Orfanotrofio Renzi di Norcia, Norcia (Perugia), 1837 - 1936
Ente
Estremi cronologici: 1837 gennaio 24 - 1866
Intestazioni:
Orfanotrofio Renzi di Norcia, Norcia (Perugia), 1837 - 1936
Altre denominazioni:
Orfanotrofio Renzi di Norcia
L'Orfanotrofio fu fondato secondo la volontà espressa da Carlo Renzi, morto il 26 giugno 1839 senza lasciare discendenti, nel suo ultimo testamento (1); aveva lo scopo di ospitare ed educare ragazze orfane di uno o ambedue i genitori, provenienti in via prioritaria da Norcia, o, comunque, dal territorio comunale.
Renzi, commerciante originario di Norcia ma residente a Roma, aveva scelto come esecutore testamentario don Vittorio Cionci, canonico della cattedrale di Norcia, il quale fondò l'Orfanotrofio nell'ex convento di S. Francesco. L'istituto fu aperto il 1° gennaio 1841 e, con nomina del vescovo di Norcia mons. Bonanni, Cionci ne fu dichiarato amministratore perpetuo. Il decreto di erezione canonica dell'Orfanotrofio è però del 24 dicembre 1846, e si deve al vescovo successivo mons. Turchi.
L'amministrazione Cionci (2) fu piuttosto contrastata: nel 1846 fu presentato, da alcuni notabili di Norcia, un reclamo alla Sacra Congregazione dei vescovi e regolari, nel quale si accusava il sacerdote di aver disatteso la volontà del testatore e di aver amministrato in maniera del tutto personale e senza controllo il patrimonio.
La Sacra Congregazione comunicò il reclamo al vescovo Turchi, che chiese conto all'amministratore della gestione per gli anni trascorsi, ma trovò in questi una decisa opposizione. In un suo resoconto il vescovo Turchi evidenziò il comportamento scorretto del canonico, che aveva preteso di attribuire a se stesso le qualifiche di "amministratore, esattore, cassiere, computista, cappellano con meraviglia e indignazione della Città tutta" (3), aveva ecceduto in spese non giustificandole con adeguate pezze d'appoggio, si era sempre sottratto all'obbligo di presentare il suo operato all'approvazione della Deputazione costituita dal vescovo Bonanni per sorvegliare l'andamento e l'amministrazione dell'Orfanotrofio.
L'Istituto, sottolineava mons. Turchi, ospitava soltanto trentacinque persone, comprese le insegnanti, un numero troppo esiguo rispetto alle potenzialità del capitale. Il vescovo, per ovviare all'incresciosa situazione, chiedeva che la Deputazione ecclesiastica di controllo avesse facoltà deliberative e fosse integrata da quattro membri secolari, scelti tra gli amministratori comunali.
Nel 1843 il Turchi fu destinato a nuova sede e gli successe mons. Bachettoni, che, desiderando risolvere la vicenda rimasta in sospeso, convocò il Cionci per un rendiconto relativo agli anni di gestione sui quali non c'era stata ancora una verifica; la gestione fu approvata il 5 febbraio 1851, con i complimenti per lo zelo e l'attaccamento dimostrato.
Tutta la questione fu poi rimessa alla Sacra Consulta, e il consultore mons. Giovanni Battista Cannella giunse a conclusioni analoghe a quelle del vescovo, ritenendo opportuno il reintegro del Cionci nelle funzioni di amministratore.
Successore del canonico Cionci nell'amministrazione fu mons. Luigi Pericoli.
Come si legge nel "Memoriale 1863", secondo i membri della Congregazione di carità le suddette amministrazioni avevano notevolmente impoverito il patrimonio dell'Istituto. Don Cionci non aveva lasciato documenti relativi ai lavori eseguiti per ristrutturare gli edifici: erano stati fatti interventi sulla chiesa di S. Francesco ed erano state demolite quattro grandi camere utilizzate per ospitare le orfane, poiché mancavano completamente di fondamenta o poggiavano su antiche strutture murarie non affidabili, con una spesa complessiva di 1.400 scudi.
Mons. Pericoli, dopo il terremoto del 22 agosto 1859, aveva utilizzato "sconsideratamente" circa 1.000 scudi per sovvenzionare giornalmente a domicilio le orfane, ospitate in varie famiglie.
La Congregazione di carità nel 1861 spese oltre 800 scudi per porre fine ad un contenzioso, nato con le maestre dell'Istituto, e commissionò inoltre vari restauri.
Nel 1863, l'Orfanotrofio risultava avere un'entrata lorda di lire 19.736,61 e un'uscita di lire 15.507,70.
Nel 1876 il Capitolo della Cattedrale di Norcia, rappresentato dal camerlengo don Loreto Lanzi, cedette all'Orfanotrofio Renzi, rappresentato dal presidente della Congregazione di carità di Norcia Filippo Cionci, la chiesa di S. Francesco, diroccata dal terremoto e confinante con l'ex convento dei Francescani, divenuto sede dell'Orfanotrofio stesso, nell'attuale Via Renzi. Fu stabilito un canone perpetuo di lire 200, da corrispondere ogni semestre al Capitolo della Cattedrale di Norcia.
1) Il testamento è del 24 gennaio 1837, Archivio Congregazione di carità di Norcia (d'ora in poi ACCN), Sez. II-Orfanotrofio Renzi, "Amministrazione precedente la Congregazione di carità comunale, Eredità Renzi e Censo Bandini", reg. 199, c. 1.
2) Cfr.: SAGRA CONGREGAZIONE DE' VESCOVI E REGOLARI, "Consultazione. Ponente eminentissimo e reverendissimo signor cardinale Cagiano de Azevedo", n. 9639, s.n.t., opuscolo a stampa.
3) Ibidem, p. 6.
Redazione e revisione:
Cambiotti Simona, 15/06/1996, ordinamento ed inventariazione