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Formiggini Moisè di Benedetto, Modena - Milano (1756 maggio 21-1809 dicembre 2)

  • Persona
  • Modena - Milano
  • Intestazioni:
    Formiggini Moisè di Benedetto, Modena - Milano (1756 maggio 21-1809 dicembre 2)
  • Moisè di Benedetto Formiggini è storicamente noto (1) per aver partecipato attivamente al governo napoleonico in qualità di rappresentante del popolo nella Repubblica Cisalpina ed essere stato membro della Consulta di Lione. Oltre a questo partecipò al Gran Sinedrio di Parigi (1806-1807) dove vennero discussi i diritti civili dei cittadini di religione ebraica (possibilità di possedere fondi rurali, partecipazione all'esercito, oltre che matrimonio con persone di religione diversa, divorzio ed usura) (2) e fu membro del Collegio dei Commercianti, occupandosi della compilazione del Codice di Commercio.
    Fu un personaggio assai importante per la storia dell'ebraismo emiliano ed italiano, e traghettò i destini della famiglia Formiggini verso l'età contemporanea, segnando il definitivo distacco dalla condizione tipica degli ebrei dell'antico regime e l'ingresso nella società in qualità di cittadini, attraverso l'attiva partecipazione alla vita politica ed agli avvenimenti storici.
    Moisè aveva avuto dalla prima moglie Anna Levi due figlie ed un figlio: Grazia e Marianna (entrambe sposate a Trieste con Giacomo Vita e Samuele Minerbi ) e Laudadio Pace; mentre dalla seconda moglie Ziffera Norsa (in breve risposata però Levi) aveva avuto le due figlie Anna e Rosa, tutti dimoranti in Milano.
    La morte di Moisè avvenuta a Milano nel 1809, lasciò una situazione economica particolare: da un lato c'era un unico erede maschio che poteva concorrere con lo zio alla gestione del patrimonio ma all'epoca era ancora minorenne ed anche orfano di madre, affidato alla tutela di Carlo Marocco; dall'altro ben quattro figlie femmine, due delle quali ancora minorenni e nubili e quindi da dotare.
    Il fratello superstite Salomon divenne quindi il capofamiglia, ma la conversione del giovane Laudadio Pace, divenuto Giuseppe, impedì a questi di entrare nella gestione del patrimonio famigliare comune. Inoltre, vista la giovane età del convertito e le motivazioni amorose che furono alla base di tale scelta, la decisione venne molto contrastata all'interno della famiglia.
    Salomon gestì comunque la parte di patrimonio fraterno rimasta in Modena per conto della vedova e madre delle due nipoti.

    (1)Andrea Balletti, Gli Ebrei e gli Estensi, in <<Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi>>, serie V vol. 7, pp. 161-397, in particolare il capitolo XVIII Gli Ebrei durante la Repubblica e l'Impero (1796-1814), pp. 373-383.

    (2) Lettere del Rabbino Maggiore Jacob Israele Carmi edite dal consiglio amministrativo dell'Università Israelitica di Reggio dell'Emilia con prefazione del prof. Andrea Balletti e note e traduzioni di Lazzaro Laide-Tedesco, Rabbino Maggiore di Reggio, Reggio Emilia, Tipografia di Luigi Bondavalli, 1905.
  • Bibliografia:
    Andrea Balletti, All'Assemblea ed al Sinedrio di Parigi, 1806-1807 : lettere del rabbino maggiore Jacob Israele Carmi edite dal Consiglio amministrativo dell'Università israelitica di Reggio dell'Emilia, Reggio Emilia, 1905.
    G. Montecchi, Formiggini Mosè, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma, 1997, pp. 52-53.
  • Complessi archivistici:
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