Storia archivistica: Francesco Pisani nasce a Rossano il 19.X.1864 da Diego e da Giuseppina Giuranna. Studia, dalle Elementari al Liceo, nel Regio Collegio Vittorio Emanuele di Arezzo. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Siena nel 1890. Sposa nel 1905 Emma Sorrentino di Antonino e dal loro felice matrimonio nascono Giuseppina, Beatrice (Bice), Maria (che andrà in sposa al nobile d'Afflitto), Vittoria, Luisa (che andrà in sposa a Giuseppe Palopoli di Crucoli).
Francesco Pisani esercita la professione di medico "solo allo inizio, limitandosi ai bisognosi e ai poveri. Il suo maggior titolo significativo fu di essere stato presidente della Congregazione di Carità. Per molti anni di seguito. A lui proprio si dovettero le prime grandi, pur se graduali, innovazioni strutturali e funzionali del nostro antico Ospedale. Ma a noi piace ricordare il Dottor Francesco Pisani, soprattutto come cultore d'arte" ("Rossanesi illustri e oscuri", in "Nuova Rossano", (LXIX), 14, 1972, p.2).
Nel 1926 "per le sue benemerenze in campo storico e archeologico, il ministro dell'Educazione Nazionale lo nominò Ispettore onorario alle Antichità, Gallerie e Monumenti della Calabria per il circondario di Rossano. Al suo interessamento si devono i restauri delle chiese di S. Marco, della Panaghia e del Patire effettuati intorno al 1930 - 1934. Nel 1955 si rese ulteriormente benemerito per aver fatto omaggio al Museo Diocesano di Arte Sacra del prezioso manoscritto delle "Supplicationi e Gratie" della principessa Bona Sforza all'Università di Rossano del 1526" (L. Renzo, "Tra cronaca e storia - Rossano negli anni del dopoguerra (1943 - 1993), Rossano 1996, p. 81). "La sua firma o sigla o pseudonimo non di rado ricorrevo in giornali e riviste, in fondo ad articoli di costume e di folklore. Più solitamente apparivano suoi scritti su "Nuova Rossano" e su "Rossano al Plata" di Giovanni Castello a Buenos Aires. Era uno scrittore colto e garbato, che si faceva leggere con diletto; e conservatore faceto e cattivante. I suoi scritti, specialmente su Rossano, "facevano notizia", per dirla in gergo giornalistico" ("Rossanesi illustri...", cit.). Muore il 6 marzo 1958.