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Università Israelitica di Modena

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    Università Israelitica di Modena
  • Si ha notizia dei primi ebrei a Modena dal sec. XIV (1) ma e' dal sec. XVII che si hanno i primi documenti in archivio, pressoche' da quando venne istituito il ghetto e la Comunita' si trasformo' in una "amministrazione" chiusa, con proprie norme di comportamento, che necessitava di una organizzazione per gestire una popolazione numerosa, rinchiusa in uno spazio ristretto. Tale amministrazione doveva continuamente rapportarsi al Duca che la sottoponeva ad una dura tassazione; era tenuta quindi ad avere una sua contabilita' e atti di gestione.
    Dal punto di vista della storia istituzionale, l'impressione generale che si ha dalle carte d'archivio e' che queste rispecchino la Comunita' non tanto nella sua attività interna, quanto nei suoi rapporti con le vicende storiche e le istituzioni esterne. Le cesure della documentazione infatti seguono eventi ben precisi: il 1638, con la chiusura del ghetto e il 1738, anno dei capitoli emanati da Francesco III, coincidono a grandi linee con le date di inizio delle serie documentarie piu' antiche presenti in archivio, che terminano circa nel 1796, anno di inizio del governo francese con conseguente apertura del ghetto. Dopo una cesura significativa per gli anni 1797-1813 circa, dove gli atti sono veramente scarsi, il 1814, con la restaurazione dei rapporti con il Duca, e l'apertura definitiva del ghetto del 1859 costituiscono invece le date significative entro le quali la documentazione d'archivio ha di nuovo un assetto preciso, con serie che cominciano e finiscono entro tali date. Dal 1860 in avanti la Comunita', che ormai ha semplicemente la gestione di un collegio di persone legate da un vincolo e da interessi comuni, quali un patrimonio e il mantenimento di un legame di carattere religioso, segue le vicende delle restanti istituzioni del territorio modenese nel loro rapporto con lo Stato, con un complesso documentario conseguentemente semplificato, spesso determinato da una semplice sedimentazione.
    Per quanto riguarda la struttura amministrativa che gestiva la Comunita' nei secoli XVII e XVIII, dalle carte si apprende ben poco; come gia' segnalato in altra sede (2) non esiste per questo periodo sufficiente materiale da cui si possano trarre indicazioni esaustive sugli organi comunitari e sul loro funzionamento. E' solo con la meta' del sec. XVIII che si puo' individuare con una certa precisione l'organizzazione (anche grazie ad uno dei pochi volumi di verbali presenti)(3), con una struttura che si consolidò e rimase pressoche' inalterata per tutto l'800. La Comunita' (4) era costituita da tutti gli ebrei del territorio modenese e dagli eventuali stranieri in esso trasferiti anche temporaneamente; erano pero' i maggiori contribuenti che la gestivano (5), la mantenevano e ne mantenevano i poveri cui era dovuta la beneficenza da parte della Comunita' stessa.
    I maggiori contribuenti, di numero vario secondo i diversi regolamenti, con il compito di adottare le decisioni a carattere piu' generale, costituivano il cosiddetto Consiglio Maggiore poi Azienda Generale (6) all'interno della quale venivano eletti il Consiglio Ristretto o Azienda Ristretta (poi definita Economica), i Deputati Confidenti alla Cassella, la Commissione Tassatrice, e dalla quale veniva nominato il Rabbino (7) e gli impiegati necessari, quali il cassiere, l'archivista, il cancelliere-computista. Il potere esecutivo era detenuto dall'Azienda Ristretta (8), costituita per diritto dai primi maggiori contribuenti e da un certo numero di eletti all'interno dell'Azienda Generale stessa; i componenti, chiamati nel sec. XVIII massari, formavano per sorteggio tre gruppi o deputazioni, definite Deputazioni Annuali, ciascuna delle quali era attiva per uno dei tre anni del triennio amministrativo, per la gestione giornaliera dell'Azienda. Era la sorte che decideva sull'alternarsi delle deputazioni annuali e sui componenti di ognuna. Dei due principali organi amministrativi si hanno ben poche informazioni relativamente alle decisioni che erano tenuti ad adottare: anche se nei regolamenti viene fatto obbligo di redigere i verbali pochi sono i volumi delle sedute presenti in archivio, non si sa se perchè andati perduti o se perche' non redatti.
    Pur essendo questi gli organi rappresentativi della Comunita', sono pero' i Deputati Confidenti alla Cassella l'organo più rappresentativo e alla base del funzionamento amministrativo. Per spiegare la loro funzione bisogna innanzitutto dire che la vita dell'azienda ebraica modenese, come d'altronde di tutte quelle nei domini estensi, dalle carte stesse risulta ruotare soprattutto intorno alle tassazioni cui era sottoposta: non a caso i regolamenti antepongono la parte relativa ai pagamenti a quella relativa all'amministrazione. Si trattava di tassazioni provenienti dall'esterno, soprattutto dalla tassa fissa annuale dovuta dalle Comunita' ebraiche dello Stato estense al Duca quale tassa di tolleranza e religiosa (9), e delle tasse straordinarie che spesso venivano imposte per svariati motivi.
    Questa tassa fissa, contro la quale gli ebrei spesso presentarono ricorso e cui si aggiungevano molto spesso tasse straordinarie, gravava sulla Comunità e, in diversa misura, fu sempre versata alle casse statali fino al 1859. Si aggiungevano inoltre anche multe per i piu' svariati motivi tra cui spicca nel 1831 quella per aver partecipato ai moti insurrezionali di quell'anno.
    La tassa da corrispondere al Duca, nell'800 definita annua prestazione, prevedeva un contributo annuale a carico di tutta la "Nazione Ebrea abitante nei Domini Estensi" ripartito sull'estimo di ciascun possidente di beni stabili, "ritenuto che la sola Azienda Ebraica di Modena sara' sempre responsabile pel pagamento dell'intero contributo alle fissate scadenze nella cassa delle R.R. Finanze"(10). Tale tassa veniva fatta esigere tramite degli esattori, i ricevitori, di quei comuni nel cui circondario esistevano fondi appartenenti ad ebrei; le somme raccolte dovevano essere versate alla Comunita' modenese, depositaria di tutti i versamenti delle diverse Comunita' dello Stato tra le quali era divisa proporzionalmente l'imposta da versare alla Camera Ducale. Non e' stato possibile verificare quali fossero le modalita' di pagamento nel sec. XVIII, ma per il secolo successivo e' presente in archivio documentazione esaustiva, relativamente ai calcoli per la spartizione della tassa, alla sua esazione e al suo pagamento (11).
    Vi era poi la tassazione interna: i maggiori contribuenti dovevano partecipare per saldare la tassa ducale ma anche per il mantenimento della Comunita' stessa, per la beneficenza per il sostentamento degli indigenti, per l'istruzione da impartire ai poveri.
    La cifra totale necessaria alla Comunita' veniva raccolta soprattutto nel sec. XVIII mediante libere offerte fatte dai contribuenti con biglietti sigillati, posti in una cassetta, la pubblica cassella, all'interno della sinagoga. Con il 1811 (12) venne abrogato l'uso dei biglietti sigillati e vennero utilizzati dei biglietti aperti in forma di paghero', cioe' in forma di impegnativa, calcolata proporzionalmente da ognuno sul proprio patrimonio. Nel caso che il totale delle offerte non fosse sufficiente per coprire le spese dell'Azienda, dall'800 veniva inposta una tassa ripartita tra i contribuenti stessi in base al loro reddito, che si trasform?in tassa fissa. Col tempo quindi le modalita' di pagamento, complesse, legate alla volonta' dei singoli e quasi mai sufficienti, si trasformarono nella regolare corresponsione di una percentuale calcolata sul reddito dei maggiori possidenti, eliminando completamente le offerte volontarie. A tal proposito il Balletti afferma che "allorche' le Comunita' si furono rassodate e crebbero per una parte co' bisogni le gravezze e dall'altra intiepidi' lo zelo, quelle cominciarono a mutare in ordini positivi cio' che fino ad allora era stato effetto di tradizioni ed abitudini..." (13).
    E' in questo contesto che si inserisce la figura dei Deputati Confidenti alla Cassella(nota 14): erano nominati dall'Azienda Generale e avevano il compito di ricevere le offerte dai contribuenti, incarico riservato inizialmente solo al Rabbino; essi erano tenuti alla massima segretezza sul loro operato. Fino a quando la gestione economica si baso' solo sulle offerte volontarie, erano i Deputati Confidenti che comunicavano i nomi dei maggiori contribuenti che divenivano i componenti dell'Azienda Generale e cosi' pure dei primi che costituivano l'Azienda Ristretta. In seguito, con gli inizi del sec. IXI, prima di ogni triennio amministrativo era invece l'Azienda Ristretta che faceva un calcolo preventivo delle occorrenze ed un elenco degli individui e delle famiglie piu' abbienti della Comunita' che trasmetteva ai Deputati Confidenti, i quali provvedevano a rendere pubblico il preventivo e ad invitare gli iscritti nell'elenco a presentare le loro offerte entro un certo tempo determinato. Le offerte, sia quelle poste nella cassella che quelle in seguito consegnate ai Deputati Confidenti, venivano da questi conteggiate e il risultato era comunicato alla Azienda Ristretta; se la somma non copriva il fabbisogno calcolato, veniva ripartita tra i contribuenti una tassa per coprire la cifra mancante. Sicuramente dall'inizio dell'800 compare la Commissione Tassatrice (15) (il numero dei componenti variava secondo i regolamenti), eletta ogni triennio con scrutinio segreto dall'Azienda Generale; questa commissione inizialmente veniva attivata e la sua composizione era resa pubblica solo nel caso fosse necessario e cio' nel caso in cui le offerte non fossero sufficienti a coprire le spese; quando le libere offerte furono sostituite da una tassa, la loro funzione divenne regolare. Tale Commissione riceveva dai Deputati Confidenti l'elenco dei contribuenti e la somma complessiva del conto preventivo delle spese. Per ogni contribuente veniva stabilito separatamente da ogni tassatore il patrimonio e, dal confronto dei dati ottenuti da tutti i tassatori (il tutto sempre nel massimo segreto) veniva decisa la quota d'imposta proporzionale da esso dovuta in base al reddito calcolato. Tali dati venivano comunicati ai Deputati Confidenti che convocavano i contribuenti per comunicare loro la rispettiva tassa da pagare e perchè ritirassero l'offerta da loro fatta, ma non accettata. I pagamenti, in rate mensili, dovevano essere fatti ai Deputati Confidenti che a loro volta li versavano al cassiere; erano obbligatori per un triennio, per cui le liste dei pagatori venivano riviste ogni tre anni. Dai regolamenti degli inizi del sec. XIX si apprende che tranne gli elenchi nominali, che venivano gelosamente conservati sigillati in archivio, "tutti i libri e registri relativi ai pagamenti" venivano dati alle fiamme per salvaguardare i singoli individui nei loro affari (16); tale abitudine sicuramente derivava da una prassi antica e puo' spiegare la scarsa o nulla documentazione presente a proposito, soprattutto per il sec. XVIII. Sia i Deputati Confidenti sia la Commissione Tassatrice dovevano prestare giuramento di segretezza sul proprio operato alla Congregazione Ristretta.
    La Comunita' ebraica comunque era una comunita' religiosa: significativa era l'attivita' del Rabbino, che nello svolgimento delle sue funzioni, non solo religiose, costituiva quella che nell'800 viene definita la Sezione Ebraica, intesa come gestione delle persone della Comunita' I compiti del Rabbino, o dei Rabbini erano molteplici (17): in essi erano compresi quelli relativi alla redazione dei registri dei nati, morti e matrimoni e di collaborare per la formazione dei ruoli di popolazione. L'attivita' svolta e' testimoniata per l'800 da un carteggio con relativi protocolli, dove la figura del Rabbino non ha valenza solo religiosa, ma anche di "impiegato" della Comunita', per la gestione degli individui e per l'autorevolezza che egli da' agli atti da esso presieduti. Per i secoli precedenti l'attivita' del Rabbino e' solo intuibile dalla sua presenza nei momenti piu' importanti della vita della Comunita' quali essere l'unico depositario delle offerte e l'obbligo della sua presenza per derimere controversie interne. E' da precisare che la documentazione della Sezione Ebraica non e' un fondo aggregato, anche se ha una propria organizzazione ma e' piu' equiparabile ad una sorta di ufficio speciale interno alla Comunita' stessa.


    note:
    1) Fonti primarie per la storia degli ebrei a a Modena sono i documenti conservati presso il locale Archivio di Stato e l'Archivio Storico Comunale.
    2) Fregni E., La Comunita' ebraica di Modena nelle carte del suo archivio storico (secc. XVII-XVIII) in Vita e cultura ebraica nello stato estense. Atti del 1° Convegno internazionale di studi, Nonantola 15-16-17 maggio 1992, Nonantola 1993, pp. 299-311.
    3) Sezione antica, Verbali, vol. 1.1
    4) Sezione antica, Verbali, vol. 1.1
    5) Istituzionalmente, fino al 1852, si parla di Azienda Ebraica poi di Azienda Israelitica per gli anni 1852-1859; dal 13 ottobre 1859 assume la definizione di Universita' Israelitica ed Opere Pie Religiose Israelitiche in seguito al riordinamento degli enti morali a cui la Comunita' venne equiparata.
    6) Come sostiene il Balletti gli ebrei "si fermarono al piu'semplice dei concetti finanziari, quello cioè che ciascuno debba concorrere ai pubblici gravami in proporzione di tutta la fruttuosità del suo patrimonio". Balletti A:, Gli Ebrei e gli Estensi, Modena 1913, p. 100
    7) Sezione antica, Verbali e Sezione moderna, serie Azienda Generale. Verbali.
    8) Circa dalla meta' del sec. XIX il posto di Rabbino veniva messo a concorso, ma era sempre l'Azienda Generale che era tenuta a valutare i risultati del concorso stesso e a prendere le decisioni finali.
    9) Sezione antica, Verbali, voll. 1.2, 1.3 e Sezione moderna, Azienda Economica, Verbali.
    10) Cosi' viene definita in Badini G:, Il carteggio ottocentesco dell'Universita' israelitica di Reggio Emilia, in Italia Judaica. 1993, pp- 256-262.
    11) Determinazioni del Consigliere di Stato, Governatore della citta' e provincia di Modena del 22 marzo e 15 maggio 1825, in Archivio della Comunita' Ebraica di Carpi, Carteggio, mazzo 1.6
    12) Sezione moderna, Giornali d'esigenza in conto annua prestazione, Libri di cassa per l'annua prestazione, Prima nota ai registri della Sezione Amministrativa concernente l'annua prestazione, Mandati per l'annua prestazione, Ordini di mandati per l'annua prestazione, "Saldaconti".
    13) "Piano d'amministrazione e d'economia e metodo e discipline pei pagamenti alla cassella", 1811 nov. 11. Sezione moderna, Azienda Generale. Verbali, reg. 13.2
    14) Ballettii A, Gli ebrei e gli estensi, cit. p. 110.
    15) Sezione moderna, le seguenti serie: Deputati confidenti alla cassella. Recapiti; Contribuenti alla cassella per esigenze mensili; Bollettari per il pagamento ai Deputati Confidenti delle mensilit?per le spese generali e di culto; "Paghero' dei contribuenti alla cassella".
    16) Sezione moderna, Commissione Tassatrice.
    17) Attualmente si potrebbe parlare di privacy
    18) Sezione Ebraica

    [la scheda riporta l'introduzione all'inventario del 1998, a cura di Patrizia Busi]

  • Redazione e revisione:
    Busi Patrizia, 01/12/1998, riordino ed inventariazione