Osservatorio Geofisico e Meteorologico di Reggio Calabria
Ente
Intestazioni:
Osservatorio Geofisico e Meteorologico di Reggio Calabria
Altre denominazioni:
Osservatorio Geofisico e Meteorologico
In alcune parti del mondo i terremoti sono più frequenti che in altre e l'Italia è un paese fortemente sismico. Da questo punto di vista, la zona dello Stretto ha da sempre rivestito un notevole interesse, trovandosi al centro di una regione tettonica che detiene il primato di una sismicità di elevata intensità. La complessità sismica della regione è connessa alla natura geologica delle sue catene montuose, in cui si sono formate numerose faglie sismogenetiche alle quali sono correlabili i terremoti che hanno colpito la Calabria e la Sicilia orientale in epoca storica, ed è resa evidente anche dalla presenza dei vulcani emersi delle isole Eolie e dai vulcani sottomarini del Tirreno da una parte, nonché dell'Etna, pur appartenente ad un'altra area geologica, dall'altra.
Il progresso della sismologia è legato non solo alla realizzazione di punti di osservazione nelle aree sismiche e al perfezionamento degli strumenti di rilevamento, ma anche allo sviluppo di metodi di elaborazione dei dati registrati dagli strumenti. L'analisi delle onde sismiche permette di approfondire lo studio dei meccanismi di rottura delle faglie, delle modalità di propagazione dell'energia all'interno della Terra, del comportamento dei diversi tipi di terreno all'arrivo delle onde sismiche e permette di migliorare le tecniche di costruzione degli edifici. La necessità di localizzare i terremoti entro pochi minuti dal loro verificarsi ha portato alla costruzione di una rete sismica centralizzata, gestita dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, per cui i segnali vengono trasmessi alla sede operativa a Roma, tramite linee telefoniche e ponti radio.
Allo scopo di ripercorrere i presupposti e gli antefatti che determinarono l'istituzione dell'Osservatorio Geofisico e Meteorologico di Reggio Calabria è necessario ricordare alcuni eventi.
La prima iniziativa prese corpo nel 1875 per opera del prof. S. Bevacqua. L'Osservatorio Meteorologico e Geodinamico del Comizio Agrario di Reggio Calabria, nacque come stazione meteorologica, con sede nella Palazzina Osservatorio presso la Villa Comunale, e a partire dal 1894, dopo il terremoto, fu dotato anche di strumentazione sismica con un sismografo Agamennone. La necessità di istituire a Reggio Calabria una stazione sismica bene attrezzata era stata riconosciuta da una commissione presieduta dal prof Luigi Palazzo.
Successivamente, a causa delle interferenze provocate dai treni, gli apparecchi sismici furono trasferiti presso l'Orto Botanico di Mezzacapo, dipendente dal Comizio Agrario, mentre la stazione meteorologica, collegata con l'Ufficio Centrale di meteorologia e Geodinamica di Roma, continuò a funzionare alla Villa Comunale.
Dopo il disastro tellurico del 28 dicembre 1908, Reggio non aveva né la stazione meteorologica, il sismografo Agamennone e l'avvisatore Galli-Brassart, né la Palazzina della Villa Comunale.
Perché la città di Reggio Calabria avesse nuovamente un Osservatorio si dovette aspettare gli anni 50. Infatti, nel corso di una conferenza tenuta il 10 gennaio 1950, presso il teatro "Cilea", il Direttore dell'Istituto Nazionale di Geofisica di Roma, prof. Enrico Medi, annunciò al numeroso pubblico che gremiva il teatro, l'istituzione, nei locali del Castello Aragonese, di un moderno Osservatorio Geofisico con attrezzature di proprietà dell'Istituto stesso.
Infatti ,il piano terra del Castello Aragonese dimostrava di possedere tutti i requisiti necessari per ospitare una Stazione sismica, sia per il rilevante spessore delle mura e scarsità delle aperture, che riusciva ad isolare gli ambienti dall'onda termica diurna, mantenendo quindi una temperatura quasi stazionaria, sia per la profondità delle fondamenta che riduceva al minimo le perturbazioni del traffico esterno.
Nel 1952, venne stipulata una convenzione tra l'On. Italo Greco, Commissario dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo ed il prof Medi, Direttore dell'Istituto Nazionale di Geofisica di Roma, in forza della quale sarebbe sorta una stazione sismica con strumenti dell'Istituto Nazionale di Geofisica.
Sotto la direzione del prof. Vittorio Barone Adesi, dopo qualche difficoltà riguardante il completamento e la sistemazione delle attrezzature e il reperimento del personale, Reggio Calabria ebbe nuovamente il suo Osservatorio Geofisico, ed iniziava la sua attività, come Stazione sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica di Roma, il 20 settembre 1952 e, come Stazione meteorologica, il I maggio 1953. Tuttavia dal punto di vista amministrativo, esso poteva considerarsi, quasi completamente, di pertinenza della locale Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
Nel 1985 in attuazione della legge Regionale n. 13 del 28 marzo l'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Reggio Calabria veniva soppressa, e pertanto i rapporti esistenti tra l'Osservatorio Geofisico e la predetta Azienda sono venuti a cessare.
Le attrezzature di cui disponeva l'Osservatorio al 1985 ,con riferimento alla Stazione sismica, erano due sismografi Wiechert, l'80 per la componente verticale e il 200 per le componenti orizzontali, costruiti nelle officine dell'Istituto Nazionale di Geofisica di Roma , che davano tracciati di notevole chiarezza su carta affumicata. Tali sismografi furono installati nella torre nord-est del Castello Aragonese e funzionavano regolarmente.
Per quanto riguarda la Stazione meteorologica, essa fu collocata sulla parte nord-est del lastrico solare del Castello Aragonese. Nel centro era stata ancorata una capannina meteorica ed intorno era stato realizzato un prato verde. L'altezza del piano utile della capannina era di 60 metri dal livello del mare. Il primo gruppo di strumenti perveniva dall'Ufficio Centrale di Meteorologia e di Ecologia Agraria di Roma , e consisteva in un termometro a minima e a massima, un psicrometro, un pluviometro. Le osservazioni termo-igro-pluviometriche venivano eseguite tre volte al giorno: alle ore 8, alle ore 14, alle ore 19. Successivamente si aggiunsero: il termoigrografo (misura la temperatura e l'umidità dell'aria), il pluviografo ad altalena (misura la quantità di pioggia), l'eliofanografo (misura l'eliofania assoluta, la durata effettiva dell'insolazione), il barometro, il barografo, l'anemografo misura la velocità istantanea (raffica), la velocità media e la direzione del vento), attinometro e catatermometro, evaporimetro (misura l'evaporazione dell'acqua), micro-barografo (misura la pressione atmosferica), orologio marcatempo (con radio per segnale orario), piranografo (misura la radiazione globale ossia la quantità di sole in un giorno).
Iniziava a costituirsi intorno agli anni '80 anche una Biblioteca, ancora oggi fruibile presso l'Osservatorio, dotata di testi e periodici aggiornati nel corso degli anni. Furono anche pubblicati i "Rendiconti", che contengono articoli scientifici di studiosi nel campo della Geofisica.
Il 7 maggio 1986, alle ore 11:30, a causa di inadeguati lavori, crollava un'ala del Castello (1) e l'Osservatorio Geofisico interrompeva il suo funzionamento fino al reperimento di una sede idonea alla ripresa dei rilevamenti sismici e meteorologici.
Con deliberazione della Giunta Comunale di Reggio Calabria, n. 2892 del 23 ottobre 1995 veniva riattivata la stazione meteorologica in via Filippini e si autorizzava l'acquisto di materiale integrativo.
Un anno più tardi, con delibera della Giunta Comunale di Reggio Calabria, n. 2065 del 13 agosto 1996, e successiva ratifica n. 7 del 4 febbraio 1999, l'Osservatorio Geofisico stipulava una convenzione con l'Istituto Nazionale di Geofisica di Roma, diretta alla continuità del regolare funzionamento della Stazione sismica della città di Reggio Calabria. L'amministrazione inoltre faceva rientrare la Stazione meteorologica fino al 1998 sotto la competenza del Settore Attività Culturali mentre dal 1998 al 2004 di pertinenza del Dipartimento Tutela Ambiente.
Attualmente l'Osservatorio dispone di 3 Stazioni sismiche periferiche allocate nelle zone di Samo, Motta San Giovanni e Scilla e collegate presso la sede reggina in tempo reale. I dati vengono raccolti da registratori sismici funzionanti 24 ore, a carta termosensibile, assicurando un'accurata analisi del fenomeno terremoto da parte del personale per una pronta comunicazione alla Protezione Civile dei dati ipocentrali, dell'elenco delle località interessate e degli effetti previsti su cose e persone, per organizzare gli interventi di primo soccorso nelle zone interessate dal sisma.
Per quanto attiene la meteorologia, nel terrazzo della sede dell'Osservatorio, è ubicata una stazione meteorologica dotata di sensori per la rilevazione della temperatura, della direzione e velocità del vento, della pressione, dell'umidità relativa, dell'eliofania, della pioggia, collegati ad una centralina che raccoglie i dati che vengono convogliati ad un computer per la loro elaborazione.
L'attività primaria dell'Osservatorio è quella dello studio, dell'elaborazione dei dati sismici e meteorologici e del controllo quotidiano del funzionamento delle apparecchiature che eseguono il monitoraggio costante del nostro territorio.
Quadro normativo concernente l'Osservatorio Geofisico e Meteorologico:
- Regio Decreto 23 dicembre 1866 n. 3452
- Regio Decreto 26 novembre 1876
- Regio Decreto 1 novembre 1923, n. 2395
- Regio Decreto 30 dicembre 1923, n. 3165
- Regio Decreto 4 maggio 1924, n. 900
- Legge 2 luglio 1925, n. 1431
- Legge 5 gennaio 1925, n. 1431
- decreto legislativo 7 maggio 1948, n. 1235, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n. 561
- Legge regionale 28 marzo 1985, n. 13