricati danneggiati da eventi bellici, delibera di stanziare la somma di £. 5.000.000. Nel 1948 si concludono i lavori di ristrutturazione della sede iniziati nel 1939.
    Gli anni post-bellici sono anche quelli di una organizzazione interna dei servizi contabili attraverso una totale "meccanizzazione", anche a causa della mancanza di personale e all'aumento dei servizi bancari attraverso l'acquisto di una macchina "Remington".
    La Cassa fu sempre sensibile alle esigenze di pubblica utilità con interventi di natura finanziaria che portassero lustro alla città, come nel 1873 quando, con delibera d'urgenza, acquistò azioni alla società costruttrice della caserma di Foligno per poterne garantire la costruzione. Altro intervento di rilievo fu quello agli inizi degli anni Venti quando un gruppo di cittadini si fece promotore dell'idea di costruire un nuovo quartiere di tipo medio nell'area dell'allora ex-foro boario fra la stazione e l'ingresso della città, un'iniziativa opportuna per rispondere al fabbisogno abitativo in un momento di forte incremento demografico. La Cassa finanziò la "Società anonima cooperativa case economiche", istituita nel 1923 per l'occasione, erogando un mutuo di £. 3.491.533,81 che contribuì a dare un carattere liberty ad una zona oggi centrale.
    L'impegno finanziario dell'Istituto in opere di pubblica utilità derivava dalle norme statutarie originarie. Dal 1869 furono molti gli enti beneficiari e le iniziative intraprese dalla Cassa: la Società di mutuo soccorso e l'Asilo d'infanzia, le feste dell'Alunno, per l'erezione di una statua commemorativa eseguita nel 1872 a Porta Romana, la festa del patrono, l'Asilo infantile di Belfiore, il restauro del Teatro Apollo ("Teatro Piermarini" nel 1891), l'Orfanotrofio femminile, la Scuola agraria degli orfani, la Congregazione di carità per la cura degli scrofolosi, l'Istituto di mendicità per i ricoverati, la società del Casino di lettura, la ricostruzione della porta maggiore della chiesa di S. Agostino, l'Asilo infantile di Sant'Eraclio, le cucine economiche. La Cassa contribuì, inoltre,al finanziamento del monumento a Garibaldi (1890) e al restauro della facciata della cattedrale di S. Feliciano nei primi anni del Novecento. Ricordiamo ancora il gabinetto radiologico dell'Ospedale civile di Foligno donato nel 1924, il restauro del Palazzo delle canoniche. Nei primi anni Trenta ricordiamo: la costruzione del Campo sportivo e l'installazione di un ascensore sempre nell'ospedale della città. In occasione del centenario, la Cassa destinò una somma ingente accantonata negli anni precedenti, sia per finanziare il padiglione d'isolamento dell'Ospedale sia per la costituzione di un Centro di addestramento professionale agricolo e per la ristrutturazione della Casa umbra di riposo.

    (1) L. De Rosa, Storia delle Casse di risparmio e della loro associazione 1822-1850, Bari, 2002, p. 42.
    (2) G. Conti, Le banche e il finanziamento industriale, in Storia d'Italia, Torino, Einaudi 1999, vol. 21, p. 446.
    (3) Cfr. F. Bettoni, "Foligno nel 1857. Luci ed ombre di uno spazio economico" in Cassa di risparmio di Foligno, "Cassa di risparmio di Foligno 1857-2007.Nascita e sviluppo dell'Istituto bancario", Foligno 2007, pp. 7-16.
    (4) G. Bragazzi, Compendio della storia di Foligno, Bologna, Forni, 1973, rist. anastatica del 1859, pp. 104-106.
    (5) Cfr. D. Cesarini, "L'opera della Chiesa nella fondazione della Cassa di risparmio di Foligno" in Cassa di risparmio di Foligno, "Cassa di risparmio di Foligno 1857-2007...", pp. 17-18.
    (6) Cfr. Cassa di risparmio di Foligno, "Cassa di risparmio di Foligno 1857-2007..."
    (7) Alcune fra le principali modifiche statutarie, succedutesi nel tempo, sono riportate in inventario, come premessa alle serie.
    (8) La sede rimarrà sempre la stessa, per quanto riguarda le modifiche, i progetti e gli ampliamenti che subì cfr. il fondo della Cassa di risparmio di Foligno d'ora in poi CRF, Direzione, Servizio segreteria e affari generali, Ufficio economato, Lavori sistemazione sede.
    (9). Cfr. Archivio storico comunale di Foligno, Archivio Moderno, I serie, Titolo V, b. 874. l'art. 52 dello statuto del 1920 dichiarerà l'apertura della Cassa nei giorni feriali.
    (10) Cfr. CRF, Servizio segreteria e affari generali, Ufficio economato, Immobili affitti e spese diverse, b. 2, fasc. 18.
    (11) Cfr. la relazione del rag. Rossi in CRF, Servizio ragioneria generale, Ufficio contabilità, Bilanci e rendiconti, b. 2, fasc. 21.
    (12 )Cfr. la relazione ispettiva in CRF, Servizio ragioneria generale, Ufficio contabilità, Bilanci e rendiconti, b. 2, fasc. 23.
    (13) Un secondo ordinamento normativo delle Casse di risparmio si ha nel 1926 con il r.d.l. 1925, n. 1511 e il r.d.l. 1926 n. 1830 che ebbe come conseguenza un processo di concentrazione attraverso fusioni obbligatorie e un raggruppamento federativo di portata provinciale e regionale. La riforma bancaria prosegue anche negli anni Trenta.
    (14) Cfr. la relazione dei revisori in CRF, Servizio ragioneria, Ufficio contabilità, Bilanci e rendiconti, b. 2, fasc. 25, p. 19.
    (15) Cfr. CRF, Servizio segreteria e affari generali, Ufficio segreteria generale, Personale, Fondo previdenza registri.
    (16) Cfr. la relazione del direttore in CRF, Servizio ragioneria generale, Ufficio contabilità, Bilanci e rendiconti, b. 3, fasc. 35.
    (17) Cfr. la relazione del direttore in CRF, Servizio ragioneria generale, Ufficio contabilità, Bilanci e rendiconti, b. 5, fasc. 64.
  • Redazione e revisione:
    Franceschini Paola, 01/07/2005, ordinamento ed inventariazione